Il cambiamento climatico è già una realtà in Europa, con effetti sempre più estremi e distribuiti in modo diseguale, come evidenzia il rapporto europeo sul clima 2024
Il nuovo Rapporto sullo Stato del Clima in Europa 2024, pubblicato dal programma Copernicus e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ci offre uno sguardo lucido – e preoccupante – sulla situazione climatica del continente. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa. Ma il calore, pur essendo il dato più eclatante, è solo la punta dell’iceberg.
Il documento racconta di un’Europa sempre più fragile e disomogenea: mentre l’est si trova a fronteggiare ondate di calore e siccità prolungata, l’ovest è flagellato da piogge intense e alluvioni diffuse, le più estese dal 2013. In generale, l’equilibrio climatico si sta spezzando, e le conseguenze si fanno sentire in ogni angolo del continente.
Uno degli aspetti più drammatici è legato all’aumento della temperatura del mare: nel Mediterraneo e in altre aree marine europee si sono raggiunti valori mai registrati prima. Parallelamente, i ghiacciai della Scandinavia e delle isole Svalbard hanno perso massa a ritmi record, segnando un ulteriore passo verso l’irreversibilità di alcuni processi.
E poi ci sono le città. Le nostre aree urbane stanno vivendo sempre più giorni di caldo estremo e notti tropicali, mentre diminuiscono quelle fredde. Queste condizioni mettono sotto pressione la salute pubblica, il sistema agricolo, l’edilizia e la tenuta delle infrastrutture. Le città, se non adeguatamente preparate, rischiano di diventare il cuore vulnerabile della crisi climatica.
Il quadro è serio, ma non completamente privo di buone notizie. Nel 2024, per la prima volta, quasi la metà dell’elettricità europea è stata generata da fonti rinnovabili – un risultato storico. Inoltre, molte città stanno iniziando ad attrezzarsi per diventare più resilienti: adottano politiche urbane più verdi, sistemi di gestione delle acque piovane più intelligenti e iniziative per il raffreddamento urbano.
A livello europeo, si stanno anche muovendo passi importanti. Tra le priorità dichiarate per i prossimi anni ci sono la creazione di un Piano di adattamento climatico europeo, il potenziamento del meccanismo di protezione civile, e il sostegno concreto ai territori più colpiti dagli eventi estremi.
Il messaggio di questo rapporto è chiaro: il cambiamento climatico è già qui, e l’Europa deve affrontarlo unita e con determinazione. I danni che oggi osserviamo – frane, incendi, perdite agricole, patrimoni culturali in pericolo – rischiano di moltiplicarsi nei prossimi decenni, fino a diventare insostenibili.
Abbiamo le conoscenze, la tecnologia e la consapevolezza per invertire la rotta. Ciò che serve ora è il coraggio politico e la volontà collettiva. Perché difendere il clima non è solo una battaglia ambientale: è una scelta di civiltà, giustizia e sopravvivenza.
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Francesca Pollero, Redazione Ecopolis