Due premesse, utili per ricordare, chè alcune cose sono successe d’estate: in questa appena conclusa e in un’altra di quasi 10 anni fa. A giugno scorso la decisione di Ivo Rossi e della Giunta di rinunciare a realizzare l’auditorium a piazzale Boschetti, utilizzando invece l’ex tesoreria di piazza Eremitani. E’ una scelta che condividiamo, attesa da anni. Il progetto dell’architetto Kada era una astronave marziana che atterrava in un’area delicata.
Il secondo fatto da rammentare fu invece una scelta sbagliata, di tipo speculativo: la fece la giunta Zanonato 1 aumentando per complessivi 34.000 metri cubi la volumetria edificabile all’interno dell’area Boschetti, accogliendo un’istanza speculativa della Provincia, il cui obiettivo era più quello di reperire risorse finanziarie.
A complicare quella sciagurata decisione la permuta, tra Comune e Provincia, della potenzialità edificatoria all’interno del PP1 con l’area Boschetti per realizzare l’auditorium.
Oggi, spostato l’auditorium da p.le Boschetti, il pericolo di vedere una colata di cemento a pochi passi dagli Scrovegni è scampato? Non corriamo più il rischio di una saturazione edilizia di una delle poche aree libere a ridosso del centro storico? il Boschetti sarà a verde pubblico, fondamentale tassello del Parco delle Mura e delle Acque?
Per avere certezza che finalmente si realizzi ciò che Luigi Piccinato prevedeva fin dal 1954 (per altro il Parco delle Mura è ancora un obiettivo dell’Amministrazione, sic!), serve un atto amministrativo: ripristinare cioè la passata destinazione d’uso dell’area. Un atto che però tarda ad arrivare.
Le danze le ha aperte il capogruppo del Pd Gianni Berno iniziando a ventilare che tale cambio di destinazione possa rappresentare un danno erariale; smentito per altro dal Segretario Generale, è impegnato ad avvalorare la tesi che il verde pubblico sia una soluzione di ripiego. Sgombriamo il campo: realizzare un’area verde non può essere considerato danno erariale (né essere considerato “banale” come dichiarato dall’assessore Luisa Boldrin che dalle pagine di un quotidiano locale richiamava la necessità di un segno architettonico forte). Il verde attrezzato, soprattutto in una città soffocata dal cemento come Padova, è un bene comune il cui valore sta alla pari di qualsiasi altra opera pubblica
La restituzione al verde pubblico è quindi un atto di riparazione urbanistica, che ci si deve attendere da una Amministrazione che è stato delegata dai cittadini non a fare speculazioni immobiliari, ma ad attuare lo sviluppo della città in modo sostenibile ed equilibrato.
Il consiglio comunale di fine luglio ha votato l’istituzione di un tavolo di lavoro tecnico, in cui consultare le principali forze sociali, imprenditoriali e culturali della città, per arrivare ad una soluzione largamente condivisa su questa area strategica per Padova. Entro 120 giorni questi passaggi dovranno essere fatti.
Quale l’oggetto del contendere? Il vicesindaco Rossi ha dichiarato a luglio la volontà di garantire un parco pubblico sul 90% dell’area di piazzale Boschetti, collegato ai Giardini dell’Arena e alla zona museale della Cappella degli Scrovegni e degli Eremitani. Contemporaneamente un intervento che le colleghi in un unico edificio le palazzine tutelate dalla Sovraintendenza. Con che cubatura?
Perché sarà la cubatura il contendere da qui ai prossimi 90 giorni (tanti ne rimangono per il tavolo tecnico).
Legambiente è contraria ad un ritorno alla Variante di PRG voluta da Zanonato in accordo con Casarin per consentire la permuta alla pari con le volumetrie del PP1. Si tratterebbe di 34.000 mq inseriti tra le due palazzine esistente. Una enormità. All’epoca per giustificarli venne presentato in Commissione edilizia un progetto di massima decisamente osceno.
Aspettiamo che il tavolo tecnico sia convocato urgentemente e poniamo le prime domande: progetto ed edificazione saranno del Comune o si procederà semplicemente alla vendita ai privati della cubatura? la qualità del progetto architettonico è essenziale: chi la valuterà? se si pensa di vendere ai privati, a spese di chi saranno la bonifica dell’area, la sistemazione del verde attrezzato e la passerella sul Piovego?
Per noi alcune cose sono chiare: i 34.000 mq aggiuntivi sono eccessivi: va ridotto l’impatto. Inoltre le funzioni che si intendono inserire nelle palazzine e nella nuova volumetria devono valorizzare il verde da realizzare.
Altrimenti sarebbe l’ennesimo regalo ai privati, alla loro rendita, contraddicendosi rispetto alle ventilate volontà di combattere il consumo di suolo.
Lucio Passi – Legambiente Padova