Essendo nato vicino al canale S. Chiara, ho avuto la fortuna sin da bambino di “assaporare” vari luoghi d’acqua di Padova: non erano ancora stati tombinati i canali interni e mi ricordo di partite a “cucco” vicino al Ponte della Morte, di attraversamenti in stile Tarzan e di qualche pesce rosso pescato nella cabaletta di Prato della Valle e portato a casa di corsa per poterlo mettere in una vaschetta; poi, a 10 anni, mio padre mi ha regalato l’abbonamento alla Rari Nantes ed ho cominciato a frequentare, più che la piscina, il Bacchiglione. Le nuotate, i tuffi dal trampolino e, soprattutto, le uscite in barca col “caicio” hanno fatto parte della mia formazione giovanile fino quando la mia famiglia si è trasferita a Brusegna e ho dovuto sostituire, per motivi economici, l’abbonamento alla piscina con i tuffi dal ponte ferrato e con i bagni alla “spiaggetta” dietro l’Istituto Agrario.Poi il lavoro, la famiglia, i bambini piccoli, mi hanno tenuto lontano da questo mondo ma senza farmelo evidentemente dimenticare; così l’anno scorso, dopo quasi cinquantenne, sono ridiventato socio della Rari Nantes (adesso si occupa solo della parte relativa alla voga veneta), ed ho ripreso a girare per il fiume. Vorrei quindi consigliare a chi non avesse avuto mai l’opportunità di farlo, di partire (o come me in “mascareta”, o in canoa, in canotto o con qualunque altro tipo di imbarcazione possibilmente non a motore) dal Bassanello, lungo il Bacchiglione, verso Tencarola, Selvazzano o magari Creola, e restare meravigliati dell’esistenza, a poche centinaia di metri da strade trafficate e rumorose, di un ambiente naturale ancora così bello e suggestivo. Parafrasando il titolo di un film concludo dicendo che, nonostante l’inquinamento, l’inciviltà, la speculazione edilizia e tutto il male che stiamo ancora facendo al nostro territorio, in mezzo scorre (ancora e per fortuna) il fiume. Giovanni Cestaro |