Legambiente è un’associazione autonoma da ogni forza politica ma non indifferente alla scelta del futuro Sindaco e schieramento che governerà Padova. Sono costoro, infatti che avranno la possibilità di decidere del futuro della nostra città. In questi decenni il Sindaco e la grande maggioranza dell’Amministrazione Comunale di Padova sono stati per lo più appiattiti su un’idea di sviluppo della città che ha avuto come obiettivo quello di favorire – tout court – le richieste dei poteri economici forti.
Si pensi alle le politiche della mobilità che di fondo hanno continuato a favorire l’auto come principale mezzo di spostamento e il conseguente inquinamento: emblematica è la vicenda degli auto silos in centro, anche in zone straordinariamente sensibili come quello previsto nell’area di prato della Valle. E si pensi soprattutto alle politiche urbanistiche, al diluvio edilizio, al consumo di suolo: l’edificazione prevista dai piani comunali, con 4.692.124 metri cubi è assolutamente sovradimensionata.
Avevo perciò guardato con interesse al dibattito intrapreso in questi mesi tra “Padova2020” e “Sinistra ecologia e libertà”, che sembrava portasse alla stesura di un programma in comune, molto vicino alle proposte degli ambientalisti e di Legambiente, ed ad una candidatura comune alle primarie del centro sinistra del per il candidato Sindaco del 2 febbraio prossimo.
Ora apprendo dai giornali che le due forze sembrano volersi presentare separatamente e con diversi candidati alla primarie. Una vera autogol, ed un favore agli epigoni di Zanonato. Per il bene di Padova serve una rottura profonda con quel modo di governare e intendere la città. C’è ancora qualche giorno di tempo perché “Padova2020” e “Sinistra ecologia e libertà” cambino idea e convergano in una soluzione unitaria: altrimenti si assumeranno una pesantissima responsabilità verso la nostra città.
La transizione verso un modello di sviluppo sostenibile è matura ed urgente. L’elezione del prossimo Sindaco, nella primavera del 2014 è, da questo punto di vista, fondamentale. E’ necessario sviluppare il massimo della pressione per ottenere programmi adeguati dai candidati.
Al di là di quel che faranno le forze politiche, Legambiente ha messo a punto una cartolina che sarà consegnata ai futuri candidati sindaci prima delle elezioni chiedono loro di prendere impegni precisi a favore di una città più sostenibile (vedi QUI). L’iniziativa è inoltre diretta alla creazione di momenti di dibattito e di azione dal basso in città affinchè le elezioni non si giochino sopra le nostre teste. Firma e fai firmare le cartoline, passa in sede di Legambiente a ritirarle.
Lucio Passi – Legambiente Padova
Il programma di Padova2020 è già stato elaborato in modalità partecipativa dai gruppi tematici ed è disponibile al pubblico per la consultazione e soprattutto per la discussione e l’apporto di nuove idee su http://www.padova2020.it/crowdmap
Caro Tiziano,
ne sono al corrente (ho contribuito anch’io per la parte riguardante mobilità ed inquinamento), e non è molto diverso da quello di SEL. Se andate alla primarie divisi farete solo un gorsso favore a Ivo Rossi.
ciao
Sì, ma ognuno si assuma le proprie responsabilità. La “scelta” di “andare divisi” non esiste. C’è chi, attraverso meccanismi partecipativi e inclusivi sceglie un suo rappresentante e chi si accorge all’ultimo che vuole mettere il suo candidato di bandiera, che per anni ha portato avanti il programma di Zanonato dall’interno della giunta. Si può “ricomporre”? Sì, ma serve umiltà da parte di tutti, a partire da chi ha un “nome pesante” tra le proprie fila.
ma Alessandro Zan come spiegherà a tutti coloro che lo hanno votato (convintamente) affinchè andasse in Parlamento a lottare per i diritti di gay e lesbiche (e non solo) che adesso è meglio cercare di fare il Sindaco? Le battaglie per i diritti civili sono state tutte esaurite e vinte?
Vedo che molti si stanno schierando però questo non è il momento di dividersi ma quello di unire chi ha una visione della città simile. Il progetto di una virata nell’amministrazione per una città diversa è importante, ambizioso ed emozionante ma non si realizzerà mai se ci si comincia a dividere ancor prima di iniziare. E’ vero serve umiltà (da parte di tutti, però) ma anche rispetto verso gli altri, con questi 2 elementi spero si riesca a far sognare questa città che ne ha veramente bisogno!
Amici,
vi rendete conto che se non vi presentate insieme vimcerà sicuramente Ivo Rossi, continuatore di Zanonato? E posso ricordarvi che le regole delle primarie vi vincolano ad una coalizione con lui? Se prendete un “prefisso telefonico” poi sarete i loro ostaggio…
Diciamola tutta: Padova2020 è da oltre un anno che ha aperto le porte a SeL Padova per stendere il programma insieme, addirittura a giugno di questo Padova2020 ha approvato 3 mozioni proposte da SeL Padova, dopodichè SEL Padova è sparita. Più volte sono stati contattati ma c’è sempre stato il silenzio più assoluto ed ora a ridosso delle primarie saltan fuori, tra le altre cose proponendo una persona che è già parlamentare della Repubblica Italiana, decisione presa da meno di 15 persone in assemblea, mentre il candidato sindaco di Padova 2020 è stato eletto da molte più persone. Insomma, non è vero che la verità sta nel mezzo in questo caso.
