Va respinto il progetto di un nuovo Centro smistamento merci che comporterebbe l’edificazione, in deroga agli strumenti urbanistici, di oltre 15 ettari di suoli agricoli.
A breve sarà posta all’ordine del giorno del Consiglio Comunale la richiesta della società Ali spa di urbanizzazione ed edificazione di oltre 15 ettari di terreni per i quali il Piano Regolatore prevede invece la salvaguardia dell’esistente e quindi la destinazione a fini agricoli. Un progetto che, contrastando con gli strumenti urbanistici vigenti, richiede al Comune di Padova di esercitare i poteri di deroga consentiti dalle norme del cosiddetto “Sportello Unico per le Attività Produttive” (SUAP): norme che la stessa Regione sta rimettendo in discussione in quanto consentono interventi che non solo comportano un consistente consumo di suolo (in contrasto con i principi della Legge regionale 14 del 2017), ma che sono altresì “… sottratti al controllo di coerenza e ai processi valutativi degli strumenti di pianificazione generali”.
Una richiesta di Variante agli strumenti urbanistici che il Consiglio comunale può accettare o respingere.
La società Ali motiva la propria richiesta con l’intenzione di estendere e potenziare il proprio centro di magazzinaggio e smistamento merci già presente in via Svezia ai margini della zona industriale e con l’affermazione che non vi sarebbe disponibilità di un’area equivalente all’interno della zona industriale di Padova. Nel merito va in primo luogo osservato che, sulla base di una serie di sentenze del Consiglio di Stato relative proprio alle norme del SUAP, non è certo sufficiente una dichiarazione della ditta interessata. Preliminare ad ogni ipotesi di deroga è la “rigorosa verifica” della carenza di aree libere a destinazione pertinente o aree dismesse già urbanizzate da parte del dirigente comunale “Responsabile del Procedimento”. Verifica che allo stato attuale non ci risulta sia stata effettuata e certificata.
Ma, a parte ciò, va evidenziato che il progettato nuovo centro smistamento merci dell’Alì interessa un bacino d’utenza quantomeno regionale e che quindi la verifica della presenza o meno di siti più idonei alla sua localizzazione va fatta a detta scala, ponendo soprattutto l’attenzione alle aree industriali dismesse. Secondo il Geoportale di “Assoindustria VenetoCentro”, nel Veneto vi sono più di 11mila capannoni industriali dismessi o inutilizzati, il 12% dei capannoni esistenti: una percentuale confermata da recenti indagini relative alla zona industriale di Padova, dove il 15% dei capannoni risulta dismesso o inutilizzato, per una superficie complessiva di circa 31,3 ettari.
Tanto più inaccettabile appare il progetto della società Ali, se si considerano gli “Indirizzi generali di governo 2022-2027” approvati dal Consiglio comunale il 5 luglio 2022, dove si afferma la necessità di “… lavorare per il consumo di suolo zero, per il controllo della densificazione della città, per il recupero dei vuoti urbani delle aree degradate dismesse”. Obiettivo strategico che riprende e conferma quanto già previsto dal Piano degli Interventi adottato dal Consiglio nell’aprile 2022, che seleziona e riduce drasticamente le potenziali aree di espansione urbana al fine di contenere entro i 10 ettari il consumo massimo di suolo, compensato peraltro dal suolo recuperabile in altri ambiti urbani.
Il progetto del nuovo centro smistamento merci non solo distrugge importanti risorse ambientali e paesaggistiche, ma vistosamente contraddice anche le indicazioni di altri strumenti urbanistici, quali il “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” (PTCP) del 2009 e il “Piano del Verde” approvato nel marzo 2022.
Nel PTCP l’area oggetto dell’intervento ricade all’interno di un “Corridoio ecologico principale”, ovvero di un ambito naturalistico essenziale per la formazione di una rete ecologica a scala provinciale e “per la possibile ricolonizzazione del territorio antropizzato”. Un ambito prossimo agli argini dell’Idrovia Padova-Mare e ad una zona boscata vincolata paesaggisticamente dallo stesso PTCP.
L’area d’intervento fa inoltre parte di un più esteso ambito periurbano destinato dal Piano del Verde a “Parco Agro-paesaggistico”, nel quale salvaguardare e valorizzare gli elementi del paesaggio agrario ancora esistenti, attraverso l’agro-selvicoltura, l’implementazione del sistema bordocampo, la creazione di fasce tampone e la messa a dimora di nuove siepi campestri, al fine di accrescere la fertilità dei suoli e la biodiversità e quale risposta ai cambiamenti climatici in atto. Un’area al cui interno è ancora presente un fabbricato rurale, di indubbio valore storico-documentale e paesaggistico, che il progetto della società Ali prevede di demolire.
Sono queste le ragioni di fondo per cui chiediamo al Consiglio Comunale di respingere la richiesta di deroga al Piano degli Interventi. Una deroga che aggraverebbe una situazione ambientale già fortemente compromessa dal diluvio di cemento dei decenni passati, che vistosamente contraddice la dichiarata volontà di avviare la nostra comunità verso un più generale processo di transizione ecologica e che, ove accolta, costituirebbe un pericoloso precedente in quanto difficilmente in un prossimo futuro potrebbero essere respinte analoghe richieste di Variante da parte di altre società, alcune delle quali, a quanto risulta, già stanno acquisendo terreni agricoli in prossimità della zona industriale.
Sergio Lironi, Presidente Onorario Legambiente Padova
Per dire no al progetto è possibile firmare on line oppure di persona al banchetto in Prato della Valle (angolo via Umberto I) sabato 28/01, 4/02 e 11/02 dalle 10 alle 18.