Piazza Gasparotto, osservatorio e laboratorio di rigenerazione urbana, diventa Associazione e rilancia il processo collettivo di progettazione partecipata. Ne abbiamo parlato con i suoi protagonisti.
Dopo tanti anni di impegno per la rigenerazione, finalmente Piazza Gasparotto diventa un’Associazione. Come mai avete deciso di fare questo passo?
«L’idea di creare una Associazione è nata dopo diversi momenti di confronto tra le persone che da anni si prendono cura di Piazza Gasparotto. Vivere la piazza per noi significa indagare il valore e le diverse valenze che può assumere la piazza, spazio pubblico per antonomasia. Piazza Gasparotto fa parte di un quartiere molto complesso della città di Padova, che fatica a trovare una sua identità ed è continuo teatro di conflitti sociali. La nostra esperienza ci ha insegnato che una città giusta ed inclusiva è una città capace di guardare al benessere di tutte le persone, in particolare di chi si trova molto spesso a vivere ai margini della società. Per questo motivo, vogliamo essere oggi un osservatorio di ciò che accade là dove gli occhi spesso faticano a guardare, un luogo di confronto e crescita di un pensiero critico rispetto ai tanti fenomeni sociali che sono frutto di un sistema che tende spesso ad escludere piuttosto che ad includere. Per noi è fondamentale continuare a stringere collaborazioni con le altre realtà che lavorano nell’area, partendo dalla cittadinanza e dall’amministrazione. Per questo motivo abbiamo sentito l’esigenza di formalizzare l’associazione di Piazza come ente riconosciuto che rafforzi il dialogo diretto con gli enti competenti e la rete di associazioni cittadine».
Breve riassunto delle puntate precedenti: cos’è il progetto di Piazza Gasparotto e come è iniziata questa avventura?
«La rigenerazione di Piazza Gasparotto inizia nel 2014-15 con l’apertura del coworking CO+; nel 2015 nasce il GaspaOrto, orto urbano fuori suolo; nel 2017 nasce il circolo culturale Nadir; nel 2019 arriva in Piazza l’associazione MiLeggi. Ma non solo. In questi anni sono state molte le realtà che hanno condiviso questo spazio e contribuito alla costruzione di un percorso comune fatto di tante progettualità».
Tante progettualità e tante attività…
«Sì e grazie alla collaborazione di diverse realtà cittadine sono state moltissime: in particolare ricordiamo le attività orticole legate al GasparOrto, i Pranzi accoglienti della domenica, i laboratori di autocostruzione e soprattutto Yucca Fest – il festival estivo del quartiere Stazione, che quest’anno avrebbe visto la sua terza edizione. Le diverse attività in Piazza hanno dimostrato nel tempo l’impatto che possono avere non solo sul quartiere in cui è inserito ma anche sull’intera città, alla quale viene restituito uno spazio pubblico altrimenti difficilmente accessibile e fortemente compromesso.
La percezione della piazza sta cambiando grazie a questa spinta e all’impegno di tutti i volontari che dedicano parte del loro tempo libero alle attività che si svolgono qui. Il fluire di persone e di idee è continuo e speriamo di poter continuare a costruire insieme uno spazio pubblico inclusivo, sia per i residenti sia per chi è di passaggio.
In un momento difficile invece di mollare avete deciso di impegnarvi di più. Perché?
Da ottobre 2019 per noi è stato un susseguirsi di difficoltà particolari, sommate a sfortune globali. Le diverse realtà attive nella rigenerazione di Piazza Gasparotto hanno visto limitata improvvisamente la propria attività a causa dei lavori di rifacimento della pavimentazione della Piazza. Poco dopo, oltre a non poter più accedere all’interno della piazzetta, non è stato più possibile uscire di casa. Queste difficoltà ci hanno posto degli interrogativi sulla fatica e il senso di tutto il nostro lavoro. Tuttavia abbiamo messo al centro il valore che per noi rappresenta il progetto di Piazza e riconfermato l’importanza di un cambiamento a partire dalle persone e dai loro bisogni, soprattutto in un periodo in cui il distanziamento fisico ha indebolito le relazioni sociali. Lo vogliamo fare con un intento ben chiaro: unire le persone nella cura di Piazza Gasparotto come bene comune.
Qual è, quindi, qual è il primo obiettivo della nuova Associazione?
Siamo ancora una piccola realtà ma contiamo di allargarci, grazie alle molteplici competenze di chi ha deciso oggi di rinnovare il proprio impegno politico e civile per Piazzetta Gasparotto. Nonostante le grandi incertezze che ci circondano ribadiamo il nostro desiderio di costruire e vivere una Piazza aperta, libera, attiva e bella, in cui tutte le persone possano trovare il loro spazio di azione.
Cosa c’è in cantiere nei prossimi mesi con le altre Associazioni della Piazza?
«Nei prossimi mesi abbiamo deciso di ripartire dalla ricostruzione del GasparOrto, quello che a noi piace definire “il giardino” di Piazza Gasparotto, che nasce come un progetto collettivo e così vuole rinascere, a partire dalle mani e dalle proposte di chiunque voglia contribuire. Per questo invitiamo tutti sabato 25 luglio 2020, dalle 10.00 alle 15.00 per “Piazza Gasparotto In-festa”: una giornata di progettazione partecipata, in cui andare a disegnare tutti insieme un nuovo spazio verde di incontro, confronto e cura.
Annalisa Scarpa, redazione Ecopolis