2,4 milioni di euro l’anno per quattro anni: è lo sforzo economico che viene chiesto a questa amministrazione dal Tavolo di lavoro, misto tecnici comunali ed associazioni, per realizzare i primi 87 km di BiciPolitana in città.
Una infrastruttura che darebbe a Padova una rete continua di percorsi sicuri per i ciclisti urbani, degna delle più attente città europee, riprendendo finalmente il passo degli investimenti interrotti negli ultimi tre anni.
Dietro a questo budget c’è un pensiero strategico su come togliere auto in città e far aumentare la percentuale di chi si muove senza inquinare: oggi gli spostamenti in bici sono pari al 19%, l’obiettivo è arrivare al 25%.
La proposta elaborata dal tavolo tecnico prevede la realizzazione dei primi 15 tracciati (cui ne vanno aggiunti altri 5 nel prossimo quinquennio), prevalentemente radiali verso il centro, sfruttando moltissimi dei 168 km di piste o corsie già realizzate. Ma molte di queste vanno adeguate, collegate fra loro, messe in sicurezza, eliminando ostacoli o incroci pericolosi. Poi servono 10 km di nuove piste e la circolare delle mura veneziane.
Una elaborazione che ha tenuto conto dei dati sugli spostamenti misurati sulle strade, dei dati degli incidenti negli ultimi sei anni, delle segnalazioni sia delle associazioni che dei singoli cittadini e dei principali attrattori di mobilità. A contorno dovrebbe essere sviluppato un grande piano comunicativo (a partire dalla segnaletica sulla strada) e di servizi integrati per le bici, oltre alla moderazione del traffico (zone 30) nei rioni. Di fatto molte delle proposte di Legambiente sono state accolte.
Le risposte immediate di Arturo Lorenzoni, che la scorsa settimana ha ascoltato la lunga e dettagliata relazione su BiciPolitana e BiciMaster Plan dell’architetto comunale Alberto Marescotti, coordinatore per tre mesi del tavolo di lavoro, sono positive.
Per prima cosa il ViceSindaco ha espresso l’intenzione che i due documenti siano adottati in Giunta e poi approvati in Consiglio Comunale entro la fine dell’estate. Un iter impegnativo, che consentirà di visionarli e discuterli nelle commissioni, ma che, una volta approvati, li trasformerà in atti strategici e programmatori, in accordo con il redigendo PUMS, il piano della Mobilità Sostenibile a valenza metropolitana.
Seconda importante affermazione di Lorenzoni: la scelta di trasformare gli standard progettuali proposti dal tavolo (come realizzare incroci e attraversamenti, l’illuminazione stradale, quali accorgimenti di moderazione del traffico, ecc.) da semplici raccomandazioni a regolamento comunale vincolante. Un passo importante perché negli ultimi anni, a causa di priorità politiche differenti (pro auto) e settori comunali “distratti”, le linee guida sulla ciclabilità urbana, già elaborate nel 2009, sono state disattese in tantissime occasioni.
Ad esempio Legambiente ha più volte segnalato come troppe rotatorie siano state recentemente progettate e realizzate contraddicendo le indicazioni dei manuali di ingegneria, venendo così meno gli accorgimenti che garantiscono la sicurezza ai soggetti deboli: pedoni e ciclisti. Siamo quindi fiduciosi che, grazie a BiciPolitana, tali gravi errori non si ripeteranno più; sarebbe però opportuno mettere a norma tutto quanto realizzato in modo errato nel recente passato.
Arturo Lorenzoni ha infine dichiarato di essere favorevole a realizzare la ciclabilità diffusa in centro storico, quantomeno nell’area della ZTL, adottando la possibilità che il Ministero concede per regolamentare il doppio senso di marcia delle bici in strade a senso unico con il limite dei 30km/h e con una dimensione non inferiore ai 4,2 m.
Un comportamento diffuso fra migliaia di ciclisti urbani, che assicura la massima flessibilità alla bici ed induce le auto a rispettare i limiti orari. Le statistiche raccolte in sei anni dalla Polizia Municipale, per altro certificano, che è un comportamento non pericoloso: sono solo due gli incidenti in tutto questo periodo.
Detto tutto ciò rimane un dato dirimente su cui misurare la volontà fin qui espressa: l’inserimento del budget necessario nei prossimo Piano delle Opere pubbliche, dando un segnale forte già a partire dall’assestamento di bilancio 2018.
Andrea Nicolello – Legambiente Padova
Speriamo che la Bicipolitana non sia tutta sui marciapiedi! Invito tutti i signori decisori a farsi una passeggiata in via Facciolati e magari prendere l’autobus davanti l’accesso a via Forcellini. Se non ti cecchina la bici forse riesci. E così in molte altre zone di Padova in cui il marciapiede diventa come camminare in mezzo alla strada, col pericolo di essere investiti dai ciclisti con le immaginabili conseguenze.
… solo nove milioni e seicentomila euro (e non sono nemmeno sufficienti per tutte le linee): cosa volete che sia? Una bazzeccola …
Per noi un tracciato è da Bicipolitana quando è separato e non promiscuo. Togliete spazio alle auto è una scelta di moderazione del traffico
Sì, sono parecchie risorse.
Ma occorre ricordare che il bilancio 2018 delle opere pubbliche del Comune di Padova è di 59,5 M. Quello relativo alla viabilità è di 11,7, compreso 1,1 dedicato alla ciclabilita.
Quindi da prossimo anno si tratta di raddoppiare poco più la cifra scegliendo le priorità.
E ricordando che per 8 anni, nel periodo Zanonato-Rossi, la media fu di poco più di 3 milioni di investimento annui. … quindi abbiamo un precedente perfino superiore.
… solo 9 milioni e seicento mila euro nei prossimi quattro anni (9.600.000 euro di bilancio comunale vincolato alle piste ciclabili che nella maggior parte dei casi sono già esistenti) … milioni di euro di tutti i padovani e non solo del 19% (se effettivamente tale è questo numero) che utilizza la bicicletta per spostarsi in città …