Basta con struzzi e coccodrilli: l’appello da Gaza al mondo

GazaIeri sera eravamo in molti alla Manifestazione per la pace, per chiedere l’immediato stop ai conflitti nei territori palestinesi ed israeliani. Non si riesce a star dietro al crescente numero di morti (dall’8 luglio, inizio dell’operazione Protective Edge, sono più di 200: un centinaio in più rispetto ai dati dell’articolo di seguito riportato, “vecchio” di appena una settimana). Da Gaza arriva un appello dei cooperanti italiani per non far spegnare l’attenzione.

Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi pensa che una partita di pallone sia più importante di un’intera popolazione inerme sotto le bombe. Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione senza mai aver voluto ascoltare le voci di Gaza. Basta con giornalisti che scrivono articoli comodamente seduti da casa o dalle redazioni. Basta con l’equidistanza a tutti i costi. Basta con le condanne bipartisan e con le parole misurate.

Siamo operatori umanitari e condanniamo la violenza verso i civili, SEMPRE.

Per questo non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi […]. Una popolazione strangolata economicamente e assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto. […]

A Gaza abbiamo imparato cos’è la sofferenza, ma anche la resistenza. E non parliamo di lancio di razzi: per i circa due milioni di persone che vi risiedono, da 48 anni sotto occupazione, […] che piangono morti che sono sempre e solo numeri, che subiscono interessi politici sempre più importanti della vita umana, resistere è essere capaci di andare avanti.

Gaza ci ha insegnato semplicemente la dignità umana.

Ci sentiamo inermi e esterrefatti perché continuiamo a leggere articoli di giornale che a nostro avviso non rispecchiano la realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza occupante e una popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana dei razzi lanciati da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente, non hanno procurato morti e riducono a semplici numeri le oltre 100 vite spezzate a causa dei bombardamenti Israeliani in meno di tre giorni.

Tutto ciò che scriviamo non è frutto di opinioni personali o giudizi morali: è sancito e ribadito dai principi del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale […].

Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3 coloni sia l’indiscriminata punizione di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario vieta le punizioni collettive – definite crimini di guerra dalla IV Convenzione di Ginevra (art. 33).

Israele ha addossato la responsabilità ad Hamas, attaccando immediatamente la Striscia, causando la risposta dei gruppi palestinesi. Il governo israeliano sostiene di voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture militari. È davanti agli occhi di tutti che ad essere colpiti finora sono soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele reagisce ai missili da Gaza: la verità e i numeri sono chiari.

Dall’8 luglio […] Israele ha bombardato 950 volte la Striscia, distruggendo deliberatamente oltre 120 case (violando l’articolo 52 del Protocollo aggiuntivo I del ‘77 della convenzione di Ginevra), uccidendo 102 persone (inclusi 30 minori, 16 donne, 15 anziani e 1 giornalista), ferendo oltre 600 persone, di cui 50 in condizioni molto gravi. Per non parlare di abitazioni private (oltre 900) ed edifici pubblici rasi al suolo. […]

Dall’altro lato, il lancio di razzi da Gaza, secondo il Magen David Adom (servizio emergenza nazionale israeliano), ha causato 123 feriti di cui: 1 ferito grave; 2 moderati; 19 leggeri; 101 persone che soffrono di shock traumatico.

Di fronte a questi numeri ci sembra intollerabile la non obiettiva copertura di gran parte della stampa internazionale e nazionale dell’attacco israeliano verso la Striscia di Gaza. Per questo riteniamo necessario prendere posizione e ribadire la necessità di riportare l’informazione alle dovute proporzioni.

Ci appelliamo infine ai responsabili politici in causa e a quanti possano agire da mediatori, affinché le operazioni militari cessino immediatamente e perché si ponga fine all’assedio nella Striscia di Gaza.

Gerusalemme, 11 Luglio 2014

Siamo un gruppo di cooperanti che vive e lavora in Palestina. Tutto ciò che scriviamo è verificato da testimonianze sul campo e da fonti di agenzie internazionali. Per maggiori informazioni scrivete a:

cooperantipalestina@inventati.org

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