Un vuoto amministrativo. Così sordi e ciechi senza sostegno a scuola

sordi_ciechi_fiaddaLa scuola per tutti: è una peculiarità tutta italiana di cui andare fieri, una scelta culturale per la quale siamo stati apripista in Europa a partire da fine anni ’70 con la chiusura degli Istituti speciali: è l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Un progetto educativo, oltre che una idea di società, che però va alimentato con risorse, formazione, attività culturale.

Perché è una scelta impegnativa, rispetto alla quale ci vuole personale specializzato, progettualità, innovazione e continuità. Mentre oggi 150 alunni sordi o ciechi (bambini o ragazzi) in provincia di Padova dal 1 marzo vedranno cancellato il servizio dei ripetitori/lettori, che permette loro di seguire la scuola insieme ai loro coetanei.

Sarà la solita questione di soldi e tagli”, penserete voi. Invece no, è qualcosa di più subdolo, o se vogliamo, assurdo: è una modifica istituzionale, per cui non si sa più “chi fa cosa”: un vuoto normativo.

La riforma Delrio di aprile scorso, quella della cosiddetta cancellazione delle province, ha limitato le funzioni delle Province, le ha trasformate in un Ente di Secondo livello e ha cancellato alcune loro competenze, tra cui quella riferita al sociale.

Dal 1° gennaio 2015 quindi la Provincia di Padova non può più continuare a stanziare i 1.400.000 euro messi a bilancio ogni anno per gli operatori del servizio di integrazione scolastica. Lo aveva ricordato prima di Natale Luigi Bisato, sindaco di Noventa Padovana e consigliere provinciale con la delega al sociale, intervenendo in audizione a palazzo Balbi a Venezia: “Chiediamo alla Regione di farsi carico del problema e di affrontare il vuoto normativo che si è venuto a creare, attribuendosi o delegando la funzione”.

I nostri figli, bambini e ragazzi sordi o ciechi del padovano, sono i primi in Veneto a vedere sospeso da un giorno all’altro il servizio; questo perché la Provincia di Padova ha sempre gestito il servizio in forma diretta, cosa ora non più possibile. Nelle altre sei Province, invece, il servizio è affidato a cooperative con bando legato al calendario scolastico. Ma a fine anno scolastico anche negli altri territori il problema si presenterà identico.

In questi 55 giorni, dopo l’audizione di Bisato, la situazione amministrativa non si è chiarita e le associazioni della disabilità sensoriale – tutte insieme ENS, Unione Ciechi, Fiadda, quelle di Padova e delle altre province, due giorni fa, il 10 febbraio, hanno incontrato l’assessore Regionale Dario Bendinelli ai Servizi sociali, chiedendogli un intervento urgente. Le richieste sono chiare e stringenti: per il caso padovano una soluzione provvisoria urgente entro fine mese – soldi e norma – che permetta la continuità del servizio svolto dai 103 operatori per il numero di ore mensili già previsto per ogni utente.

Più in generale si è chiesto che la Regione Veneto assicuri, prevedendole nel proprio bilancio, le risorse finanziarie per la prosecuzione dei servizi, circa 9 milioni di euro/anno, fondamentali non solo a garantire il servizio a oltre 1.000 bambini e ragazzi disabili, ma anche di dotarli dei necessari ausili e testi scolastici ingranditi o riadattati, compresa la consulenza ai genitori, agli educatori, agli insegnanti, e alla formazione del personale insegnante.

In prospettiva, ben prima del prossimo anno scolastico 2015/16, si è chiesto che la Regione Veneto definisca la titolarità delle funzioni e dei servizi rivolti ai disabili sensoriali, precisando che le Province, con apposita delega, potrebbero assicurare la continuità dell’organizzazione del servizio fin qui svolto con competenza, anche in presenza di limitatissime risorse tecniche e professionali.

Il rischio? vanificare anni di impegno scolastico, competenze e progetti.

E’ una corsa contro il tempo, con le famiglie pronte a manifestare a Venezia già la prossima settimana se non giungeranno risposte chiare dalla Giunta e dal Consiglio. I tempi stringono: martedì prossimo la Commissione Bilancio chiude la proposta del bilancio preventivo 2015 e dal 19 febbraio inizierà la “maratona” del Consiglio regionale che dovrà approvarlo. Di sicuro il 1 marzo cessa il servizio .. ma noi vogliamo essere fiduciosi e ci aspettiamo buone notizie!

Ma l’amarezza rimane, chiara a tutti, e va oltre alla specifica vicenda: perché dopo l’approvazione della Delrio (aprile 2014) la Regione Veneto non ha ancora pensato ad una legge che definisca dove vanno a finire tutte le competenze e le funzioni che le nuove Province da gennaio 2015 non possono più svolgere? di questo progetto di legge non c’è nemmeno traccia.

Fiadda Padova ONLUS (Famiglie italiane per la difesa dei diritti degli audiolesi)

per contatti ed informazioni: fiadda.padova@fastwebnet.it

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