Il 28 febbraio si terrà il primo grado di giudizio sul ricorso presentato dalla Società Deda, committente dell’ecomostro di Due Carrare, e dalla società Devar Claims, garante finanziaria, contro il vincolo posto sull’area edificabile dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, vincolo che di fatto inibisce la realizzazione del centro commerciale.
A fianco del Ministero si sono costituiti in giudizio i comitati e le associazioni ambientaliste, culturali e di categoria che in questi anni hanno sempre osteggiato la realizzazione del centro commerciale, contestando l’impatto assolutamente negativo nei confronti di un ambiente fisico ben conservato, con spiccata vocazione agricola, e del rilevante patrimonio culturale e paesaggistico che lo connota, nonché del sistema delle attività commerciali circostanti.
Rappresentati dal Comitato popolare “Lasciateci Respirare”, dalla Confesercenti del Veneto Centrale, dalla Confcommercio-Ascom Padova, dalla Confagricoltura Padova, dalla CIA Agricoltori Italiani Padova ed infine da Legambiente Onlus e Italia Nostra, questi soggetti hanno affidato all’avvocato Davide Furlan la predisposizione di un ricorso in giudizio per contestare le argomentazioni delle parti ricorrenti e sostenere la validità del provvedimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Una partecipazione in giudizio sicuramente opportuna ma, diremmo di più, dovuta, considerando la grande partecipazione popolare che è seguita alle varie prese di posizione dei comitati e delle associazioni, che hanno saputo condividere i vari interessi per fare fronte comune contro l’incongruo ed invasivo centro commerciale e che hanno accolto con entusiasmo la scelta del Soprintendente di proporre un pesante vincolo indiretto di tutela del castello del Catajo.
Il TAR si dovrà pronunciare non certo sul merito del provvedimento ministeriale, in quanto è incontrovertibile il diritto della Soprintendenza di proporre un vincolo, ancorché indiretto, a tutela del bene culturale costituito dal Catajo, quanto sulla congruità dello stesso, dato che la società contesta che il gravame interessa un’area distante dal bene tutelato e già compromessa da una destinazione d’uso urbanistica che ammette l’insediamento di grandi strutture di vendita.
La vittoria in giudizio non è certo scontata in quanto le società ricorrenti hanno corposi interessi economici da difendere e faranno di tutto per contestare la legittimità del provvedimento ministeriale e, sicuramente, in caso di sentenza di primo grado a loro contraria, ricorreranno al Consiglio di Stato. Il cammino giudiziario è pertanto ancora lungo e comporterà quasi sicuramente, anche in caso di vittoria, un costo per i comitati e le associazioni che hanno partecipato al procedimento.
Per questo che Legambiente ha deciso di organizzare il giorno 24 febbraio, presso il ristorante Ca’ Sana (Via Santi Fabiano e Sebastiano, 13, Padova), una serata per raccogliere i fondi (qui l’evento fb), con il concerto di Chiara Patronella e Nereo Fiori ad offerta libera, che verrà devoluta completamente per le spese del ricorso al TAR. Per chi volesse fermarsi anche cena, la cucina di Ca’Sana preparerà un risotto al broccolo fiolaro a km zero a prezzo contenuto.
Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova