Venite a Padova in “auto condivisa”

car pooling legambiente_padovaL’attenzione mediatica nelle scorse settimane si è concentrata sui valori elevatissimi di PM10 in città, ma in provincia non va meglio: nel 2015 sia a Granze che ad Este gli sforamenti giornalieri certificati da stazioni di rilevamento Arpav sono stati oltre 70, ben al di sopra dei 50 consentiti dalla legge.

Perché non c’è solo il traffico cittadino che contribuisce all’innalzamento dei valori dei veleni nell’aria, ma anche oltre 200 mila spostamenti in auto che ogni giorno avvengono dal territorio in direzione Padova. La maggioranza di questi sono spostamenti “strutturali”, cioè con cadenza regolare, al medesimo orario e lungo la stessa direttrice origine/destinazione e, spesso, senza soste o deviazioni intermedie.

Per ridurre questa pressione di traffico privato lo sforzo deve essere congiunto: comune capoluogo, Provincia e comuni sparsi nel territorio (la Regione non la citiamo neanche, tanto latita completamente come l’SFMR che aspettiamo da 8 anni). Mentre il 29 dicembre il tavolo tecnico zonale della Provincia, riunito tardivamente in piena emergenza PM10, si è limitato a estendere ai comuni della cintura i provvedimenti decisi dalla giunta di Padova.

Serve invece essere innovativi. Oggi la combinazione favorevole fra l’esistenza di un numero limitato di direttrici di penetrazione percorse in auto verso la città e lo sviluppo tecnologico di smartphone, geolocalizzazioni ed App, permette di ipotizzare una differente organizzazione degli spostamenti, che garantisca il diritto alla mobilità senza inquinare e con spese inferiori: è il caso del car pooling, da organizzare come servizio su scala intercomunale.

La condivisione dell’automobile lungo i percorsi casa-lavoro o casa-luogo di studio può essere favorita ed organizzata dagli Enti Locali, senza particolari spese. Basterebbe che i comuni si unissero per creare un portale di car pooling simile a quello di “Bla Bla Car”, il sito internazionale che anche in Italia ha avuto un clamoroso successo, nel quale si cercano ed offrono passaggi in cambio del costo della benzina. Uno sviluppo esponenziale che finora ha coinvolto chi viaggia fra città e città, tanto che a livello mondiale “Bla Bla Car” certifica l’esistenza di 10 milioni di persone che ogni trimestre riescono a viaggiare senza impattare ulteriormente sulle infrastrutture e sull’ambiente.

Il successo è dovuto al fatto che le persone sono disposte a condividere viaggio e spese per lunghe distanze. Con evidenti benefici per l’ambiente: nel 2015 in Italia si sono risparmiati 31.813 tonnellate di carburante e 47.656 tonnellate di CO2. Per questo lo proponiamo a tutti quegli Enti locali (e sono quasi 70 in tutta la provincia padovana) che hanno sottoscritto il “Patto dei Sindaci” dell’Unione Europea contro effetto serra e i cambiamenti climatici: fatelo diventare una opportunità anche per il percorso casa lavoro.

I numeri degli spostamenti verso Padova città parlano chiaro: circoscrivendo l’analisi al solo ambito metropolitano ogni giorno da Albignasego verso Padova si muovono circa 2.200 auto (l’equivalente di quasi 11 chilometri di coda), 1.800 da Selvazzano (9 km) 1.600 da Vigonza e Ponte San Nicolò (8 km) e oltre mille da comuni come Saonara, Abano, Rubano e Vigonza. Numeri impressionanti: il totale equivalente di coda di veicoli in ingresso a Padova per studio e lavoro è di circa 200 chilometri. A peggiorare l’impatto il fatto che nel 75% dei casi a bordo c’è solo il conducente. “Lo sfruttamento più intelligente di queste risorse non può che avere risultati grandiosi” (cit. Bla Bla Car).

Chi si iscrive, per offrire o cercare passaggi, inserisce zona di abitazione, luogo di lavoro e orari di viaggio. Ognuno ha così modo di verificare se altri vanno o provengono dal medesimo rione. La probabilità di trovare chi si dirige verso lo stesso luogo è molto elevata. Infatti a Padova sono pochi i grandi centri di attrazione: il 48% delle destinazioni è racchiusa nel centro storico, un altro 18% si dirige verso la ZIP. Scatta così condivisione e risparmio: per fare un esempio, se si viaggiasse in due da Albignasego a corso Stati Uniti si risparmierebbe circa 30 di euro in benzina al mese, oltre a limare i costi di usura e relativa manutenzione dell’auto.

Sicuramente la condivisione dell’auto non rappresenta la soluzione definitiva del problema smog e congestione del traffico, ma è una opportunità che unisce risparmio a sostenibilità. Una modalità di spostamento che può essere incentivata – in termini premiali – se si istituisse il road pricing o, per dirla alla milanese, l’area C (congestion charge) [vedi qui le nostre richieste].

Certo tutto ciò non può esimere Padova e comuni dal potenziare il trasporto pubblico. Sul fronte extraurbano è passato più di un anno dalla fusione aziendale Sita–Aps ma manca ancora il biglietto unico e l’integrazione delle linee è stata fatta solo in termini di tagli. Poco nulla anche sul fronte intermodalità. Assurdo il perdurare di molte fermate distinte (tram, bus urbano e corriera extraurbana) che distano 200-300 metri le une dalle altre, dissuadendo l’interscambio.

Intanto l’emergenza continua, e le soluzioni strutturali non appaiono all’orizzonte.

Andrea Ragona, Presidente Legambiente Padova

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