Dopo decenni di progressivo abbandono, da alcuni anni a Vo’ Vecchio, uno dei centri minori più affascinanti dell’area euganea, sono stati avviati importanti lavori di recupero che lo hanno rivitalizzato.
Il centro è occupato dalla seicentesca Villa Contarini, dal cui corpo centrale si staccano verso la campagna due grandi barchesse.
Sull’altro versante si apre un’armoniosa piazza porticata (una rustica piazza san Marco l’ha definita il Gloria) che dà su quello che era l’attracco sul canale Bisatto. Una piazza per lungo tempo al centro di attività e commerci.
La frazione è al centro di molte iniziative che coinvolgono la comunità locale e i sempre più frequenti visitatori. Sta diventando tra l’altro un punto di riferimento per il cicloturismo che si sviluppa sull’anello ciclabile che proprio la attraversa.
Di grande richiamo il museo della Shoah allestito per ricordare il triste momento in cui la villa fu usata come centro di raccolta per gli ebrei padovani da deportare.
In questo contesto fa male assistere alle vere e proprie offese che si stanno inferendo al paesaggio attorno al centro storico. Arrivando da Lozzo sull’alto argine dell’anello, si aveva, ormai in vista della villa, uno dei più bei paesaggi della campagna, sullo sfondo dei Colli.
Purtroppo proprio qui è stato approvato e già realizzato un assurdo kartodromo. Scelta già di per sé improvvida ma che appare tanto più aggravata dallo squallore del luogo.
Inesistente un minimo di mascheramento sul versante dell’anello.
E il dignitoso rustico presente nell’area invece di essere almeno recuperato è del tutto abbandonato e circondato da una serie di container “provvisori” che assieme al brullo parcheggio danno al luogo un aspetto desolante. E si immagini il rumore quando sono in funzione i motori.
Poco più in là un’altra delicata area verde tra il Bisatto e il Liona si presenta in termini ancor più sgradevoli. E’ stata parzialmente coperta da una specie di asfaltaccio nero e vi si trovano depositi di materiali che la fanno sembrare un disordinato piazzale di cava.
E dalla parte opposta della frazione, venendo da Carbonara, proprio davanti a dove un tempo sorgeva il castello della Nina si è già realizzato un brutto capannone agricolo e vi si sta aggiungendo, in posizione infelice crediamo anche dal punto di vista idraulico, una nuova costruzione.
Viene spontaneo un appello: possibile che chi sta dimostrando una apprezzabile sensibilità per il piccolo centro storico non ne dimostri altrettanta per il suo prezioso contesto?
Gianni Sandon – Comitato Difesa Colli Euganei