I lavori di ristrutturazione di Forte Interrotto (Asiago, VI) erano terminati da poco -correva l’estate 2011- e già quel posto così evocativo, isolato ma vicino, stava lanciando una tacita richiesta di attenzione ai visitatori e agli abitanti del posto.
La “voce” del Forte l’ho sentita anch’io, nei momenti in cui l’estate concedeva tregua e suggeriva una ricerca di quiete e bellezza in quella roccaforte che domina la piana di Asiago, quell’avamposto costruito tra il 1883 e il 1885, conquistato dagli austriaci nel 1916, bombardato a più riprese nel corso del Novecento e restituito alla vita non più di due anni fa.
Nasce così Sogno Interrotto, dall’ascolto dei luoghi. Dalla voglia di ridare voce ad un’architettura di guerra che chiede una nuova veste, per trasformare la distruzione in creatività e donare all’Altopiano dei Sette Comuni (otto, a dire il vero) una nuova sede per spettacoli ed eventi, con un occhio rivolto al centenario della Grande Guerra ormai alle porte.
Da quest’estate il Forte ricomincia a vivere: non solo è visitabile, ma ospiterà sei eventi -in programma dal 14 luglio al 20 agosto 2013- che intendono mettere alla prova la fortezza, interrogando la sua ospitalità sotto diversi punti di vista. Il calendario degli eventi vuole infatti essere aperto a diverse forme d’arte e a tipologie di pubblico diverse: ci saranno concerti di musica classica, l’esibizione di un coro di montagna, una mostra fotografica con laboratori, uno spettacolo teatrale e delle letture accompagnate dalla chitarra classica. Saranno diversificati anche gli orari degli appuntamenti: per sfruttare il più possibile la luce naturale, la maggior parte di essi avrà luogo in orario pomeridiano (alle ore 17.00), ma non mancheranno due esperimenti: il primo avverrà il 4 agosto, con delle letture all’alba (ore 6.30) tratte dalle pagine di Luigi Meneghello e Mario Rigoni Stern, mentre il secondo prenderà vita il 20 agosto, a conclusione della rassegna, con il concerto del Coro Asiago in orario serale (ore 21.00).
Sogno Interrotto è soltanto il primo passo di un cammino che ha che fare con la memoria, che parte dai luoghi e arriva alle persone, mai stanche di ascoltare la voce sincera, per quanto cangiante e sempre da interpretare, di cui è intrisa ogni forma d’arte.
Isacco Tognon