Padova spicca in negativo nel panorama nazionale, tra le prime posizioni in quasi tutti gli indicatori di degrado ambientale: carenza di verde urbano, traffico, smog, consumo di suolo (quarto posto nazionale e primo regionale nel 2015, fonte: Ispra), temperature estive, rischio idrogeologico, patologie ambiente-relate.
Contribuiscono a questa situazione le politiche urbane recenti: oltre 2.000 grandi alberi abbattuti negli ultimi 4 anni, ad un ritmo di 400-500 all’anno.
Padova abbatte alberi stradali 6 volte più di Verona e oltre 20 volte di più di Toronto. Invece di fare il censimento degli alberi monumentali il Comune li abbatte, rimpiazzandone solo una parte con alberelli di III e IV grandezza. Oggi oltre il 50% degli alberi stradali sono di piccola taglia, cioè sotto i 7 m di altezza. Con una dotazione attuale di circa 40.000 alberi, ovvero solo 0,2 alberi per abitante, la copertura arborea di Padova è in rapida diminuzione per numero, dimensioni e biomassa.
Non va meglio se degli alberi pensiamo al verde in generale: Padova ha una percentuale di verde pubblico di circa 3% con una superficie di verde usufruibile del solo 1,18%, secondo il censimento comunale di parchi e giardini pubblici, confrontabile con quello di città inquinate e ambientalmente degradate quali Mumbai e Shangai. Di pari passo con il consumo di verde e suolo si sono moltiplicati a dismisura in tutta la città i parcheggi, le costose rotonde, gli ipermercati e i centri commerciali, i permessi di edificazione privata. Negli ultimi 2 anni e mezzo, gli oltre 1000 grandi alberi tagliati dall’amministrazione hanno lasciato posto a oltre 3000 nuovi posti auto (contando i parcheggi dei nuovi ipermercati, dello IOV, dell’ospedale S. Antonio e anche i 1000 posti previsti per lo stadio Plebiscito).
L’albericidio diffuso e la desertificazione di Padova sono dati di fatto, ma anche il tema dell’incontro che il Comitato Difesa Alberi e Territorio propone in occasione della giornata dell’albero il prossimo 21 novembre alle 18 in via A. da Tempo 2 (sede Beati Costruttori di Pace, zona Stanga, Padova). Per sensibilizzare i cittadini ai problemi climatici ed ecologici delle città moderne ed avanzare soluzioni economicamente convenienti e competitive in base ai principi dell’ambientalismo scientifico interverranno, oltre al sottoscritto, portavoce del comitato, l’agronoma Elena Macellari, il botanico ed ex consulente della Regione Veneto prof. Patrizio Giulini, l’agronomo Gabriele Pezzani.
L’Italia è il paese europeo più vulnerabile ai fenomeni climatici estremi; il Nord ha visto un aumento delle temperature maggiore rispetto al Sud, di 1,8 gradi, anche a causa dell’effetto “isola di calore” legato al consumo di suolo (cemento più asfalto). Un obiettivo importante è quello di far capire ai padovani che le aree verdi e i grandi alberi cittadini giocano un ruolo chiave soprattutto nella temperatura e nel clima locale, ma aumentarli, come fa la maggior parte delle città europee sostenibili, significa contrastare strategicamente sia gli effetti devastanti del riscaldamento globale che l’effetto “isola di calore” locale; migliorare il benessere e la qualità della vita di tutti; prevenire, con significativo vantaggio economico, le conseguenze di eventi come alluvioni e tornado.
Purtroppo, però, in particolare nel Veneto, l’ecologia intesa non come movimento, ma come ramo maturo delle scienze biologiche, è ancora ampiamente ignorata e le strategie economiche a breve termine dei pubblici amministratori si basano sulla cementificazione, asfaltatura e monetizzazione massiccia e immediata di qualsiasi area verde residua delle città.
Alessandro Angrilli, portavoce Comitato Difesa Alberi e Territorio