Il nuovo ospedale può diventare un’occasione anche per il turismo fluviale

AmissiLa decisione di riorganizzare lo spazio ospedaliero della città di Padova è il più importante progetto di riorganizzazione urbanistica della città degli ultimi 70 anni. Un momento fondamentale che durerà molto tempo (speriamo il meno possibile).

Padova, che ci piaccia o meno, non sarà più quella di prima. Per l’Associazione culturale ed ambientalista Amissi del Piovego è la più importante occasione per ridiscutere della gestione e valorizzazione delle acque interne, probabilmente l’unica occasione. 

Difficilmente nei prossimi 50 anni discuteremo ancora così pesantemente dell’assetto del Giustinianeo. Il Giustinianeo è una delle più importanti zone storico monumentali di Padova di cui il blocco del vecchio ospedale è solo l’ultimo in termini cronologici. Vogliamo ricordare gli altri 4 elementi fondamentali: il Parco Treves, la parte di cinta muraria cinquecentesca (comprensiva del bastione Cornaro), l’area dell’ex macello e il canale San Massimo parzialmente sotterraneo all’area.

Proprio questa parte del canale costituisce uno dei più grandi scempi della storia di Padova. L’asse d’acqua di cui fa parte ha portato in città per 2000 anni tutti le merci e le persone che arrivavano dall’est e dal mare. Questo lo rende uno dei grandi elementi identitari della città. Lo stombinamento del tratto che corre sotto l’area ricostituirebbe quell’asse e permetterebbe di aprire uno dei più importanti percorsi d’acqua della città.

In questo percorso sarebbe possibile aprire una attività di visita fissa  della città via acqua tramite piccole barche tradizionali in legno e a remi (gli Amissi hanno già dato inizio a questa iniziativa in altri tratti, ndr). Questo consentirebbe una opportuna manutenzione ordinaria delle acque interne (già sollecitata dagli Amissi del Piovego qui) che consentirebbe condizioni igieniche dignitose. Ecco la nostra proposta, il punto di partenza del progetto più ampio che è il Parco delle Mura e delle Acque. “Un tracciato composto da 15 stazioni di visita, in un percorso circolare e continuo secondo il tracciato delle mura e le acque che lo lambiscono” (più dettagli su Ecopolis qui e in un recente articolo del Mattino di Padova) .

Non dunque un velleitario quanto improbabile tentativo di forzare la città verso il ritorno ad un passato difficilmente ripristinabile bensì il cogliere un momento storico, politico ed economico per riconquistare e valorizzare una piccola parte della nostra identità storica e culturale. L’opportunità poi di trasformare questa operazione in una attività turistico culturale sostenibile ci impone l’obbligo di proporre con la massima determinazione questa straordinaria forse unica possibilità.

Associazione Amissi del Piovego – a cura della redazione di ecopolis