Sinceramente sono estremamente infastidito dalla tesi secondo cui “se non vi presentate insieme vimcerà sicuramente Ivo Rossi”. Questo è tutt’altro che scontato e prevede che entrambe le forze debbano per forza essere marginali, un po’ come SEL e Rifondazione alle ultime elezioni. E sinceramente mi pare anche un po’ segno di pavidità: se ci saranno i due candidati separati avranno delle differenze (non solo di programma, ma di metodo e di contenuti portati avanti nel tempo – ricordo che Zan era in giunta con Zanonato e che Padova 2020 lavora da quasi un anno, tutti hanno avuto il tempo di farsi le proprie idee) e starà a tutti rimarcarle e schierarsi per decidere e non disperdere i voti creando poi una nuova corsa a assessorati di poco conto e ancor meno poteri come quella vista alle ultime elezioni. Per il patto di coalizione è un rischio, ma i termini di questo – stante che tutti i regolamenti sono in discussione – sono ancora ignoti. A volte serve un po’ di coraggio per rischiare e staccarsi dalle solite logiche che inchiodano Padova in schemi elettorali precostituiti a cui questo intervento sembra un po’ allinearsi.
Si diciamola tutta: Sel aveva chiesto a pd2020 un rinvio della scelta del candidato. PD2020 ha detto di no aprendo pero se fosse venuto fuori un nuovo candidato. Ora c’è ma pare che pd2020 non voglia più il confronto.
Trovo assurdo che Zan partecipi alle elezioni cittadine, ha già il suo bel da fare -e bel stipendio- come parlamentare. E’ una mossa che poco di costruttivo ha per il futuro di Padova, di sicuro è un giochetto tipico di una politica completamente distaccata dalle necessità della società. E così perderà anche lui, ma tanto il suo bel posto di parlamentare se lo terrà e non rischierà niente, a parte la decenza sua e del suo partito.
A dirla tutta la disponibilità al confronto da parte di Padova 2020 c’è, con la piena disponibilità ad una assemblea comune per il confronto sui candidati. Tant’è che è fissato un incontro con SEL per sabato mattina e non c’è stata alcuna rottura né tantomeno la decisione di presentare liste separate alle primarie.
certo Lorenzo, ci fosse un Pisapia come a Milano e un percorso dal basso che via via si allarga sempre più, forse forse si esce dalla marginalità. Altrimenti, per sperare di avere 5.000-6000 voti alle primarie, SEL e Padova20e20 devono unirsi (o come diresti tu, unire le loro marginalità)
Ma questi due ragruppamenti come si pongono di altre organizzazioni della sinistra a Padova? Non sarebbe di allargare la platea ?
Non c’è dubbio che dividere i voti tra Fiore e Zan sarebbe un autogol clamoroso che va ASSOLUTAMENTE evitato. L’area che possono rappresentare va molto al di là di Padova 20202 e di Sel. Si faccia un’assemblea cittadina ben pubblicizzata o una votazione palese via internet e se nessuno dei due supera il 55 % si tiri una moneta.
Noto che nessuno SEL è interveNuto in questa discusione.
FRANCAMENTE
per uscirne – in positivo – ci vorrebbe un arrocco (l’unica mossa a scacchi dove si muovono contemporaneamente due pezzi).
un’assemblea per la conta fra i due? deludente!
qui si tratta di uscirne in avanti, ad esempio con un nome nuovo che metta d’accordo un percorso partecipativo (pd2020) e il portato di un partito: uniti da molti temi programmatici come lo sviluppo sostenibile, diritti civili, innovazione e molto altro.
Ad es. a Bologna ci sono riusciti: Amelia (Frascaroli, provenienza Caritas, sostegno dei prodiani) era sicuramente fuori da SEL, ma personalità che parlava e si confrontava da tempo con le associazioni, quel partito e pezzi di città.
Il risultato? 36% alle primarie (dove il Pd ha vinto solo perchè si è ricompattato) e il 11,5% allle comunali !!! (4 consiglieri) dove si sono inventati una lista civica sostenuta da Vendola che ha tenuto dentro la guista visibilità di SEL con la carica innovativa di molti altri.
Troppo difficile a Padova?( o è solo che l’erba del vicino è sempre più verde??). Manca il terzo uomo? (o donna?)
Andrea
ps: la preoccupazione di SEL sulla visibilità del simbolo alle comunali è superata dal fatto che “si dice” che alle europee (25 maggio, stesso giorno) tanto quel simbolo non ci sarà
Cito dall’articolo di Lucio:
“In questi decenni il Sindaco e la grande maggioranza dell’Amministrazione Comunale di Padova sono stati per lo più appiattiti su un’idea di sviluppo della città che ha avuto come obiettivo quello di favorire – tout court – le richieste dei poteri economici forti.”
Punto.
Gianni
a Francesco Fiore e Alessandro Zan sommessamente faccio notare le piccole novità locali di oggi: Civati a Padova città al 21% e Marco Ferrero delle ACLI che decide di candidarsi per fare massa critica. E’ il terzo uomo che fa sintesi o l’ennesima frammentazione? C’è qualcosa da discutere? come lavorare per l’unità e per l’innovazione?