“Luoghi e paesaggi” di Andrea Zanzotto (Bompiani)
Andrea Zanzotto (1921-2011) nasce a Pieve di Soligo (TV). E’ uno dei più grandi poeti e saggisti veneti, attivo durante la Resistenza, piùvolte candidato al Nobel per la letteratura.
La scrittura di Zanzotto racconta di un paesaggio in trasformazione. Ai luoghi reali della vita dell’autore, il Veneto dalle Dolomiti alle lagune, si affiancano i paesaggi rappresentativi di viaggi, immaginati o compiuti, in altri paesi europei. La narrazione si intreccia tra il ritratto dei luoghi e quello delle persone incontrate dall’autore; tutte inestricabilmente connesse, ma senza che di esse si possa disegnare una “mappa razionale” dei posti e degli incontri. Ma questo è ben lungi dall’essere una mancanza.
Il risultato dei percorsi umani e delle peregrinazioni vissute da Zanzotto realizzano un rapporto col mondo capace di andare oltre, e di resistere, alle modificazioni violente e senza storia del territorio. Questo diventa evidente negli ultimi racconti, più vicini ai nostri giorni, quando forse Zanzotto sente più evidente la differenza tra il paesaggio davanti agli occhi, con quello della sua infanzia.
In particolare, nel racconto “il quartier del Piave” la consapevolezza del poeta si acuisce, e diventa esplicita: “mai come oggi l’uomo si è staccato dalla natura che oggi troviamo morente e condannata. Non ci sono parole sufficienti a parlare delle devastazioni del paesaggio“.
Questo nel 1974.
L’arte, sopratutto quella piccola, quotidiana, popolare, e l’immaginazione, possono mantenere vivi i fili che ancora oggi, più di nascosto, annodano uomini e paesaggi, in attesa di tempi migliori. Vincerà chi saprà preservare e riscoprire i tempi lunghi della giusta fatica e delle trasformazioni rispettose della storia e dell’ambiente.
A cura di Marco Bolzoni, redazione Ecopolis