Nadir, un presidio prezioso

Raccontare cosa ha significato il covid 19 per il Circolo Nadir parte da un dato semplice e drammatico: Nadir è chiuso dal 23 febbraio.

 

All’inizio del terzo anno di apertura, l’associazione, che gestisce grazie all’impegno di molti volontari il circolo al civico 10 di Piazza Gasparotto, era fiduciosa sia sullo sviluppo delle progettualità culturali e sociali, sia sul superamento di alcune criticità economiche. Ma nessuna attività per Nadir equivale a nessuna entrata, perché lo spazio, in affitto da una società, vive esclusivamente grazie ai contributi di chi lo frequenta per attività, serate e corsi. Grazie ad un crowdfunding e alle centinaia di persone che vi hanno contribuito, si è potuto continuare a riflettere e programmare attività in sicurezza per la fine dell’estate e l’autunno.

In estate purtroppo non è stato possibile organizzare Yucca Fest in Piazza, ma si è ospitato il campo estivo di Libera e fondata Piazza Gasparotto APS. Nadir è stato inoltre coinvolto dal circolo Carichi Sospesi, dall’iniziativa del Parco Prandina e da Arcella Bella per contribuire con le proprie proposte di musica e teatro alla socialità responsabile e di qualità della città. “Spazi Aperti” ha anche reso possibile proporre una serie di iniziative in Piazza Gasparotto a fine estate, insieme alle realtà di Piazza, nonché ARCI e ASU.

Quando finalmente si stavano per avviare nuove proposte e tipologie di attività al chiuso in sicurezza, frutto di grande volontà e delle rielaborazioni basate su una ridottissima capienza possibile, è arrivato il DPCM del 24 ottobre ad azzerare ogni sperimentazione: in quanto circolo, ovvero “centro culturale”, Nadir è rimasto chiuso.

Quest’autunno è stato ritenuto sacrificabile tutto ciò che ha a che fare con il benessere delle persone, mentre produttività e consumismo sono rimasti caposaldi della nostra società anche in barba alla salute. Sacrificati circoli, musei, teatri, cinema, biblioteche, sport di base, come se si trattasse di mero intrattenimento e non di necessità fondamentali della cittadinanza.

Oltre a questo, si può constatare come ancora una volta le realtà culturali no profit del Terzo Settore come Nadir non sono considerate nelle proprie peculiarità, forse addirittura ignorate: un circolo rientra in una categoria di spazi che devono rimanere chiusi, ma al suo interno vi si svolgerebbero tante attività – dalla corsistica alla somministrazione di cibi e bevande – che sono qui sospese, ma possono invece svolgersi in altre sedi. Questa scarsa rilevanza delle nostre realtà si nota su diversi fronti: obbligare improvvisamente le realtà del Terzo Settore ad una gestione commerciale delle proprie entrate istituzionali, come prevede l’art. 108 della Legge di Bilancio attualmente in discussione, comporterebbe un appesantimento insostenibile degli adempimenti amministrativi e del carico fiscale, come denunciato da Arci Nazionale. Nel frattempo, si vedrà attivato un fondo specifico per contributi al Terzo Settore ben un anno dopo l’inizio dell’emergenza. Finora, garantire la continuità di esistenza a spazi sociali e culturali che sono anche luogo di produzione e professionalità artistiche non è stato considerato abbastanza urgente.

Nadir è tra i firmatari dell’appello “Non è tempo libero – è il tessuto vivo delle nostre città” proposto da Mi Riconosci?, perché il tempo vissuto consapevolmente arricchendo di esperienze e relazioni la propria vita non è tempo perso.
Lo spazio fisico messo a disposizione da Nadir, in cui la socialità è intesa sempre come inclusiva, responsabile e di qualità, non è un divertimentificio, è un laboratorio di partecipazione e promozione artistica e culturale complesso e plurale. Il Circolo ha inoltre rappresentato in questi anni un presidio di attenzione alle problematiche relative ai fenomeni di marginalità sociale presenti in piazza Gasparotto, contribuendo a riflettere sui possibili interventi.

L’impegno presente e futuro è quello di continuare a rispondere al bisogno dei soci e delle persone della nostra città di esperienze relazionali e culturali di qualità, al di fuori delle logiche di mercato, ma gli sforzi delle singole realtà rischiano di rimanere vani se istituzioni locali e nazionali non assumono come urgente la necessità di piani e progettualità strutturali in ambito culturale e nello specifico del culturale no profit.

Il Terzo Settore ha come obiettivo combattere la solitudine e l’isolamento che intaccano il benessere delle persone e la coesione sociale; non può essere abbandonato proprio quando le nostre comunità sono così minacciate.

Ecco dunque un saluto che è anche un augurio a tutti: ci si vede a Nadir (e all’aperto in Piazza Gasparotto)!
Nel frattempo, ci trovate su FB e alla mail circolonadir@gmail.com.

Serena Maule, presidentessa Circolo Nadir