Fino ad alcuni anni fa il comune di Albignasego non brillava per moderazione nel promuovere l’espansione edilizia. Fiorivano le lottizzazioni a ridosso del comune di Padova tanto da suggerire il rischio di una saldatura del tessuto edificato delle due città.
Una prima inversione di tendenza si è manifestata nel 2013, in occasione dell’adozione del PAT (il Piano di Assetto del Territorio), per cui il comune di Albignasego ha messo da parte le previsioni di un aumento demografico di 4.688 abitanti in un decennio e di un conseguente volume abitativo di 1.070.000 mc. Così facendo ha limitato la capacità insediativa del PAT a 850.000 mc per 4.250 nuovi abitanti.
Una scelta positiva, che ha consentito di rinunciare a 220.000 mc di cemento, senza tuttavia sfruttare la possibilità di portare alla riduzione dello stesso volume residuo del vecchio PRG. Sarebbe bastato aggiornare, come più volte sollecitato dal forum nazionale “Salviamo il Paesaggio”, il computo delle case da recuperare ai fini abitativi. Invece nel PAT sono stati utilizzati i dati del censimento del 2001, sicuramente sottodimensionati rispetto alla situazione del 2013.
Ora il sindaco Filippo Giacinti, come si legge nel Mattino di Padova del 3 maggio, annuncia un’accelerazione nella lotta al consumo di suolo con la nuova variante “scaccia cemento” presentata al consiglio comunale.
Di cosa si tratta? Anticipando i contenuti delle leggi sul consumo di suolo il comune di Albignasego ha deciso di stralciare dal Piano degli Interventi tutte le aree residenziali di espansione che non sono state ancora approvate. Si tratta di un risparmio per il territorio di 100.000 metri cubi di cemento.
Inoltre per i Piani Attuativi (PUA) già approvati, ma non attuati, il comune ha deciso di fare decadere quelli per i quali non sarà stata firmata la convenzione entro l’anno, concedendo un ulteriore anno per i soli piani che contengono previsioni viabilistiche strategiche. Se nessuna convenzione dovesse essere firmata, il risparmio sarà di ulteriori 180 mila metri cubi.
Nel rendiconto del Mattino l’assessore all’Urbanistica, Federico Rampazzo, ha rivendicato inoltre i 15.000 mc risparmiati con l’adozione delle cosiddette “Varianti Verdi”; varianti in cui, su richiesta dei proprietari, alcune aree edificabili sono state restituite all’uso agricolo. Ma qui va richiamato l’inganno che le “Varianti Verdi” nascondono: la legge regionale dice che tali varianti non incidono sul dimensionamento del piano regolatore, il che vuol dire che il volume che la variante cancellerà dall’area potrà essere ricollocato altrove.
Del resto anche la variante “scaccia cemento” non riduce il dimensionamento del PAT ma va solo a stralciare dal Piano degli Interventi, che è il piano operativo con cui il PAT viene attuato, le lottizzazioni che non rispetteranno il termine perentorio di approvazione imposto dal comune. Si tratta quindi di un congelamento dell’edificazione che potrà essere riproposta in un futuro Piano degli interventi.
La via maestra per contrastare effettivamente il consumo di suolo è invece quella di approvare una variante al PAT che, sulla base di oggettive ed attuali proiezioni demografiche, ne riduca il dimensionamento e provveda al fabbisogno abitativo recuperando i fabbricati vuoti o sottoutilizzati e mirando alla rigenerazione urbana.
Ciò comunque non toglie merito al comune di Albignasego, che non si è rifugiato dietro alla falsa scusa che esistono diritti acquisiti che impediscono di ridurre le aree edificabili dei vecchi piani regolatori ma, affermando che la difesa del suolo costituisce un interesse pubblico prevalente, si appresta ad annullare intere lottizzazioni.
Un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti i comuni della provincia padovana ad iniziare dal capoluogo. Vedremo nelle prossime edizioni di Ecopolis cosa prevedono sul punto i candidati sindaco.
Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova