Da circa sei anni esiste, realtà unica in Veneto, un Parco Letterario, il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei.
Un nuovo allestimento nell’area dei Colli, con la collocazione di targhe letterarie in luoghi affascinanti (tratti iniziali di percorsi, punti panoramici, ecc.), consente a chi cammina di scoprire e apprezzare meglio paesaggi insieme culturali e ambientali, attraverso le pagine di scrittori e poeti che li hanno descritti.
Infatti, nessun altro luogo in Veneto come i Colli Euganei, ad eccezione delle importanti città d’arte, ha saputo attrarre e sedurre nei secoli moltissimi artisti, e in particolare letterati che ne hanno decantato le bellezze paesaggistiche, come osserva Paolo Gobbi, docente di letteratura e presidente dell’associazione I Nuovi Samizdat, in un testo breve e illuminante che illustra le ragioni che hanno portato alla creazione del Parco Letterario e alla sua promozione.
In una accurata panoramica di ampio respiro, Paolo Gobbi richiama le numerose presenze letterarie che hanno interessato l’area dei Colli Euganei, un territorio a lungo abitato dall’uomo, grazie alle numerose risorse (l’acqua, il termalismo, le fiorenti colture di vigneti e ulivi, i giacimenti di selce e di trachite) e alla piacevolezza della sua natura varia e multiforme.
Spesso qui castelli, abbazie, eremi e fastose dimore patrizie circondate da splendidi giardini hanno accolto poeti e letterati, a partire dai trovatori medievali sino a figure significative della cultura ottocentesca e novecentesca come George Byron, Percy Shelley, Melchiorre Cesarotti, Ugo Foscolo, Antonio Fogazzaro, Giovanni Comisso e Andrea Zanzotto.
Indubbiamente la dimora di Francesco Petrarca ad Arqua è stata, dal 1734 in poi, un decisivo catalizzatore di pellegrinaggi letterari: tra fine ‘700 e ‘800, anche grazie a suggestioni del Romanticismo, Arqua Petrarca diventò meta obbligata degli itinerari culturali di intellettuali italiani e europei.
Tuttavia l’attrattiva esercitata da questa illustre memoria non basta da sola a spiegare i tanti soggiorni, più o meno lunghi, di molti autori che si sono fermati sui Colli Euganei perché attratti dal paesaggio euganeo che hanno rivissuto e reinterpretato nella loro opera.
Le targhe letterarie, sparse nel territorio Euganeo, ripropongono i testi in versi o in prosa che hanno celebrato questi luoghi speciali, consentendo a chi le legge, durante una sosta nel cammino, di rivivere le suggestioni che essi hanno suscitato nel tempo, come spiega Paolo Gobbi nel suo articolo.
Per ora sono una ventina, ma sono destinate a aumentare e a ricoprire tutto l’area. Recentemente ne sono state inaugurate due: una, nelle vicinanze di Fattoria Monte Fasolo, a Cinto Euganeo, riporta un brano di Andrea Zanzotto, mentre l’altra, posta lungo il sentiero di Monte Cecilia a Baone, riproduce una citazione dal romanzo Lorenzo e Cecilia di Giuliano Scabia.
L’articolo di Paolo Gobbi, disponibile qui sotto nella sua versione integrale, ha l’indubbio merito di restituire con dovizia e passione nomi, immagini, meraviglie e ricchezze di questo “piccolo arcipelago di colline” (A. Zanzotto).
Perciò non rimane che leggerlo e prepararsi ad esplorare i colli Euganei, il “cuore letterario del Veneto” secondo le sapienti parole di Paolo Gobbi, per un viaggio che è contemporaneamente nello spazio e nel tempo .
Sintesi a cura di Silvia Rampazzo, redazione ecopolis
Qui il testo integrale di Paolo Gobbi, docente di letteratura, presidente dell’associazione I Nuovi Samizdat e referente letterario per il Parco Letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei.