Dobbiamo rispettare la nostra Costituzione antifascista che proprio per questo afferma i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà, incompatibili con il fascismo e i suoi concetti ispiratori.
Non è un bel periodo quello che stiamo vivendo. Certo la pandemia ha stravolto in modo assolutamente impensabile la vita di noi tutti, anche perché ha colto di sorpresa un mondo immemore del passato e poco previdente, attento quasi solo alla logica del profitto, ma, se ben riflettiamo, ha aggravato situazioni che già avrebbero dovuto far riflettere e preoccupare dei governi autenticamente competenti e consapevoli. Nel globalizzato mondo moderno, che ha visto mutamenti enormi, è impossibile non continuare a pensare a una linea positiva che porti continue conquiste e sarà poi da vedere se il progredire della tecnologia si sposi anche con il benessere psichico e spirituale. Però, se mi guardo in giro, vedo ovunque spettacoli deludenti: aumento enorme di diseguaglianze, mancanza di solidarietà, egoismi, politiche aggressive, sfruttamento delle risorse naturali a danno dell’ambiente e così via.
Molti di noi pensavano inoltre che valori come democrazia, libertà, uguaglianza fossero acquisiti in molti paesi del mondo e che si dovesse lottare per portarli anche in altre realtà statali. Ebbene no: assistiamo ovunque nel mondo alla nascita e sviluppo di forze nazionalistiche e sovranistiche il cui motto è “Prima noi, gli altri sono nemici”. Difficile trovare un paese in cui non si assista a un crollo della democrazia, non solo nei fatti, ma anche nel giudizio della gente: abbiamo lottato contro i regimi totalitari e ora da molte parti si auspica l’arrivo dell’”uomo forte”. E di “uomini forti”, dittatori e tiranni, di capi di stato che si ritengono al di sopra della legge ne vediamo molti in giro: ci siamo fortunatamente liberati di Trump, ma Bolsonaro, Erdogan, Putin e tutti gli altri meno noti ci sono ancora e, giocando sul concetto di capro espiatorio, del “prima noi” – America first, ma ricordate “Prima i Veneti”? – e così via, scatenano i più bassi istinti dei popoli. Perciò doppiamente colpevoli, sia per il loro modo di governare, che per la loro “pedagogia” nei confronti dei loro cittadini (o sudditi?). E i cittadini imparano. Assistiamo continuamente a comportamenti di intolleranza, di razzismo, di discriminazione.
Così in Italia, dove alcuni politici sfruttano le paure e le preoccupazioni della gente spingendola a comportamenti irresponsabili, dove spesso ormai compaiono simboli e atteggiamenti che richiamano un passato che dovremmo aver superato, ma che invece ritorna e cui negli ultimi tempi addirittura si inneggia. Ricordo che la XII disposizione transitoria della nostra Costituzione, frutto del lavoro di una Assemblea Costituente formata da uomini e donne (pochissime queste, a dire il vero) che avevano combattuto contro fascismo e nazismo per la libertà del nostro Paese, e che rappresentavano anche il meglio della nostra cultura storica e giuridica, vieta la ricostituzione del partito fascista. Furono poi approvate due leggi, una, la legge Scelba nel 1952 e l’altra, più orientata nei confronti del razzismo e di ogni tipo di discriminazione, la legge Mancino del 1993, cui ci si poteva e ci si può appellare per ottenere il rispetto di quanto affermato nella Costituzione. Ora la cosa non è così semplice, perché a riguardo sono state emesse sentenze contraddittorie, dato che non è sempre facile vedere una “riorganizzazione del partito fascista” e viene altresì invocata spesso la “libertà di opinione”, la stessa chiamata in causa dall’Assessora veneta Elena Donazzan, che ha cantato “Faccetta nera” alla radio nei primi giorni di gennaio, vantandosene per di più. D’altra parte noi abbiamo avuto per anni nel nostro Parlamento un partito, il Movimento Sociale Italiano, in cui erano confluiti molti gerarchi del fascismo, come, per esempio Almirante, cui ora ogni tanto qualche città vuol intitolare una via (e nei fatti alcune gli sono state intitolate). Anche nell’amministrazione dello Stato sono rimasti molti che avevano fatto carriera durante il ventennio, grazie anche all’amnistia voluta da Togliatti. Si è creato poi il mito, che anche la ricerca storica ha contribuito in parecchi casi a propagandare, di una “dittatura benigna”, per cui si è sostenuto che il nazismo, quello sì era veramente “cattivo”, mentre il fascismo era appunto più bonario, ha fatto tante cose buone – quasi sempre erroneamente attribuitegli – è stato trascinato dalla Germania nella persecuzione degli ebrei, e via così. Anche nelle colonie eravamo stati bravi! Peccato che ora si siano scoperti i segreti e si sappia quanto di terribile abbiamo fatto nel “nostro Impero”.
È recentissima la scoperta di un giovanotto ventiduenne, che è stato giustamente accusato sulla base di prove certe di aver costituito un’associazione terroristica con fini razzistici, in particolare contro gli ebrei e contro le donne. Perquisizioni conseguenti sono scattate in molte città Questo conferma che il pericolo di diffusi tentativi criminali di matrice nazifascista persiste e richiede massima vigilanza e attenzione. L’uso di simboli nazisti e fascisti, come dicevo prima, è frequente, soprattutto in organizzazioni di cui da tempo l’ANPI chiede lo scioglimento, che talora si presentano sotto le vesti di Associazioni sportive o culturali, che si attivano per fornire aiuti a persone in difficoltà, mascherandosi quindi sotto le vesti di Onlus.
Un esempio principe è quello di Casa Pound, che ha occupato abusivamente per anni un edificio demaniale nel centro di Roma, nonostante gli esposti dell’ANPI e dell’Agenzia del Demanio. Quello che preoccupa di più è l’acquiescenza, la mancanza di indignazione, l’affievolirsi dei valori dell’antifascismo. Per “depotenziare” ulteriormente l’antifascismo si fanno confronti tra fascismo e comunismo, ci si lancia contro tutti i totalitarismi, cosa che ci trova sicuramente favorevoli, non fosse che l’Italia ha conosciuto il regime fascista e le sue gravissime colpe e non altri regimi. Certo il “socialismo reale” si è pure macchiato di molte colpe, ma la storia lo ha dimostrato e di fatto sono ben pochi quei regimi che ancora si definiscono comunisti e della cui sigla comunque si potrebbe decisamente dubitare e direi inesistenti i movimenti nostalgici in giro per il mondo, contrariamente a quanto accade, come si diceva, per fascismo e nazismo.
Noi dobbiamo rispettare la nostra Costituzione, che, come diceva Calamandrei, è nata “sulle montagne dove caddero i partigiani”, che è antifascista e che proprio per questo afferma i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà, incompatibili con il fascismo e i suoi concetti ispiratori. La Costituzione purtroppo non è stata attuata in molte sue parti, anzi si fa di tutto per stravolgerla (si vedano i vari tentativi, talora purtroppo riusciti, di cambiarla), ma sono proprio questi invece lo scopo e l’obiettivo per cui noi, cittadini italiani, dovremmo continuare a lottare. L’antifascismo è il nostro principio fondativo e dobbiamo ribadirlo, noi iscritti all’ANPI, svolgendo azione di informazione e insegnamento alle giovani generazioni, perché l’oblio dovuto al passare del tempo non faccia dimenticare i principi di una vita che si fondi sulle istanze di progresso, di difesa dell’ambiente, di rispetto delle persone.
Floriana Rizzetto, presidente Anpi Padova