Viaggio nella Padova irrisolta: i nodi dello sviluppo scorsoio

nodi scorsoi_foro boario_padova_davanzoEsiste una Padova che meriterebbe di più. Una Padova che nel corso degli anni ha rappresentato più di un’occasione persa a causa di politiche miopi o, peggio, assenti. Alcuni luoghi-simbolo di questa realtà li abbiamo visitati e ribattezzati  i “nodi dello sviluppo scorsoio” padovano – in omaggio al poeta Andrea Zanzotto. Sabato 14 visiteremo l’ultimo, il canitiere abbandonato di via Valeri.

Abbastanza disparati per collocazione, dimensioni, funzioni e struttura, hanno in comune il fatto di aver avuto una vita difficile

Abbiamo ammirato il foro boario dell’architetto Giuseppe Davanzo, Leggi di più

Giochi pericolosi: la via dei rifiuti tra Italia e Cina

wastechina1“Il breve lavoro che segue è incentrato sull’analisi delle criticità che la normativa riguardante il traffico internazionale di rifiuti e l’esperienza hanno posto in evidenza. La ricerca, svolta grazie alla collaborazione di funzionari delle forze dell’ordine e dell’Agenzia delle dogane, ha come obiettivo principale quello di dimostrare come anche un’azione apparentemente a favore dell’ambiente, quale appunto il recupero dei rifiuti, può in realtà ridurre il godimento del diritto allo sviluppo, alla vita, alla salute, al cibo, all’informazione, alla sicurezza sul lavoro, ai benefici derivanti dai progressi scientifici, ad un equo risarcimento. Leggi di più

La Banda della Superstrada

La costruzione di una [super] strada potrebbe significare l’avvicinamento tra luoghi. Oggi invece significa solo la loro distruzione. Matteo Melchiorre racconta, quasi giorno per giorno, il cantiere della superstrada Fenadora – Anzù, siamo nel feltrino, attraverso gli occhi di un giovane universitario e della sua scalcagnata banda di amici impegnati in improbabili tentativi di sabotaggio.Le vicende della banda – il sapore è quello delle avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain – s’intrecciano nella descrizione – supportata da documenti, testimonianze, interviste – delle vicissitudini della costruzione dell’opera con il suo corredo di retoriche politiche, appalti accidentati, piccole e grandi angherie.

Due registri utilizzati con perizia: insieme disegnano un avvincente affresco facendoci muovere tra l’uno e l’altro con naturalezza. Risultano così non solo complementari, ma più profondamente complici.

Melchiorre, con il suo bagaglio di storico e una penna felice e accurata, ci accompagna tra le trasformazioni del paesaggio interiore di ragazzi che diventano adulti – tra rabbie, frustrazioni e improvvise esaltazioni – che si riflettono nelle trasformazioni violente, e spesso ancor più incomprensibili, del paesaggio esterno, dei luoghi della loro crescita.

«Realtà e arte sono intrecciate al punto da non lasciare una zona identificabile di demarcazione» scriveva Truman Capote e Melchiorre sembra averlo preso, felicemente, alla lettera.

Matteo Melchiorre, La banda della superstrada Fenadora – Anzù (con
vaneggiamenti sovversivi), Laterza, Roma, 2011

Gianni Belloni