Un Green Deal europeo per il sistema alimentare

La strategia Farm to Fork ha l’ambizione di rendere sostenibile il sistema alimentare dell’UE, ma le resistenze sono ancora tante.

 

Il settore agroalimentare ha oggi importanti effetti negativi sul pianeta: è responsabile per quasi un terzo delle emissioni di gas serra e per la perdita di biodiversità, richiede il consumo di un’abbondante quantità di risorse naturali.
Come spiega META, il canale d’informazione dello European Environmental Bureau, rendere sostenibile la filiera alimentare europea non porta benefici soltanto al pianeta, ma soprattutto agli attori che ne fanno parte: le nuove tecnologie e scoperte scientifiche nel settore, così come la crescente attenzione di cittadine e cittadini per il cibo sano e sostenibile, possono rappresentare un bacino di nuove opportunità per gli operatori soprattutto dal punto di vista economico, nel medio-lungo termine.

La strategia Farm to Fork, parte integrante del Green Deal Europeo, è stata immaginata dalla Commissione Europea proprio con questi obiettivi: avere un impatto ambientale neutrale o positivo, aiutare nella mitigazione del cambiamento climatico e adattarsi al suo impatto, invertire la perdita di biodiversità, abbassare i costi ma rendere più giusti i ritorni economici del settore.
È supportata da iniziative parallele, la Strategia sulla biodiversità per il 2030 e la nuova Strategia per le foreste, che mirano anch’esse ad un nuovo approccio di produzione, distribuzione e consumo alimentare.

A tre anni dal suo annuncio, ci sono ancora oggi importanti voci influenti che definiscono la strategia troppo ambiziosa, non redditizia e un ostacolo agli interessi degli attori dell’industria agroalimentare.
È in corso un tentativo di indebolimento e smussamento della strategia proveniente da grandi players dell’industria – come quelli dell’allevamento su larga scala e del mercato dei pesticidi. Preoccupanti anche le parole del Commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski, il quale ha riferito al Parlamento polacco che “Il Green Deal non è legge”. Parole che confermano l’idea che il Dipartimento generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale dell’UE stia lavorando con gli interessi dell’industria per indebolire la strategia Farm to Fork.
I politici più vicini agli interessi dell’industria potrebbero usare gli effetti della guerra in Ucraina e della pandemia come giustificazione per mantenere lo status quo, portando avanti pratiche agricole insostenibili.

L’opposizione alla strategia Farm to Fork viene da lontano: nel febbraio 2020 il Dipartimento generale dell’agricoltura già difendeva un’idea di sicurezza alimentare che si basa sull’uso estensivo di pesticidi e sui sussidi agli allevamenti intensivi.

Non è possibile portare a compimento politiche efficaci ed ambiziose senza la cooperazione tra ogni dipartimento della Commissione Europea: il Dipartimento generale dell’agricoltura controlla il finanziamento dei sussidi all’agricoltura, che contano per quasi un terzo dell’intero budget dell’Unione Europea (54 miliardi di euro l’anno).

Una destinazione più mirata di queste risorse è necessaria ed essenziale per andare verso un sistema alimentare sostenibile.

Per quanto sia positivo che la maggior parte di questo contributo UE vada direttamente nelle tasche degli agricoltori, è preoccupante la mancanza di consenso nella stessa Commissione Europea nel riconoscere il bisogno di un sistema alimentare più sostenibile basato su diete salutari.

Come raggiungere questo obiettivo? Prima di tutto implementando ogni azione prevista dalla strategia Farm to Fork, passando ad un sistema alimentare amico dell’ambiente e che crea filiere alimentari sostenibili e giuste, in linea con gli obiettivi globali sul clima. Un programma benefico per il pianeta ma anche per governi, cittadini, industrie.

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Andrea Maiorca, Redazione Ecopolis