Servono più sforzi per la resilienza climatica

La Commissione Europea vuole assistere Comuni e Regioni nello sviluppo delle strategie di adattamento previste dal Patto dei Sindaci.

 

Lanciato nel 2008, il Patto dei Sindaci è lo strumento che la Commissione Europea ha istituito con l’obiettivo di supportare concretamente le le amministrazioni locali nel raggiungimento degli obiettivi climatici: oggi, secondo il più recente pacchetto Fit for 55, si punta alla riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030.

Dopo una convinta adesione al Patto dei Sindaci, il Comune di Padova si è impegnato ad approvare nel 2021 il Piano dazione per lenergia e il clima (PAESC), uno strumento richiesto dall’UE ai Comuni che sottoscrivono il Patto, per delineare le azioni e descrivere concretamente in che modo l’amministrazione intende raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 previsti.

Il Comune di Padova ha deciso di redarre il suo PAESC includendo l’analisi dei rischi e delle vulnerabilità del territorio padovano fatta nell’ambito del progetto Veneto Adapt, che ha messo in evidenza le ondate di calore e le intense precipitazioni.
Altro punto interessante nell’adozione del PAESC padovano è stato il percorso partecipato di Agenda 21, che si è posto l’obiettivo di far convergere le sensibilità di diversi stakeholders del territorio e raccogliere le loro proposte e indicazioni al fine di prendere impegni condivisi con l’amministrazione.

Lo staff organizzativo del Patto dei Sindaci ha premiato la città di Padova con il prestigioso premio Covenant of Mayors Award 2021, rivolto ai PAESC delle città di media grandezza (sotto i 250.000 abitanti). Positiva la valutazione della Commissione sui risultati già raggiunti dal Comune di Padova (riduzione del 37,5% di gas serra dal 2005 al 2017) e sugli obiettivi posti da qui al 2030. Particolarmente apprezzati soprattutto i processi partecipativi rivolti a realtà profit, dell’associazionismo e portatori di interesse.

Sul finire del 2022, Padova è stata poi selezionata tra le nove città italiane che, potenzialmente, possono ambire a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030, nell’ambito della missione 100 Climate Neutral and Smart Cities by 2030.
Si tratta di un percorso che non solo potrebbe rendere la città di Padova un modello per le altre città europee nel raggiungimento degli obiettivi del Fit for 55, ma che comporta anche una collaborazione istituzionale fra le città scelte per la condivisione di buone pratiche, metodi, azioni.

La Missione UE prevede lo sviluppo di un Climate City Contract, un piano per la neutralità climatica in diversi settori (energie rinnovabili, efficienza energetica degli edifici, ciclo dei rifiuti, trasporti a basse emissioni di CO2) che coinvolgerà cittadini e stakeholder per la redazione di un piano ancora più ambizioso del PAESC.
Si può parlare di un vero e proprio aggiornamento, che avrà ancora al centro un percorso partecipato, degli obiettivi del PAESC.

Le risorse che l’UE sta investendo nel Patto dei Sindaci e nella Missione “100 Climate Neutral and Smart Cities by 2030” sono davvero importanti.
Risorse destinate all’assistenza tecnica, normativa e finanziaria ai Comuni e agli enti locali, che devono far fronte a due tipi di risposte alla crisi climatica: le politiche di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e le più complesse politiche di adattamento. Il programma europeo Horizon investirà 360 milioni di euro in azioni di ricerca e innovazione legate alla Missione UE.
Ed è proprio sull’adattamento che il Patto dei Sindaci ha più carenze: degli 11.000 firmatari del Patto dei Sindaci, soltanto 4.000 hanno preso impegni per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Tra l’altro, di questi 4.000 soltanto il 54% ha presentato piani di adattamento parziali o completi.
I Comuni italiani spiccano però in positivo per la pianificazione di politiche sull’adattamento: più di 1300 Comuni italiani del Patto dei Sindaci hanno presentato un piano per l’adattamento, secondi soltanto ai Comuni spagnoli. Un risultato promettente che va a coprire, come estensione territoriale, circa il 50% della popolazione italiana.

Per mettere insieme le conoscenze tecniche e le buone pratiche degli aderenti al Patto, è stato istituito quindi un programma biennale di Policy Support Facility (PSF), un meccanismo proprio per aiutare enti locali e regionali nel passaggio dalla pianificazione all’attuazione di misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici.


Alla luce di queste premesse, la redazione del Climate City Contract di Padova dev’essere l’occasione per mettere a frutto le azioni e gli obiettivi del PAESC premiati dal Patto dei Sindaci e alzare ancor più l’asticella, avendo come bussola le emergenze che la regione del Veneto sarà costretta ad affrontare a causa della crisi climatica e che stiamo già affrontando (siccità, ondate di calore estremo). I diversi strumenti, finanziari e di competenze, che l’UE sta mettendo a disposizione per il raggiungimento dei target climatici devono essere sfruttati al massimo come un’opportunità irripetibile.

Andrea Maiorca, Redazione Ecopolis