La certificazione volontaria Residuo Zero è una delle più interessanti evoluzioni dell’agricoltura europea e Legambiente la rilancia.
Promosso da Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità, il cui Ufficio Nazionale ha sede a Padova, recentemente si è svolto il webinar “Residuo Zero”: un impulso per lo sviluppo dell’Agroecologia. È la nuova sfida che Legambiente lancia al mondo dell’agricoltura convenzionale. La certificazione volontaria “Residuo Zero” rappresenta una delle recenti e più interessanti evoluzioni all’interno del panorama agricolo europeo: in Francia ha conquistato il 21% del mercato alimentare, ma è ancora poco diffuso in Italia.
Diffonderlo è la nuova sfida che Legambiente lancia mondo dell’agricoltura convenzionale anche con l’obiettivo di favorirne l’avvicinamento al metodo biologico. Leggi il documento completo
Il “Residuo Zero” risponde a una domanda di maggiore qualità. Offre un prodotto alimentare tal quale o trasformato, sicuro con la garanzia che nell’alimento non ci siano fitofarmaci o altri residui chimici oltre il limite di quantificazione analitica. Ovvero il limite di rilevabilità, infatti se le produzioni agricole devono garantire a tutti l’accesso al cibo, devono anche poter garantire una sicurezza alimentare fondamentale e universalmente significativa. Da qui l’agricoltura italiana può continuare sulla strada della sostenibilità, anticipando anche la grande distribuzione organizzata ed aumentando così la sua forza nella battaglia contro il “primo prezzo” che rende difficile lo sviluppo di filiere agricole virtuose.
La pratica del “Residuo Zero” si fonda su due capisaldi:
Produzione responsabile, vale a dire realizzazione di prodotti e servizi socialmente vantaggiosi e sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Consumo responsabile che significa abbandonare la strategia “dell’acquisto di impulso” basata sostanzialmente solo sul confezionamento, presentazione e prezzo del prodotto finale. Al contrario va finalmente considerato un valore fornire ai cittadini un corretta ed esaustiva informazione sulla sicurezza dei prodotti alimentari proposti, i loro reali contenuti ambientali, sociali, etici e il percorso di filiera.
Il consumatore finale dovrà avere a disposizione tutte le informazioni necessarie per definire e qualificare il proprio acquisto, soprattutto quella relative alla presenza di sostanze chimiche all’interno dei prodotti.
Perciò le aziende saranno chiamate a descrivere e certificare in etichetta le caratteristiche e i valori del prodotto, riassumendo l’intero percorso di filiera.
Certo, per molti produttori si tratta di cambiamenti importanti, ma l’educazione alimentare insita in questi processi produrrà una maggiore tutela sia per la collettività sia per gli interessi delle aziende.
Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità (Laiq), la ventennale campagna nazionale di Legambiente, si impegna con tutte le sue forze per la massima diffusione del “Residuo zero”. Agirà dunque per coinvolgere e supportare quante più Aziende vogliano dare serio e sincero contributo alla sostenibilità in agricoltura.
Inoltre Laiq sta progettando la promozione dell’agricoltura sostenibile sotto il segno del “Residuo Zero” attraverso l’organizzazione di un sistema premiante delle filiere di qualità, comunicato ad ampie fasce di cittadini consumatori.
Lucio Passi, Responsabile nazionale Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità