Non si fermano le rimozioni di biciclette dal piazzale stazione effettuate dai vigili urbani che, questo Lunedì, hanno riaperto la caccia alla bicicletta posteggiata fuori dalle rastrelliere. Invece di proseguire con le rimozioni delle biciclette in buono stato il Comune dovrebbe ripensare l’offerta di posteggi bici nel piazzale della stazione. Come? Sostituendo le rastrelliere esistenti con quelle con l’aggancio al telaio e posizionandole più vicine all’ingresso della stazione, evitando luoghi poco o mal frequentati.
Il miraggio dell’aggancio al telaio
Si comincia con le rastrelliere dotate di archetto con aggancio al telaio: non ce n’è nemmeno una nel piazzale della stazione, sono solo lungo il terminal dei bus extraurbani ed est. La gente cerca di poter agganciare con sicurezza la propria bici e se trovasse rastrelliere di questo tipo le sfrutterebbe, altrimenti tende a ripiegare su pali o simili. Serve quindi sostituire le rastrelliere presenti nel piazzale della stazione con i modelli che permettono l’aggancio al telaio.
Un ambito “posto al sole”
Nelle rastrelliere attorno all’edicola a fianco della stazione, i posti bici sono ben delimitati da appositi stalli e potrebbero ospitare 63 biciclette. Se ne trovano invece parcheggiate fino a 100 a cui si sommano altre 10 o 20 bici appoggiate lungo il muro. Qui si parcheggia usando gli stalli per le ruote, ma poi ci si infila tra una bici e l’altra, o si inventano posteggi sul retro della rastrelliera dove non ce ne sarebbero. Qualche bici si avvicina, per far finta di essere parcheggiata correttamente mentre in realtà non riesce a raggiunge la rastrelliera ed è incatenata solo a se stessa. Ecco i bizzarri modi in cui la gente cerca il suo “posto al sole”, il più possibile vicino all’ingresso della stazione e soprattutto in un posto di passaggio, rincuorata in questo caso anche dalla presenza dell’edicola. A poca distanza infatti, nei posteggi addossati alla rampa del tram che sale sul Borgomagno si troverebbero sempre alcuni posti liberi, ma qui i posteggi sono nascosti dalle auto in sosta, in un marciapiede in cui non passa mai nessuno e dove è quindi molto più pericoloso lasciare la bici o anche solo andare a recuperarla.
Comode rastrelliere… per sedersi
Altro esempio significativo sono le rastrelliere posizionate proprio davanti alle vetrine dell’ex Blockbuster che sono spesso vuote e usate come panchine da sbandati. Qui i ciclisti preferiscono parcheggiare a qualche metro di distanza, agganciandosi agli alberi in mezzo alla camminata pedonale che danno un po’ di sicurezza.
Penuria ad ovest, carcasse ad est
Un altro elemento che emerge dai conteggi è la carenza in generale di posti per le bici sul lato ovest della stazione rispetto alle esigenze, a differenza del lato est dove il grande posteggio bici a ridosso di via Tommaseo ha la capienza per accogliere anche molte carcasse abbandonate che sarebbero oggi le uniche bici da dover rimuovere.
Sandro Ginestri, coordinatore Legambiente Padova
… ma riuscite anche a viverci di questo? Se si, penso che abbiate scoperto uno dei più bei lavori al mondo … girare per strada, per il ‘mondo’, ‘intellettivizzare’, e prendere sempre posizione a favore di interessi spesso non troppo giusti o in ogni caso sempre raccontati in modo troppo smaccatamente e stucchevolmente di parte.
No Luca per viverci contiamo sul tuo 5×1000.
Esistono anche i volontari. Ti stupiresti di quanti ce ne siano.
Ciao
Ho giusto mandato nei giorni l’ennesima mail all’amministrazione comunale per chiedere un sopralluogo alla fine di Corso Milano. La situazione non è sicuramente come nei pressi della stazione, ma le due rastrelliere sono prese d’assalto e ovviamente ci sono bici incatenate a ogni palo nelle vicinanze. Una volta sono stata redarguita da un vigile perchè avevo appunto usato un palo per assicurare la bici, ma in mancanza di altro che si deve fare? Vediamo se l’amministrazione comunale si muove, ma ho i miei dubbi visto che la precedente mail era di un anno fa.
Per fortuna ci sono i volontari in tutto il mondo, io sono una di quelli e ne vado fiera 🙂
Caro Luca Luciani che accusi Legambiente di modi “troppo smaccatamente e stucchevolmente di parte.”
I volontari di Legambiente hanno mappato e contato, bici e rastrelliere, in giorni ed orari diversi; hanno individuato problemi e proposto soluzioni. Nel tuo commento invece leggo giudizi irrispettosi emessi senza alcuna argomentazione in merito all’oggetto dell’articolo.
Scusa la franchezza ma credo che sia il tuo modo di fare ad essere poco serio.
Un saluto
Sandro Ginestri
Luca Luciani ci ha azzeccato: chi ha contato le bici, le rastrelliere impossibili e quelle fantasma, sono due volontarie di servizio civile europeo, una albanese e una spagnola.
Ecco, giovani europee girano il mondo e cercano di capire come e se funziona l’intermodalità nella 14° città italiana.
Oggi ho pagato €50 di sanzione per riprendere la mia bicicletta, ma li ho denunciati per aver infierito sui componenti della bici.
Lasciate stare quel Luciani…il caldo fa un brutto effetto.