Un cammino di cura e rinascita fino al final del mundo.
Durante il Sufi Trail in solitaria, in Turchia, Linda Bortoletto viene aggredita da un uomo in cima ad una montagna, che cerca di strangolarla e violentarla, riesce a stento a sfuggire mollando un gran calcio nelle palle all’aggressore e scapiscollandosi giù per le rocce.
Qualcosa le si spegne dentro e, nonostante l’aiuto di una terapia psicologica, non riesce a dimenticare l’episodio. Allora decide di ricominciare a camminare e affronta, sempre in solitaria, il Greater Patagonian Trail in Cile, dai vulcani a sud di Santiago fino ai ghiacciai.
“molte domande giravano ancora nella mia testa: come faccio a sbarazzarmi del mio odio? Come posso lavare il mio corpo e la mia mente dall’aggressione che ho subito? Come ritrovare la mia serenità? Come posso fidarmi di nuovo di me stesso, cucirmi dentro? Come posso riconnettermi con la mia spontaneità nel mio rapporto con gli altri? E il mio senso di intuizione? “
Millequattrocentonovantadue chilometri tra vulcani ancora attivi, torrenti impetuosi, tempeste, foreste di araucaria.
“Di fronte agli elementi e grazie al potere curativo della natura, la sua forza, mi ricollego alla vita nonostante le mie ferite più profonde.”
“questo cammino mi ha portato una nuova vita, proprio quella che volevano portarmi via!”
Raccontando la sua disavventura l’autrice vuole anche mandare un messaggio alle donne che subiscono violenze:
“So che purtroppo il mio caso non è isolato. In questo, la mia marcia diventa Rivolta e Combattimento! Per me è importante agire e reagire. A ciascuno il suo modo per curare le ferite della vita e per liberarsi. Per me è camminare. Ecco perché sono rimasta sola 70 giorni alla fine del mondo “.
Linda Bortoletto, con un passato militare, è scrittrice ed esploratrice, una delle poche donne a far parte della Society of french explorers .
“Il respiro delle Ande, millequattrocentonovantadue chilometri per ritrovare la mia vita” – Solferino
Giandomenico Tono, libraio Pangea