Nuovo Ospedale: come rigenerare l’area di via Giustiniani

H PD vista aereaIl Consiglio Comunale ha approvato il preaccordo con la Regione Veneto, prodromico al successivo Accordo di Programma, per la realizzazione del Nuovo Polo della Salute di Padova.

Che sarà distinto in due poli: un Policlinico Universitario ad alta tecnologia nel quartiere S. Lazzaro e un Ospedale Territoriale, completamente rinnovato, nell’attuale sito di via Giustiniani.

L’Amministrazione Comunale recentemente eletta era consapevole delle criticità derivanti dallo spostamento dell’Ospedale a Padova Est. Basandosi su autorevoli studi che evidenziano la concreta possibilità di realizzare il nuovo Polo nel sito attuale, era favorevole a quest’ultima soluzione. Tuttavia, essendo la posizione del Comune minoritaria rispetto a quella di Regione e Università, si è reso necessario un  compromesso che, quanto meno, garantisce la permanenza in loco di un importante Ospedale Territoriale e non compromette il tessuto urbano circostante consentendone la rigenerazione.

Gli impegni presi nel preaccordo dovranno essere meglio definiti nell’Accordo di Programma, frutto di un nuovo tavolo di lavoro in cui la posizione del Comune sarà ancora istituzionalmente minoritaria. Per sostenere efficacemente il confronto, il Comune dovrà avere una visione complessiva della realtà urbana toccata dall’intervento il cui focus è l’Ospedale Giustinianeo.

Il Giustinianeo e le Cliniche Universitarie – grazie anche alla stretta vicinanza con gli Istituti universitari localizzati al Portello, con cui formano un sistema organico fortemente connesso – sono sempre stati un importante riferimento per la Sanità, la Ricerca e la Didattica.

Per non perdere questo valore fondante per la storia della Città, sarà necessario, in primo luogo, ridisegnare tutta l’area compresa tra i Giardini Treves, la Golena S. Massimo, il Portello e l’area dello IOV, attraverso un Concorso Internazionale di Progettazione, indetto da un bando che sappia coordinare e raccogliere tutte le istanze scaturite da un reale processo partecipativo e tradurle in precise richieste progettuali.

Sarà necessario, inoltre, creare una nuova forte interconnessione tra Ospedale Territoriale, il Portello e il Nuovo Policlinico Universitario ridefinendo la viabilità pubblica e privata, realizzando nuove linee tranviarie urbane e metropolitane, e tracciando nuovi collegamenti ciclopedonali.

Un nuovo contesto urbano vivibile – caratterizzato da un’elevata qualità ambientale e da una diffusa dotazione di servizi – potrebbe favorire la nascita di una propensione funzionale nel campo della ricerca e della sperimentazione biomedica e divenire uno dei fattori trainanti di un processo di rigenerazione urbana.

In questa prospettiva di ottimistici propositi, restano irrisolti i problemi derivanti dai rischi ambientali (clicca qui) acui è esposto il sito di S. Lazzaro – rischio idraulico e da emissioni di sostanze tossiche, rischio per trasporto di sostanze pericolose, inquinamento acustico e aereo – che sono stati pesantemente sottovalutati da Regione, Università e dalla precedente Amministrazione Comunale.

Un’ulteriore preoccupazione deriva dal fatto che nel preaccordo non sia nominato l’Ospedale S. Antonio, presidio ospedaliero in ottime condizioni statiche e funzionali, recentemente ampliato e la cui alienazione creerebbe un vuoto urbanistico difficilmente colmabile.

È inoltre augurabile che il nuovo Polo di Pediatria, progettato sul sedime di edifici che insistono sulla parte est di via Giustiniani e di cui è prevista la dismissione, venga riprogettato con l’attenzione di ridurre l’impatto visivo stridente con la valorizzazione del Parco delle Mura.

Infine: l’Ospedale Territoriale Giustinianeo, dovrà avere una struttura in grado di assolvere in modo completo ed efficace a tutte quelle funzioni cui è destinato e, soprattutto, dovrà essere parte organica della città, con un intreccio di relazioni sociali, economiche e culturali. Un sistema aperto in cui convergano pazienti, familiari, professionisti, operatori economici, cittadini: un luogo capace di assicurare la cura e il prendersi cura di pazienti complessi, in osmosi con il territorio.

Nicola Lovisatti – ingegnere civile,  a cura della redazione di ecopolis