Venerdì scorso è stata una giornata storica.
A quasi cinquant’anni dalla denuncia dei limiti dello sviluppo del Club di Roma, si sono svolte quelle che appaiono a tutti gli effetti le più grandi mobilitazioni ambientaliste di sempre: circa due milioni di persone in oltre 2000 appuntamenti che hanno coinvolto 125 paesi in tutto il mondo.
Dopo la Germania, l’Italia è stato il secondo paese europeo per manifestazioni; la nostra città, Padova, arriva a superare le ventimila persone e ha subito riconvocato la mobilitazione per oggi, mentre si è già organizzato il secondo sciopero globale per il prossimo 24 maggio.
A ispirare i moltissimi giovani e giovanissimi che sono scesi in piazza il 15 marzo per i Fridays for Future è stata una ragazzina svedese, Greta Thunberg: era il 20 agosto scorso, quando, ancora quindicenne, Greta ha deciso di non presentarsi più a scuola fino al 9 settembre, giorno delle elezioni politiche in Svezia: lì è iniziato il suo Sciopero scolastico per il clima, proseguito e allargatosi ogni venerdì fino ad oggi, con lo scopo di chiedere ai governi di agire in fretta e efficacemente per contrastare il cambiamento climatico.
Un percorso importante, in cui bisogna evitare di ridurre il ruolo di Greta a quello di semplice simbolo, perché centrale è stata la sua esemplarità, il suo aver avuto il coraggio di cominciare il cammino da sola: è proprio grazie al suo esempio che Greta è stata capace di catalizzare un’azione collettiva come risposta a un bisogno diffuso, quello di una risposta efficace contro il riscaldamento globale.
Una giornata, quella di venerdì 15 marzo, densa dunque di significato, già a partire dal fatto di aver scelto una forma inedita di manifestazione, unendo lo sciopero, studentesco per giunta, per parlare di temi ambientali. Ma è stata anche una manifestazione globale ricca di indicazioni e insegnamenti.
I ragazzi scesi in piazza ci ricordano con forza che la scelta ambientalista non deve e non può essere ridotta a una questione altruista, a un fatto “da generosi”, per per quanto nobile sia (ne avevamo parlato qui): può e deve invece essere motivata da interessi e desideri, dalla propria qualità della vita fino alla sopravvivenza del genere umano sulla terra (dei rischi dei cambiamenti climatici abbiamo parlato qui).
Ma è anche molto significativo il richiamo dei ragazzi e delle ragazze al fatto che ognuno può e deve fare qualcosa: “La minaccia più grande per il nostro pianeta è pensare che qualcun altro lo salvi” recitava uno dei moltissimi cartelli portati dai manifestanti nel corteo di Padova. Un richiamo, quello agli stili di vita, che deve essere ascoltato, perché insieme alla indispensabile riconversione della nostra economia e della nostra società, è necessario da parte di tutti e tutte un cambio di mentalità e di vita per essere sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
Infine, la trasversalità dei temi dell’ecologismo: l’enorme partecipazione e le tante persone diverse in piazza venerdì ci mostrano che la tutela dell’ecosistema non è appannaggio di ideologie o minoranze organizzate, di persone più preparate o più brave nell’essere sostenibili, ma è patrimonio di tutti gli uomini e le donne che decidono, con buona volontà, di impegnarsi nel fare qualcosa.
I giovani in piazza ci gridano che siamo già in ritardo e che questa è la nostra ultima occasione per salvare noi e la Terra dagli effetti più devastanti e terribili dei cambiamenti climatici in atto. Hanno ragione. Sta a tutti e tutte noi la responsabilità di fare in modo che sia finalmente l’inizio di una inversione di rotta, della conversione ecologica della nostra civiltà.
Luca Cirese – redazione ecopolis
Cancellato un evento epocale. L’ecologia è sovversiva perché mette in discussione l’immaginario capitalista dominante. Ne contesta l assunto fondamentale secondo cui il nostro orizzonte è il continuo aumento della produzione e dei consumi. L’ecologia mette in luce l’impatto catastrofico della logica capitalistica sull’ambiente naturale e sulla vita degli esseri umani. (Castoriadis). Francesca