Il Veneto è la sesta regione italiana per produzione di energia pulita

È uscito il rapporto di Legambiente Comuni Rinnovabili 2018, che ogni anno fotografa lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei territori italiani.

Per la prima volta è stato suddiviso in edizioni regionali e corredato da un report speciale che racconta e valorizza gli sforzi e le buone pratiche adottate da enti pubblici e privati per un futuro 100% rinnovabile, già realtà per trentasette Comuni.

L’Italia è uno dei Paesi più virtuosi quanto a percentuale di energia rinnovabile consumata sul totale: secondo il rapporto ISPRA sulle emissioni nazionali di gas serra, il mix energetico nazionale è composto per il 17% di produzione rinnovabile, contro una media europea del 13%. Tenendo conto che molti Paesi comprendono tra le rinnovabili anche l’energia nucleare, l’Italia che ne è priva può farsi vanto di avere uno dei sistemi energetici più efficienti al mondo.

Secondo quanto emerge dal rapporto di Legambiente negli ultimi anni in Veneto c’è stato un aumento della capacità installata e della produzione di energia da fonti rinnovabili del 111%, con un’impennata impressionante del fotovoltaico, che nel 2016 ha visto aumentare la produzione del 1358% rispetto al 2010, mentre eolico e bioenergie hanno registrato rispettivamente +847% e +453%.

Grazie a questi investimenti, la percentuale di energia prodotta in Veneto da fonti rinnovabili si attesta al 44% del totale (6° tra le regioni italiane), trainata da idroelettrico (50%) e seguita da fotovoltaico e bioenergie (entrambi con una quota del 24,7%).

Tra le provincie venete la più virtuosa è Belluno, con una percentuale di energia rinnovabile prodotta sul totale pari al 96%, seguita da Treviso (79%), Vicenza (74%), Verona (70%), Padova (67%), Rovigo (60%) e infine Venezia (8%), ancora ben lontana dal traguardo della sostenibilità energetica. 

Per quanto riguarda l’apporto delle varie fonti di energia rinnovabile, si riscontra una netta preponderanza dell’idroelettrico nelle provincie che comprendono aree montuose, mentre le provincie di pianura si servono principalmente di fotovoltaico e bioenergie.

Secondo il rapporto, la ripartizione dei consumi di energia elettrica in Veneto nei diversi settori vede al primo posto l’industria (49%), seguita da terziario (30%), residenziale (18%) e agricoltura (2,3%).

Dieci infine i meritori Comuni che sono, secondo il rapporto di Legambiente, 100% rinnovabili per quanto riguarda l’energia elettrica, cioè con la loro produzione possono raggiungere la piena indipendenza dai combustibili fossili per questo loro fabbisogno: Bagnolo di Po, Fossalta di Portogruaro, Camisano Vicentino, Longarone, Campiglia dei Berici, Rosà, Tezze sul Brenta, Cerea, Quero Vas e Cittadella.

Purtroppo nel nostro Paese ancora l’83% dell’energia viene prodotta in modo non rinnovabile, con i combustibili fossili che la fanno ancora da padrone, anche grazie ai cospicui incentivi erogati dallo Stato.

Alcune novità arrivano però dall’Unione Europea che ha adottato lo scorso 21 dicembre la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere 32% di energia rinnovabile entro il 2030, in risposta al grido d’allarme lanciato in autunno dagli scienziati dell’IPCC sui drammatici effetti del cambiamento climatico (di cui abbiamo parlato qui).

Un aspetto rilevante della nuova direttiva è la possibilità per i cittadini europei di diventare prosumers (sia produttori che consumatori) e di poter vendere l’energia peer to peer, ovvero da cittadino a cittadino senza dover passare per un’impresa energetica come attualmente è d’obbligo in Italia.

Questo sistema permetterebbe di produrre in loco energia pulita e di vendere l’eccesso direttamente al vicino di casa, oppure consentirebbe ai condómini di installare un impianto fotovoltaico comune sul tetto e beneficiare tutti dell’energia prodotta, soluzione ad oggi irrealizzabile a causa della rigida equazione per cui ad un impianto di produzione deve corrispondere un solo consumatore finale.

Si tratta di occasioni importanti, starà anche ai singoli la capacità di accettare la sfida e prendere parte alla transizione energetica in corso (di cui abbiamo parlato qui).

Carlo Zanetti – Redazione Ecopolis