L’esposizione a sostanze chimiche dannose è una rilevante causa di danni cronici alla salute e persino di morte. Le donne sono le più colpite
Un aspetto su cui poco si sa riguardo all’ineguaglianza tra i sessi, è come le donne sono più esposte degli uomini al contatto con sostanze tossiche e nocive, cosa che aumenta i fattori di rischio nella loro vita.
Il progresso scientifico nelle società industrializzate è sempre stato caratterizzato dall’uso e dalla creazione di sostanze chimiche. Nei cinquant’anni dal 1950 al 2000 il volume globale della produzione di sostanze chimiche è aumentato di cinquanta volte, e i tentativi di evitare che il contatto con essi abbia ripercussioni sulla salute delle persone non riescono a stare al passo con la velocità dello sviluppo industriale. Quella che stiamo affrontando è una crisi senza precedenti, che oltre a colpire individualmente le persone, aumenta le già esistenti disuguaglianze sociali e fa crescere rapidamente il tasso di disturbi di salute cronici dovuti al contatto con tali sostanze.
Tra le sostanze più pericolose, la World Health Organization cita il mercurio, i cui effetti arrivano al creare danni che impediscano lo sviluppo cerebrale, rendendo quindi l’esposizione con esso una preoccupazione particolarmente centrale per le donne in stato di gravidanza. Il contatto con essi può anche causare problemi cardiovascolari, insonnia, perdite di memoria, variazioni neuromuscolari e mal di testa.
Per via di una serie di ragioni, le donne subiscono molto di più gli effetti del contatto con sostanze tossiche. Per via della ancor oggi molto forte diffusione di ruoli di genere tradizionali, le donne sono molto più frequentemente degli uomini relegate al lavoro in casa, avendo quindi un contatto frequente con le sostanze chimiche contenute in prodotti che spesso non sono adeguatamente controllati, come l’ammoniaca ed altri tipi di acidi. Inoltre per ragioni biologiche le donne tendono ad accumulare maggiormente le tossine delle sostanze chimiche nel corpo, subendo quindi più danni all’organismo, specialmente al sistema riproduttore. Molte di queste sostanze chimiche possono essere trasmesse dalla madre ai figli, creando danni irreversibili ai bimbi.
Un altro elemento che espone le donne al mercurio sono i prodotti cosmetici. Difatti molti di essi contengono, tra varie altre sostanze, proprio il mercurio. In grossa parte per via degli esistenti standard di bellezza, le donne fanno un utilizzo massiccio di prodotti cosmetici che non vengono sottoposti a controlli sulla sicurezza. Un recente studio, infatti, ha rivelato la presenza di arsenico anche nella composizione di alcuni assorbenti. Particolarmente dannosi sono i prodotti per schiarire la pelle, particolarmente usati dalle donne di colore per via dei canoni di bellezza che preferiscono una carnagione più chiara. La presenza di queste sostanze sulla superficie della pelle, ne causa anche lo spargimento all’interno delle case.
I principali colpevoli della diffusione di prodotti che non rientrano nei limiti di sicurezza sono piattaforme di vendita online che, per non perdere clienti, permettono la vendita di prodotti provenienti da produttori che non si curano della qualità di ciò che mettono in vendita.
La questione delle differenze di genere anche nell’esposizione alle sostanze chimiche sta diventando un argomento rilevante nelle legislazioni che mirano a proteggere la popolazione dal rischio delle sostanze chimiche nocive, ma ancora i regolamenti lasciano molto a desiderare e l’argomento viene citato solo di sfuggita nell’ultimo testo legale.
La Commissione Europea e gli Stati Membri della UE devono iniziare a preoccuparsi dell’enorme sproporzione in cui le donne vengono sottoposte al contatto con tali sostanze nocive e ai diversi modi in cui il loro organismo viene danneggiato. I governi devono iniziare ad imporre restrizioni più severe sul monitoraggio e sulla produzione di prodotti per la casa, cosmetici, e altri prodotti che espongono in modo eccessivo le donne alle tossine di certe sostanze. Inoltre, il diritto all’informazione deve essere imposto in modo efficace per permettere alle persone di fare delle decisioni consapevoli riguardo i prodotti che utilizzano, in modo da garantire la loro sicurezza.
L’articolo completo è disponibile su META.
Sofia Brendolin, redazione Ecopolis