Per i padovani il nuovo ospedale è davvero una priorità? Ricordiamo un sondaggio tra i cittadini, effettuato nel gennaio dello scorso anno, commissionato dalla Provincia alla Gm&Partners, dal quale risultava che prioritarie per i padovani sono le problematiche legate al lavoro, alla sicurezza, alla mobilità e all’ ambiente: nessuna delle persone intervistate ha indicato il nuovo ospedale tra le necessità primarie della città. Ma questo lo si capisce anche girando tra le piazze e i quartieri di Padova: avete mai sentito qualcuno dire che serve un nuovo ospedale? Oltretutto stiamo parlando di un progetto che prevede un taglio di posti letto e di personale; non vorremmo sentirci ripetere che il nuovo ospedale serve da “motore” per la ripresa dell’ economia, se no parliamo di affari e non di salute; o ancora peggio non vorremmo che il tutto si risolvesse con un’ enorme speculazione edilizia sulle aree interessate dal progetto.
Noi crediamo che sarebbe meglio prima sostenere e incrementare i servizi territoriali (l’assistenza domiciliare agli anziani e ai malati cronici ad esempio), come previsto dal nuovo Piano Socio Sanitario regionale, ridurre le liste di attesa per le visite specialistiche, sbloccare le assunzioni del personale medico e infermieristico, ponendo rimedio, almeno in parte, alla grave situazione di sotto-organico dei lavoratori della sanità, risolvere i problemi legati alla viabilità e ai parcheggi relativamente agli attuali ospedali. I nostri amministratori dovrebbero dar vita ad azioni volte al miglioramento della pessima qualità dell’ aria di Padova, dovuta a varie forme d’ inquinamento, in quanto sono numerose le forme di patologia e malessere sociale legate all’ ambiente in cui si vive.
Fin dalla presentazione nel 2008 del progetto Patavium, targato Galan, abbiamo denunciato (tramite la pubblicazione di un dossier dal titolo” Nuovo ospedale: risorsa per la salute o business?” che si può trovare sul sito www.associazionedifesalavoratori.org) come l’ istituto giuridico del project financing, utilizzato per la costruzione di ospedali, sia una forma di privatizzazione della sanità, nel senso che la si lega a logiche di massimizzazione del profitto dell’ investitore privato e non ai reali bisogni del malato: col project financing i cittadini pagano due volte, con le tasse e con i ticket. Ci fa piacere che anche il Movimento Cinque Stelle padovano si sia espresso contro il project financing, anche se molteplici sono ormai le voci contro l’ utilizzo di tale strumento, soprattutto per la costruzione di nuovi ospedali.
Anche l’ospedale S. Antonio (con personale di eccellenza tra l’altro) avrebbe diritto di uscire dall’incertezza sul suo futuro: lo si vuole chiudere per far cassa vendendo l’ area su cui sorge, ma allora perché costruire il nuovo reparto psichiatrico e il nuovo parcheggio per i dipendenti spendendo fior di milioni? Che dire poi della richiesta di un milione di euro per uno studio di fattibilità sul nuovo ospedale, di questi tempi ci vuole un bel coraggio!
Roberto Marinello – Comitato lasciateci respirare Padova