L’ECONOMIA CIRCOLARE DEI RIFIUTI PER FERMARE DISCARICHE E NUOVI INCENERITORI

Nell’edizione 2024 di Ecoforum si è incentrata sullo stato di avanzamento del Piano Rifiuti Veneto per capire a che punto sono i territori rispetto agli obiettivi regionali

Lo scorso weekend si è svolto Ecoforum Veneto, il forum regionale per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti urbani, organizzato da Legambiente Veneto con il patrocinio e la collaborazione di Arpav, Assessorato all’Ambiente di Regione del Veneto e dipartimento Dafnae dell’Università degli Studi di Padova. Giunto alla nona edizione, l’evento ha visto impegnati amministratori regionali e locali, enti gestori della raccolta dei rifiuti urbani, aziende leader del riciclo, esperti ed addetti ai lavori, in importanti momenti di discussione e dialogo per confrontarsi su modelli e filiere al fine di stimolare passi in avanti condivisi e collettivi sui temi principali della IX edizione: piano rifiuti del Veneto, modelli di raccolta e tariffari, innovazioni di filiera, riuso e riciclo.

La prima giornata di discussione di Ecoforum ha messo al centro il dialogo tra imprese ed aziende dell’economia circolare, Regione, Amministratori ed Enti territoriali impegnati nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani a confronto sulle soluzioni impiantistiche e di modello innovative per la gestione dei rifiuti e sui sistemi di raccolta e di tariffazione virtuosi, inquadrati nel contesto dello stato di avanzamento del Piano Rifiuti Veneto. Un’occasione per capire a che punto sono i territori rispetto agli obiettivi sempre più stringenti posti da Regione Veneto (che con all’aggiornamento del Piano rifiuti regionale avvenuto nell’agosto del 2022 ha previsto anche la rivoluzione delle tariffe uniche, da quella di smaltimento a quelle di bacino) e per conoscere le prospettive delle imprese del settore – dagli ostacoli burocratici e tecnologici che oggi ne rallentano lo sviluppo alle proposte impiantistiche innovative messe in atto dagli enti gestori e dalle aziende leader del riciclo per “chiudere il cerchio” delle filiere strategiche dell’economia circolare. Obiettivo della giornata, condividere i pilastri di un impegno comune a perseguire la strategia “rifiuti zero, impianti mille” che Legambiente predica da lungo tempo, per fare in modo che la sfida sia abbracciata da tutti e non solo dalle esperienze più virtuose che fino ad oggi hanno garantito al Veneto di raggiungere performance nel riciclo tra le migliori d’Italia e persino di molti Länder tedeschi.

La seconda e conclusiva giornata è stata dedicata come di consueto alla presentazione dell’annuale rapporto regionale Comuni Ricicloni, realizzato da Legambiente grazie ai dati messi a disposizione da Arpav per evidenziare le performance dei Comuni e premiare i più virtuosi nella raccolta differenziata ovvero nella gestione efficiente del ciclo dei rifiuti. Un’importante vetrina per le eccellenze della regione a cui l’associazione ambientalista dedica questa celebrazione giunta alla sua IX edizione.

Analizzando il territorio, emergono eccellenze come i bacini di Destra e Sinistra Piave nel trevigiano, il comprensorio di Belluno e la zona del Verona Sud. Particolarmente significativo è il caso del Consiglio di bacino di Rovigo, che ha ridotto il rifiuto residuo del 17,2% in un solo anno grazie all’introduzione della tariffa unica di bacino e a un sistema di raccolta porta a porta spinto. Questi interventi, basati su modelli responsabilizzanti, hanno dimostrato come innovazione e determinazione possano trasformare le performance di un intero territorio.
Il rapporto premia le eccellenze dei Comuni ricicloni e Rifiuti free ovvero quelli che inviano a smaltimento meno di 75 kg. Sono 110 i comuni che raggiungono il prestigioso obiettivo ma questi salgono a 310 (+11 rispetto all’anno precedente) se consideriamo quelli che raggiungono solo il titolo di Comune Riciclone ovvero che conferiscono meno di 80 kg di indifferenziata all’anno pro-capite come previsto dal piano rifiuti regionale. Per le classifiche complete dei Comuni, suddivisi per numero di abitanti, e degli altri enti territoriali rimandiamo alla lettura delle classifiche e del Rapporto.

Ci soffermiamo soltanto nell’analisi delle città capoluogo di provincia, tra le quali si conferma un’eccellenza il comune di Treviso, la Città più riciclona del Veneto, dimostrando che gli obiettivi di una gestione eccellente dei rifiuti sono possibili anche nelle città. Il comune di Treviso riesce a differenziare più dell’87% del rifiuto e manda a smaltimento poco più di 80 kg di rifiuto. Il capoluogo della marca è seguito da Belluno che differenzia l’86% a cui quest’anno si è avvicinata la novità Rovigo, che con un balzo in avanti di quasi quindici punti percentuali in un solo anno raggiunge il traguardo dell’83%. Un risultato positivo, quello di Rovigo, che spiega con i dati come si possono raggiungere rapidamente ottimi risultati applicando modelli virtuosi e coinvolgendo i cittadini e le cittadine nel raggiungerli. Il comune di Vicenza peggiora di oltre due punti percentuali scendendo al 73,4% di raccolta differenziata. Padova e Venezia stazionano rispettivamente al 64,5% e 63%. Non da ancora segni di miglioramento Città di Verona che rimane inchiodata con una capacità di riciclare pari al 53,4% un gap elevato con le altre Città su cui riflettere.

In merito a Padova, oltre al dato pressoché stabile della raccolta differenziata, va sottolineata l’alta produzione di Rifiuto Urbano Residuo per abitante, 207 kg, e di rifiuto a smaltimento: 233 kg/ab_eq, numeri che certamente sono influenzati anche dall’insistere in città di realtà quali un grande ospedale, una popolazione studentesca tra le più numerose d’Italia, e una grande zona industriale, ma che non giustificano uno stallo nel miglioramento delle perfomance che perdura da troppo tempo. Dopo oltre 20 anni dalla prima introduzione del sistema porta a porta in città, il percorso non è ancora completato: è ora che il servizio venga finalmente esteso a tutto il Comune, coinvolgendo anche i rioni che ancora mancano all’appello. In parallelo serve sperimentare l’introduzione di una tariffa puntuale che tenga conto dei rifiuti prodotti da ciascuna utenza, consentendo così di applicare il principio per cui “chi più inquina, più paga”, che è di grande importanza per ridurre al minimo la frazione dei rifiuti indifferenziati che vengono smaltiti attraverso discariche e inceneritori, come ha dimostrato la grande crescita qualitativa e quantitativa di Rovigo.

Redazione Ecopolis