Il 19 giugno scorso il Consiglio Regionale del Veneto, con 27 favorevoli, otto contrari e un astenuto, ha approvato quella che sulla carta doveva essere la nuova Legge Quadro sui Parchi regionali.
In realtà (ne abbiamo parlato qui) si tratta di alcune confuse modifiche alla governance, dove il Presidente della Regione esautora il territorio e impone i suoi fiduciari nella gestione dell’Ente.
Dopo 6 anni di iniziative maldestre e vessatorie che hanno mortificato la stessa esistenza dei parchi, come il vergognoso commissariamento, possiamo tranquillamente affermare che “la laguna ha partorito un topolino”, confermando il completo disinteresse della Regione per il futuro dei suoi parchi.
A questo esplicito boicottaggio, tutte le realtà associative del territorio dovranno rispondere con un nuovo protagonismo, che porti il “nuovo” parco a passare ai programmi concreti, evitando di riprendere la solita litania delle modifiche al Piano Ambientale, strumento che consideriamo avanzato e appropriato per un territorio come il nostro.
C’è in particolare tutto il capitolo sui progetti che attende finalmente di essere attuato. Questo è l’auspicabile e fertilissimo terreno di lavoro per tutti.
I progetti boschi e agricoltura, percorsi e ville sono attualmente ancora tutti da sviluppare, così come i tanti prestigiosi progetti di riqualificazione delle importanti aree strategiche per il parco: da quelle delle ex cementerie alle “porte” del Parco (l’area di contesto del Catajo, di villa Lugli, della Colombara, di Monselice e di Este e dell’atrio delle Terme).
Ci sono poi i tanti progetti specifici, come la regolamentazione delle attività incompatibili, la “smilitarizzazione” del Venda, il completamento e la promozione dell’anello ciclabile (così sciattamente gestito finora), le aree di contesto della sede del parco, della casa del Petrarca, la Rocca e la Valcalaona.
Indispensabile ricostruire il rapporto tra ente e territorio, e questo, a nostro avviso, può passare anche attraverso report semestrali o annuali sulle attività, sulle autorizzazioni paesaggistiche e sui progetti del Parco, da illustrare a tutti gli amministratori comunali e a tutti gli interessati.
Il tutto con una macchina amministrativa capace di collaborare e dimostrare la negatività dei drastici ridimensionamenti ventilati.
Concludiamo con un auspicio: che si risvegli un po’ di interesse anche da parte di protagonisti importanti, ma purtroppo finora piuttosto distratti, dalla battaglia politico-culturale di valorizzazione del Parco. Alludiamo almeno al mondo accademico e a quello professionale.
Diciamola tutta: ne abbiamo visto tanti rappresentanti coinvolti in vari incarichi, ma ben pochi attivi sul fronte delle varie battaglie. Anche col silenzio si diventa complici del malgoverno!
Rimbocchiamoci le maniche e affrontiamo questa nuova fase con lucidità e determinazione, perché questo Parco non va solo salvato ma ha bisogno di tutti noi per funzionare e per avviare processi di valorizzazione che hanno solo bisogno di essere avviati.
Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste – Parco dei Colli Euganei