Passeggiando per via Accademia, una strada che congiunge piazza Capitaniato all’uscita di via Arco Valaresso verso piazza Duomo, notiamo che sul lato sinistro, verso la fine della via, al numero civico 7, si apre un arco nella muratura da cui è possibile intravedere una serie di slanciate ed eleganti colonne che compongono un maestoso doppio loggiato.
Viene spontaneo chiedersi perché un’architettura così imponente e significativa si affacci su una stradina secondaria e poco nota ai padovani stessi.
Proviamo a cercare una risposta nel passato di Padova. Il loggiato appartiene a un edificio, oggi noto come Reggia Carrarese, le cui origini risalgono lontano nel tempo. Più precisamente nel 1339 quando, cessata la guerra contro i Veronesi, Ubertino da Carrara signore di Padova potè finalmente realizzare la residenza per sé, la sua corte nel cuore di Padova, dando vita a una vasta cittadella o insula, punto nevralgico nella Padova della seconda metà del XIV secolo. Il quadrilatero, racchiuso da mura, era originariamente delimitato dall’area del Duomo e relativa piazza, da via Monte di Pietà, da piazza dei Signori e dalle vie Dante, San Nicolò, Accademia e Dondi dall’Orologio.
Non è rimasto pressoché alcun documento su questo complesso così esteso. La sua struttura ha subito pesanti rimaneggiamenti a partire dal 1405, l’anno in cui i rappresentanti del governo veneziano presero possesso di Padova. Oggi sopravvivono solo parti isolate di ciò che era effettivamente la Reggia Carrarese. Possiamo solo ricavare scarne informazioni dai diari e dalle cronache dell’epoca.
I pesanti rimaneggiamenti non hanno risparmiato neanche la Cappella di palazzo, che dal 1354 circa sorgeva al primo piano dell’edificio, di cui si intravvede il loggiato da via Accademia. Gravi danni sono stati provocati dalla demolizione di una parete e dall’asportazione delle tavole dipinte che originariamente ne decoravano il soffito e che oggi sono in gran parte conservate presso il Museo Civico di Padova. A causa di questa frammentarietà attualmente è difficile comprendere o ricostruire quale fosse l’aspetto della cappella e non è chiaro quale relazione si instaurasse fra le tavole e gli affreschi. Una parete affrescata intatta ci permette solo di immaginare quali fossero lo splendore e la magnificenza della Reggia Carrarese, interamente rivestita di affreschi sia all’interno che all’esterno.
Sappiamo che uno degli artefici di queste opere pittoriche fu Guariento, autore, tra l’altro, delle decorazioni e delle tavole che ornavano la Cappella di palazzo. Guariento figlio di Arpo, vissuto probabilmente tra 1310 e 1370 circa, fu uno tra i principali esponenti della scuola pittorica padovana del Trecento, nonché il primo pittore di corte dell’Italia padana. In realtà, sappiamo poco di lui a causa della scarsità delle fonti documentarie conservate e delle numerose perdite e distruzioni che hanno danneggiato la sua eccezionale opera. Ci rimane una stupenda testimonianza del suo lavoro e della sua fisionomia artistica e culturale nelle Storie dell’Antico Testamento in parte conservate e visibili nelle pareti della Cappella di palazzo della Reggia Carrarese e nelle tavole raffiguranti le otto preziose gerarchie angeliche, asportate dalla Reggia e ora custodite nel Museo Civico di Padova.
Oggi è possibile visitare la Reggia Carrarese grazie ai volontari Salvalarte di Legambiente Padova, che attraverso la loro spiegazione cercano di far rivivere lo splendore della Reggia nell’immaginazione dei visitatori. I volontari assicurano la loro presenza negli orari prestabiliti di apertura (consultabili qui), nonché in una domenica al mese. Domenica prossima 7 maggio 2017, in occasione dell’evento El Biologico in piassa, potrete approfittare anche dell’opportunità di visite guidate offerte da Salvalarte di Legambiente Padova all’Orologio di piazza dei Signori e alla Reggia Carrarese.
Tiziana Mazzucato, responsabile Salvalarte di Legambiente Padova