Camminare sembra l’azione più naturale dell’essere umano e, proprio per questo, forse è la più complessa.
“Da dove si comincia? I muscoli si tendono. Una gamba è il pilastro che sostiene il corpo eretto tra cielo e terra. L’altra, un pendolo che oscilla da dietro. Il tallone tocca terra. Tutto il peso del corpo rolla in avanti sull’avampiede. L’alluce prende il largo, ed ecco, il peso del corpo, in delicato equilibrio, si sposta di nuovo. Le gambe si danno il cambio. Si parte con un passo, poi un altro e un altro ancora che, sommandosi come lievi colpi su un tamburo, formano un ritmo: il ritmo del camminare. La cosa più ovvia e più oscura del mondo è questo camminare, che si smarrisce così facilmente nella religione, la filosofia, il paesaggio, la politica urbana, l’anatomia, l’allegoria e il crepacuore”.
Il camminare è un gesto importante dal punto di vista filosofico, sociale e politico. Camminare porta sempre a divagare. Camminare è “una deviazione sovversiva, è la strada panoramica che attraversa un paesaggio semiabbandonato di idee ed esperienze”. Ci permette di conoscere il mondo attraverso il corpo e il corpo attraverso il mondo.
Ponte alle Grazie ha ripubblicato l’opera di Rebecca Solnit “Wanderlust. A history of walking”, “Storia del camminare” un testo fondamentale se amate camminare.
Rebecca Solnit è una intellettuale californiana, cultura di sinistra, che si occupa di argomenti diversi, tra cui l’ambiente, la politica, l’arte ed esperienze di viaggi, diritti delle donne e violenza contro le donne, sempre con visione profonda e controcorrente e stile arguto e sferzante. Indagando la relazione tra la storia del pensiero e la storia del camminare, citando esempi di alcuni importanti camminatori, dai filosofi dell’antica Grecia a Wordsworth, da Rosseau a Gary Snyder, da Kierkegaard a Martin Luther King, a Ghandi, alle madri di Plaza de Mayo, la Solnit ci offre un approfondimento colto sul semplice gesto di mettere un piede davanti all’altro.
La vita moderna è troppo accelerata e dipendente dai mezzi, la mente umana, secondo la Solnit, viaggia alla stessa velocità dei piedi, 4 chilometri all’ora: in questa lentezza da recuperare sta il valore del camminare, dobbiamo preservare spazi e tempi da dedicare a questa semplice attività.
Camminare “ci permette di essere nel nostro corpo e nel mondo senza esserne sopraffatti” e “ci lascia liberi di pensare senza perderci totalmente nei pensieri”.
Giandomenico Tono, libraio Pangea