Padova città d’acque e di vogatori. La Padova Canoa il sabato pomeriggio mette in acqua un dragone e si fa squadra.
Padova è una città di naviganti. Tra le tante imbarcazioni che vanno su e giù per le nostre acque, canoe, sup, kayak e caorline, c’è il dragone bianco e azzurro della Padova Canoa. Si tratta di una barca dal fondo piatto, adatta per la navigazione sul fiume, di origine cinese. Porta fino a 20 rematori, seduti su panchette, un timoniere in piedi a poppa e, nelle grandi occasioni, anche un tamburino che, da prua, dà il ritmo alla vogata. Essenziale, infatti, per poter procedere senza intoppi, è remare tutti insieme, a tempo. Un bell’esercizio di team building, reso unico quando si mettono al dragone la testa e la coda, dipinte con scaglie e denti brillanti. L’equipaggio è misto, nel senso che ci sono ex atleti, agonisti del nuoto, della vela, del kayak, campionesse olimpioniche sulla cresta dell’onda, mamme di campionesse olimpioniche, ex professoresse quasi in pensione, violinisti e violoncellisti, e appassionati della domenica, anzi del sabato. SI va a remare, infatti, prevalentemente il sabato pomeriggio, su chiamata di Fabio, capovoga atletico e dalla voce roboante, che quando non c’è il tamburino, dà il ritmo con un “op op” che si sente fino in laguna. Il percorso del sabato varia spesso, non tanto per la preparazione atletica, quanto dalla voglia che hanno i vogatori di caffè o ghiacciolo. Agostino, il democratico timoniere, anima e cuore del Dragone, lancia il referendum. Se prevale il caffè, si rema fino alla Specola, si attracca sul pontile sotto la Torre che fu di Ezzelino e poi Osservatorio, e lo si beve guardando le anatre e i quadri di Nelu. Lo struscio a remi arriva fino al Ponte delle Torricelle, dove si fa un forzato dietrofront, tra i selfie dei divertiti passanti. Nelle giornate davvero fortunate, si affaccia al balcone dalla sua casa di via XX Settembre, Vincenzo, che cala una bottiglia di prosecco per tutti. SI beve sempre alla sua salute per farlo campare almeno 100 anni.
A volte si incontrano vogatori che portano a spasso i turisti su dodesone e caorline, a volte kayakisti che devono desistere dal giro dell’anello fluviale, bloccati alla cascatella di Ponte Sant’Agostino, a volte, giovani con il sup legato alla caviglia e che pagaiano tranquilli godendosi il panorama. Quel tratto di canale sembra ai più il Mekong padovano: una fitta vegetazione ricopre le rive, le alghe a volte bloccano il ritmo delle pagaie; si è immersi nel verde e ci si dimentica, un attimo, di essere in pieno centro storico. Ma poi si passa di nuovo sotto la Specola che si specchia nell’acqua e ci si sente orgogliosi di tanta antica bellezza.
Il secondo tragitto è quello che porta verso la parte opposta del fiume: Tencarola o Brusegana, Lo si intraprende quando ci si sente pieni di energie e si decide di remare tra aironi cenerini e martin pescatori, per arrivare -almeno – fino ai cugini della Canottieri, con il miraggio del ghiacciolo al bar del Circolo. Qui si incontrano spesso le Dragonesse delle Pink Ladies, che si devono salutare con rispetto perché sono bravissime e agguerrite. Si “chiede acqua” ai vogatori “professionisti” e non, campioni di gare nazionali e internazionali, ai canottieri detti anche “gambarassi”, dato che remano all’indietro e non vedono dove vanno, e poi si torna tranquilli immersi nei mille riflessi del tramonto, insieme alle libellule azzurre.
Se si sceglie di andare verso le chiuse di Voltabarozzo, invece, il traguardo è il birrino al chiosco con gli ombrelloni gialli, magari in notturna, con il Dragone rivestito di luci che porta i vogatori in un lontano Oriente, memori dei viaggi di Marco Polo, al grido: “Tosi….op, op, op!”
Ma l’attività dei Dragoni Padovani, non è solo ludica: grazie all’impegno di Agostino, Antonella, Carlotta, Fabio, Isabella, Giovanni, Andrea, Patty, Tiziana, Richy e Giacomo si dà supporto ai progetti per le scuole e si portano i ragazzi a imparare cos’è uno sport di squadra sull’acqua, in armonia con la natura e il ritmo, degli altri. Periodicamente vengono organizzati corsi di kayak e canoa canadese per adulti e bambini. CI sono poi i giorni, in cui i Dragoni salgono in canoa, singola o doppia, per andare a ripulire l’acqua del fiume dalla plastica, dando una mano agli amici della Cooperativa Piovego che da mesi stanno facendo un grande lavoro sul Tronco maestro.
Un grazie per le splendide foto che corredano questa storia a Stefano Lisi, fotografo e fratello della campionessa olimpionica Veronica, che è stata recentemente nominata “Dragonessa onoraria”.
Angela Bigi, Redazione Ecopolis