Il Comitato Difesa alberi e territorio di Padova, col sostegno dei gruppi ambientalisti cittadini Rete Verde e Palestro 30elode, ha tutta l’intenzione di andare a fondo: il report presentato a metà giugno all’amministrazione verrà prossimamente spedito, assieme ad altra documentazione, alla Corte dei Conti.
Il documento è una valutazione con contro-deduzioni su 28 alberi cittadini di grande taglia, elencati dal Comune in abbattimento in data 28 aprile. La squadra che l’ha elaborato è costituita da Alessandro Angrilli, Patrizio Giulini, Elena Macellari, Nicola Manno e Gabriele Pezzani: due docenti dell’Università di Padova, due agronomi e un biologo esperto di tree climbing e valutazione alberi.
I grandi alberi di Padova, come ci ricorda Alessandro Angrilli del Comitato Difesa Alberi e Territorio, sono pesantemente e ripetutamente potati come non si vede in nessuna città sostenibile nel mondo. L’eccessiva e continua potatura di alberi maturi, in violazione delle buone pratiche indicate dalle Società Italiana e Internazionali di Arboricoltura, facilita infezioni, indebolimento e prepara gli alberi alla futura morte. Al contrario, radici scoperte o esposte e appena sbucciate, ma prive di lesioni serie e importanti, oppure ferite da impatto veicolare ben rimarginate e cicatrizzate sono state considerate dai tecnici del Comune inappellabili condanne a morte.
L’abbattimento di una media di 800 alberi all’anno, sei volte più della vicina Verona, ha numerose conseguenze per la salute: oltre alle circa 240 morti anticipate stimate a Padova per lo smog, si pensi al rischio di sincope da calore per gli anziani durante le ondate di calore estivo e i cancerogeni UV a cui sono esposti i bambini in una città sempre più desertificata. Sempre più cittadini, sensibili all’importanza del verde per la salute, collaborano con il comitato e mandano, preoccupati e arrabbiati, segnalazioni di abbattimenti anche nei parchi e fuori dalle liste del Comune (recentissimi 8 abbattimenti nel Parco delle Farfalle a Mortise).
Il report ha valutato che su 28 grandi alberi (tigli, bagolari, platani, aceri negundo) classificati dal comune come deperienti-morti, solo 5 avevano qualche rischio di schianto. Una percentuale estremamente bassa: le perizie sono pregiudiziali e pretestuose, gravemente carenti dei minimi standard scientifici di credibilità. Le misure resistometriche, che sarebbero le più importanti per dire se un albero è stabile, non sono ripetibili o falsificabili: non vengono indicati i punti sull’albero dove sono state prese. Inoltre, non viene calcolata la percentuale di legno residuo sano sul raggio del tronco: in pratica, non viene utilizzato un criterio usato internazionalmente per valutare se il legno sano supera il 30% del raggio, condizione alla quale l’albero è considerato stabile e non a rischio caduta.
Mentre l’amministrazione condanna, quasi a caso, alberi non a rischio di filari monumentali e sani come quelli di via Morgagni, dimentica e fa morire alberi piantati meno di 10 anni fa perché presi di qualità scadente dai vivai oppure non curati né annaffiati regolarmente nei periodi di siccità. Nel documento ne sono riportati alcuni esempi, gravemente deperienti-morenti e non in elenco di abbattimento.
La conclusione che il report e i comitati ribadiscono è durissima: la gestione del verde da parte dell’amministrazione è pessima, costosa e irresponsabile perché ha come conseguenza il peggioramento dell’ambiente, della salute e della qualità della vita di tutti i cittadini. Il Comitato Difesa Alberi e territorio, ormai da mesi, afferma che l’ex-settore verde ora Arredo Urbano vada smantellato per essere ricostituito con nuovi dirigenti sotto l’Assessorato all’ambiente, una richiesta che verrà indirizzata alla nuova amministrazione di Padova, e che ha fatto della protezione e sviluppo di verde e alberi un elemento importante del suo programma politico.
Sintesi di Annalisa Scarpa – redazione di ecopolis
da un articolo di Alessandro Angrilli – Comitato Difesa Alberi e Territorio
Penso che la nuova amministrazione che si sta insediando sia dotata non di furia distruttiva, ma attenta alle scelte che – in ogni settore- andrà a compiere. Auspicherei che si ricostituisse l’assessorato al verde che poi si articolerà nelle varie branche.