Riprendiamoci la notte!

L’inquinamento luminoso è un problema che colpisce noi umani ma soprattutto gli animali notturni che vedono sconvolto il loro ciclo vitale.

Noi non vediamo più che una piccolissima parte delle stelle, solo in certe località remote riusciamo a scorgere la vastità del cielo notturno. Abbiamo creato, per timore del buio, una barriera di luce. Basta guardare le immagini dallo spazio della terra di notte per capire che nelle zone più abitate del pianeta siamo sempre accecati dalle luci: l80% della popolazione mondiale e il 99% della popolazione statunitense e europea conosce solo una notte a metà”. La pianura padana è una delle aree più abbagliate e abbaglianti della Terra.

Da un centinaio danni linquinamento luminoso è un grave problema che tocca anche piante e mammiferi e gli insetti fotosensibili, pensiamo solo alle falene che cercano il nettare al buio e vengono ingannate dalla luce smettendo di volare, convinte che sia giorno oppure non riescono ad orientarsi con la luna e esauste, muoiono o vengono uccise dai predatori senza portare a termine la loro attività di impollinazione.

E’ un problema che riguarda tutti gli organismi, tutte le cellule rispondono al ritmo giorno notte, la luce naturale regola il ritmo circadiano e controlla gli ormoni e le funzioni fisiologiche.

E ci priviamo inoltre della meraviglia del cielo stellato, della Via Lattea, delle stelle cadenti.

Ecco tre libri con tre approcci diversi a questo problema:

Elogio del buio di Johan Eklof, pubblicato da Corbaccio, lautore è uno scienziato svedese noto per i suoi studi sui pipistrelli e sullinquinamento luminoso. Il suo libro è un manifesto in difesa del buio naturale e un invito ad accogliere loscurità, le sue creature e la sua bellezza unica.

Cieli neri, di Irene Borgna, edito da Ponte alle Grazie.

A bordo di un camper lautrice va alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono allinquinamento luminoso, dalla Alpi Marittime al Mare del Nord e ci racconta gli aspetti economici, antropologici, sociali, poetici e simbolici del vivere il buio, uno stato danimo in via destinzione.

Per bambini,

Mille stelle sopra di noi, di Sue Soltis con le illustrazioni di Christine Davenier, Nord-Sud Edizioni. Il nonno della protagonista affascina la piccola Mabel con i suoi racconti del cielo stellato che si stagliava sulla prateria dove era cresciuto, le mille stelle che vedeva, mentre ora lei pur arrampicandosi sullalbero più alto del giardino ne riesce a contare solo trentasette. Decide quindi di convincere i suoi concittadini a spegnere le luci, dopo tante resistenze ci riesce e lintero paese, armato di coperte e spuntini e binocoli si gode lo spettacolo della notte stellata e delle innumerevoli stelle.

L’inquinamento luminoso è anche negli oceani: un atlante globale ne misura i danni

Il rapporto ISTIL sullo stato del cielo notturno in Italia all’inizio del terzo millennio mostra che la popolazione italiana sta avvolgendosi in una “nebbia luminosa”

La mappa dell’inquinamento luminoso nel mondo

Giandomenico Tono, libraio Pangea

Alla libreria Pangea fino al 4 marzo si può visitare la mostra Il senso dei luoghi, cinque progetti maturati nell’ambito di un laboratorio coordinato da Lab27 che manifestano diverse esperienze di rapportarsi al paesaggio attraverso il medium fotografico.

Marcello Marotto colleziona alcuni ritratti che testimoniano il volto consunto della civiltà contadina. Sono vecchi fabbricati rurali ormai abbandonati, parole dimenticate, sospese come in un ricordo astratto, e restituite in una dignità statuaria che pare congelarne il significato.

Quella di Alessandra Barzi è una favola esplorativa ambientata nella città giardino di Marghera che sprigiona un caleidoscopio di colori, luci, forme che rovescia un immaginario industriale piatto e anonimo.

Le fotografie di Giulio Secco restituiscono una serie di intime impressioni maturate durante frequenti passeggiate nella campagna trevigiana pervasa da una quiete essenziale.

Maria Conte invece proietta lo sguardo avanti: iimmagine bucolica delle dolci colline del prosecco è bucata dai tuoni dei cannoni antigrandine.

Infine, il paesaggio postumo di Fabio Fedrigo prende forma da amare constatazioni e docili consolazioni durante la detenzione pandemica.