Green mobility racconta come migliorare la vita ripensando lo spazio urbano

tram padovaÈ uscito, a cura di Andrea Poggio di Legambiente, il volume Green Mobility. Come cambiare la città e la vita.

Per raccontare una nuova mobilità connessa e condivisa che è insieme innovazione tecnologica e cambiamento, degli stili di vita e dei modelli di fare impresa e che sarà al centro della sfida all’inquinamento delle città e ai cambiamenti climatici in atto. Il libro propone diversi piani di lettura sulle trasformazioni economiche e sociali della mobilità, grazie ai contributi a più mani da esperti e rappresentanti delle industrie più innovative, esponenti delle Associazioni e rappresentanti delle istituzioni, tecnici e urbanisti, economisti e sociologi.

Si tratta di una scelta verso una mobilità diversa che non solo definirà anche i caratteri dello sviluppo di un paese come il nostro ma che sarà necessaria per ridurre l’inquinamento atmosferico, con i picchi concentrati nella Pianura padana in cui si trova la nostra città. Allo stato attuale siamo uno dei paesi in cui  negli ultimi anni le emissioni di CO2 causate dai trasporti sono aumentate e in cui, secondo il sondaggio della Lorien, sono ancora il 40% i cittadini ad utilizzare tutti i giorni l’automobile, mentre c’è un calo dell’8% l’utilizzo quotidiano dei mezzi pubblici.

Inoltre, secondo le stime dell’European Environment Agency nel 2016 vi sono stati 467mila decessi causati in Europa dall’inquinamento: l’Italia si posiziona tra i paesi peggiori, con più morti in rapporto alla popolazione. Gli inquinanti più pericolosi sono il particolato più sottile (PM 2,5) e gli ossidi da azoto (Nox), causati entrambi dal traffico veicolare.

«Qualsiasi ulteriore riduzione dell’inquinamento – dichiara Andrea Poggio, curatore del libro – obbliga a un salto tecnologico e a cambiamenti importanti negli stili di mobilità: una quota crescente di veicoli (dal monoruota all’autobus) a zero emissioni, veicoli elettrici o a idrogeno, generati da fonti rinnovabili.» «Anche l’Europa dovrebbe introdurre quote obbligatorie di mercato di veicoli elettrici, come fanno la Cina, la California e altri dieci stati USA – prosegue Poggio- Legambiente sta chiedendo all’Europa e all’Italia quote progressivamente crescenti di veicoli elettrici, sino al 100% dopo il 2030, accompagnate da divieti di circolazione sempre più severi per i veicoli a combustione nei centri città e poi in tutte le aree urbane inquinate».

Ampio spazio è dedicato nel libro alla città, perché – secondo l’efficace di sintesi di Carlo Ratti, professore del MIT di Boston, che ha presentato il libro a Roma lo scorso 13 aprile –  «se l’automobile ha dato forma alla città del Novecento, i nuovi sistemi di mobilità del XXI secolo potrebbero ridefinire l’uso dello spazio urbano». Sono infatti diversi anni che le persone reclamano le loro strade come “bene comune” e le organizzazioni internazionali ha dedicato attenzione e incentivi nella direzione di quelle che le Nazioni Unite hanno definito Prosperous City.

Si tratta di città che investono su sviluppo sostenibile, produttività economica, equità, inclusione sociale e qualità della vita, disegnando la propria rete stradale come spazio pubblico “vivibile e completo” che risponda a tutti i bisogni di spazio aperto delle comunità locali e come luogo di incontro fra persone con diversa età, genere, caratteri sociali, modo di spostarsi.

Una sfida che in Italia deve tener conto della densità tipica delle nostre città particolare, perché per riqualificare lo spazio stradale e restituirlo ad altri usi bisogna necessariamente sottrarre parte dello spazio stradale all’automobile. E per evitare che questa strategia si strategia si trasformi in un corpo a corpo con gli automobilisti, sarà necessario agire alla fonte, moderando i flussi di traffico e disincentivando l’uso delle auto nelle aree più adatte alla mobilità attiva.

Legambiente Onlus – sintesi a cura di Luca Cirese (leggi il comunicato originale qui)