Green? A noi non sembra

Se Padova vuole davvero fermare il consumo di suolo, non dovrebbe esserci spazio per il progettato deposito Alì a Camin

Non ci pare proprio che il nuovo deposito di Alì possa essere un “magazzino green” come vorrebbero farci credere, visto che se fosse realizzato cancellerebbe 15 ettari di terreni agricoli. Ci sembra piuttosto un buonissimo affare per Alì, che farebbe enormi guadagni se i terreni che ha acquistato come agricoli venissero dichiarati edificabili. Secondo le nostre stime ne ricaverebbe un plusvalore fondiario superiore ai 30 milioni di euro. Il nuovo magazzino inoltre è progettato per incrementare un’attività che è in continua crescita, aprendo nuovi supermercati e potenziando il commercio online.

Nel frattempo a Padova i piccoli esercizi al dettaglio di prodotti alimentari sono diminuiti del 20% in soli 10 anni (dati Confcommercio 2023) anche a causa della crescita della grande distribuzione organizzata e dell’aumento del commercio online. Una crisi che impoverisce vitalità e vivibilità dei nostri quartieri, confermata nei giorni scorsi dal Comune di Padova, che tra il 2022 e il 2023 ha censito meno 5 negozi di commercio al dettaglio con superfici di vendita inferiori ai 250mq .

La crescita dell’e-commerce e il proliferare di supermercati, accompagnati dalla chiusura dei piccoli negozi, sarà forse un fenomeno ineluttabile dei nostri tempi, ma quantomeno non andrebbe favorita in maniera così dimessa. Il Comune di Padova, per accontentare le richieste di Alì, sembrerebbe infatti pronto a contraddire gli impegni per lo stop al consumo di suolo presi in campagna elettorale e in questi anni di amministrazione, concedendo di cementificare in un colpo solo, il doppio degli ettari consumabili in tutto il territorio comunale con le aree di nuova urbanizzazione previste nel Piano degli Interventi.
Confcommercio e Confesercenti dal canto loro, hanno battezzato addirittura come salvifico il nuovo magazzino Alì dichiarando a riguardo che “se Padova non investe muore”, tenendo un atteggiamento del tutto opposto a quando si battevano per salvaguardare il commercio di vicinato a Due Carrare, contro l’apertura del centro commerciale che doveva sorgere di fronte al Catajo. Si tratta certamente di progetti diversi, ma non è chiaro come il magazzino Alì possa aiutare i piccoli commercianti padovani e quei negozi di vicinato che Ascom Confcommercio allora definiva inversamente proporzionali al degrado dei nostri centri urbani.

Nei prossimi mesi, il Consiglio Comunale di Padova dovrà votare sulla richiesta di cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli nei quali Alì vorrebbe realizzare il nuovo polo logistico. Chiediamo ai consiglieri in un voto coerente con l’impegno per lo stop al consumo di suolo, in una città che ha già cementificato metà del suo territorio, territorio la cui fragilità idraulica è sotto gli occhi di tutti anche in questi giorni.

Per approfondimenti:

Sandro Ginestri, Vicepresidente Legambiente Padova