Il 23 aprile alle 10 si inaugurano le attività primaverili nella storica Villa Draghi di Montegrotto, già riaperta al pubblico per un periodo lo scorso autunno dopo più di quarant’anni di chiusura.
La svolta che l’Associazione Villa Draghi ha impresso alla situazione di questa villa è importante per se stessa, ma anche per il significato più generale che essa assume con riferimento al critico periodo che sta attraversando tutta l’area del Parco dei Colli.
Villa Draghi era diventata ormai il simbolo di un disonorevole degrado che sembrava inarrestabile, nonostante i recenti restauri, peraltro non proprio completi e per qualche aspetto discutibili.
La villa, col suo grande parco di oltre 30 ettari, è di proprietà del Comune di Montegrotto dal lontano 1972 e si trova in una posizione di eccezionale interesse appena ai margini della stazione termale più importante del mondo. Una villa tipologicamente importante, uno dei pochi esempi di quello stile neogotico ottocentesco che praticamente ha chiuso la grande stagione delle ville venete di cui è così ricco il territorio circostante.
Era davvero sconfortante che nonostante queste favorevoli condizioni villa e parco non fossero mai stati al centro di un doveroso progetto di recupero e rivitalizzazione.
Certamente importante nel favorire la svolta nella storia della villa è stata la disponibilità mostrata dalla nuova amministrazione comunale nei confronti di un’Associazione le cui iniziative, peraltro, hanno inequivocabilmente mostrato quale interesse leghi questo sito a tanti cittadini e turisti. Molti sono stati i volontari ad aderire al percorso formativo che garantirà l’apertura domenicale della villa fino al 6 agosto. E il programma di eventi (mostre, concerti, seminari, degustazioni… maggiori informazioni sulla pagina facebook dell’Associazione) predisposto per i prossimi mesi ha assunto le dimensioni di un vero rilancio.
È un risultato di grande valore che rappresenta anche il miglior stimolo per arrivare a individuare una soluzione stabile per la gestione della villa. Questa operazione di recupero e valorizzazione dovrebbe poi coinvolgere tutto il territorio circostante, che presenta ancora diverse situazioni critiche come Torre al Lago, il colle di Berta, le aree delle ex cave, lo stesso anello ciclabile che corre proprio nelle vicinanze della villa e che ancora aspetta completamento e sistemazioni.
La felice vicenda di Villa Draghi è un segnale non meno incisivo per tutto il Parco, dove le occasioni per avviare e rafforzare importanti progetti di valorizzazione certo non mancano: basterebbe pensare a tutti quelli che elenca lo stesso Piano Ambientale.
Se invece di essere trascinati in sterili, pretestuose contrapposizioni su formule varie e falsi problemi, come riperimetrazioni del Parco e restrizione delle competenze, si puntasse a lavorare in sinergia tra associazioni, amministrazioni e operatori sensibili, il nostro territorio potrebbe offrire infinite occasioni per risultati di grande valore sociale e culturale.
Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Parco Colli