È possibile riconoscere e conoscere le vestigia della Padova romana? Chi segue le indicazioni della guida “Padova. La città di Tito Livio” , può riflettere sull’antica cultura di Padova attraverso le fonti archeologiche e quelle letterarie contenute nell’opera dello storico Tito Livio, passeggiando piacevolmente per la città.
Il libro è un lavoro di ricerca, sintesi e divulgazione frutto della sinergia tra Soprintendenza Archeologica, Università, ricercatori ed archeologi indipendenti, Musei Civici e Comune di Padova con il sostegno delle Fondazione Cariparo, nell’ambito delle celebrazioni per il bimillenario liviano.
Questo sintetico compendio, utile per riconoscere l’antico patrimonio monumentale cittadino e del suburbio, ora in parte nascosto, si compone di una serie di saggi per orientare il lettore ed una mappa con schede puntuali. Una sintesi integrata con una precisa bibliografia, che si rivolge soprattutto alle giovani generazioni e permette di collegare e approfondire la storia di Padova attraverso i molti legami con il territorio circostante.
La guida invita a passeggiare nell’antica Patavium, che fu un florido centro urbano dal I secolo d.C. Nel ripercorrere le direttrici urbane e gli spazi che hanno reso Padova un nodo fondamentale tra le città dell’Impero, si scorge in filigrana il dialogo tra le popolazioni locali e la civiltà latina.
Chi passeggia per Padova è accompagnato, ad esempio, lungo il lastricato di una strada oggi all’interno di un bar davanti al Duomo o attraverso le volte ed i pavimenti mosaicati dell’area sotto il Palazzo della Ragione. Luoghi quotidiani che le schede presentano sotto un nuovo punto di vista grazie al risultato di studi in continuo aggiornamento, indicandone la possibilità di visita.
Commercianti, cavalieri e liberti riemergono attraverso piccoli oggetti, minute tracce e steli, come quella che, ai Musei Civici, racconta di Purricina, schiava innamorata di un gladiatore, addolorata per la perdita dell’amato, un gladiatore del III sec. ucciso dalla cruda violenza dei giochi nell’arena patavina.
Si attraversa poi il cenacolo protoumanistico che volle riconoscere nell’antichità l’orgoglio civico di un fervido ambiente padovano, la Padova Carrarese dove Petrarca rende omaggio alla silenziosa meditazione degli antichi uomini di cultura rappresentati da Tito Livio e dalla sua pietra tombale dal 1547 a Palazzo della Ragione. All’ingresso del novecentesco Palazzo Liviano, ci accoglie un pensieroso Tito Livio, opera di Arturo Martini, circondato dalla narrazione della riscoperta dell’antico di Massimo Campigli.
L’opera di divulgazione e di sensibilizzazione nei confronti delle memorie archeologiche del territorio padovano è sviluppata oggi anche attraverso la realizzazione di modelli virtuali dei principali complessi monumentali romani della città, visibili grazie alla tecnologia immersiva di dispositivi per la realtà aumentata.
Le più recenti attività di studio delle vestigia romane hanno prodotto l’emersione dalla canaletta dell’Isola Memmia delle strutture di sostegno della platea del teatro romano a Prato della Valle. La nostra passeggiata nella Padova Romana di superficie potrebbe concludersi qui, in attesa di poterci nuovamente immergere nel sottosuolo per ammirare gli archi sotto cui scorreva il Meduacus, lungo la Riviera dei Ponti Romani.
Francesca Andreotta – redazione ecopolis