“Il breve lavoro che segue è incentrato sull’analisi delle criticità che la normativa riguardante il traffico internazionale di rifiuti e l’esperienza hanno posto in evidenza. La ricerca, svolta grazie alla collaborazione di funzionari delle forze dell’ordine e dell’Agenzia delle dogane, ha come obiettivo principale quello di dimostrare come anche un’azione apparentemente a favore dell’ambiente, quale appunto il recupero dei rifiuti, può in realtà ridurre il godimento del diritto allo sviluppo, alla vita, alla salute, al cibo, all’informazione, alla sicurezza sul lavoro, ai benefici derivanti dai progressi scientifici, ad un equo risarcimento.
I documenti di trasporto, le analisi di laboratorio e le autorizzazioni sono manipolati da spedizionieri e trasportatori per sfuggire ai controlli doganali e di frontiera. Le varie dinamiche dimostrano come, anche in questo ambito, la criminalità si sia ormai adattata al mercato, sempre più interdipendente e globalizzato”.
Si apre con questa lucida analisi “Giochi Pericolosi, Ricerca #1″, la prima pubblicazione della nuova serie “Le ricerche dell’Osservatorio Ambiente e Legalità”, che analizza il traffico dei rifiuti nell’era dell’interdipendenza dei mercati e mette a confronto la normativa e l’esperienza del recupero dei rifiuti di alcune operazioni quali “Serenissima” e “True toys”. Secondo l’Agenzia delle dogane, circa il 55,53% delle esportazioni effettuate dal porto di Venezia sono dirette ad Hong Kong per poi raggiungere la Cina via terra.
Nel 2012 sono stati sequestrati in Italia una gran quantità di rifiuti spacciati come materie prime secondarie, in realtà inutilizzabili perché contenenti ancora sostanze tossiche, ma la smania di alcuni paesi dalle economie emergenti (Cina, India e Brasile per fare alcuni esempi) di procurarsi materie prime non risparmia nulla edimprenditori con pochi scrupoli sono disposti ad impiegare qualsiasi materiale pur di guadagnare.
Nella ricerca di MariaTeresa Ariniello è messa in luce anche la necessità di inserimento nel codice penale di nuove figure di reato riguardanti la tutela dell’ambiente: l’attuale situazione prevede infatti un basso rischio di natura penale che sottende all’illecito e che spinge le attività criminali ad investire nel ciclo dei rifiuti
L’Osservatorio Ambiente e Legalità Venezia inaugura con questo documento una nuova serie di pubblicazioni, le Ricerche dell’Osservatorio, di cui potete trovare l’intera documentazione QUI.
Gianni Belloni – Lies