Nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare seriamente della nuova pista ciclabile in Corso Milano.
Dopo anni di rinvii, passi indietro, smentite e blocco di progetti già in fase avanzata sembra finalmente essere giunta l’ora di rendere ciclabile una delle arterie più importanti di ingresso in città, attualmente dedicata esclusivamente al traffico automobilistico, con ben 4 corsie di strada dedicate e parcheggi da entrambi i lati.
Quello che serve è una seria riqualificazione dello spazio urbano, una trasformazione in ottica di una maggior vivibilità, in concomitanza con la realizzazione della nuova piazzetta all’altezza di vicolo dei Livello, la sempre più vicina pedonalizzazione di via Dante e, perché no, l’eliminazione del parcheggio in piazza Insurrezione, grande attrattore di traffico in centro storico.
Per il boulevard alberato di cui si è sentito parlare recentemente forse bisognerà aspettare qualche anno, anche per capire la compatibilità di tale progetto con il transito della linea tramviaria Sir2, anch’essa sempre più probabile; ma già con l’eliminazione di alcuni parcheggi si può liberare spazio per la nuova ciclabile.
Come Legambiente negli anni abbiamo sempre chiesto e lottato affinché tale pista fosse realizzata e forte fu la delusione quando con la giunta Bitonci il progetto di un Corso Milano ciclabile fu bloccato e messo in un cassetto.
Ora che esso sembra imminente chiediamo un piccolo sforzo all’Amministrazione affinché, oltre alla pista di corso Milano, si vada a completare l’intera linea che da Chiesanuova porta al centro città, per inaugurare alla grande il progetto di rete Bicipolitana di cui il Comune si è dotato con il Bici Masterplan.
È l’occasione perfetta per dare il segnale di svolta nelle politiche cittadine sulla mobilità: una svolta che oltre alla pista in Corso Milano richiederebbe la sistemazione della ciclabile già esistente in via Vicenza e via Chiesanuova, con la pulizia dagli archetti e la messa in sicurezza dei numerosi incroci presenti. L’altro consiglio è quello relativo al metodo di realizzazione della pista in corso Milano, non una doppia corsia imbrigliata da un solo lato, ma una corsia per senso di marcia, per incentivare la vocazione commerciale di tale arteria e permettere la sosta per gli acquisti ai vari ciclisti che la percorreranno.
Dovrebbero battersi per tale soluzione anche le associazioni di categoria dei commercianti, forse troppo focalizzate a ricercare nuove idee per il parcheggio delle auto e inconsapevoli dei diversi studi che certificano che il ciclista urbano mediamente spende di più e predilige i negozi di quartiere. È anche in tal senso crediamo che Corso Milano darà una svolta in città, prima linea di Bicipoltana e via dello shopping “ciclabile”.
Elia De Marchi – responsabile ciclabilità di Legambiente
… solo attraverso l’eliminazione di alcuni parcheggi?:-D 😀 :-D: sono centinaia … ma si, iniziamo pure le piste ciclabili, in generale peraltro già esistenti in città, e rinominate in pompa magna ‘bicipolitana’, da Corso Milano, la zona più critica della città (dal tessuto edilizio certamente NON storico) … ma si, distruggiamo il lavoro e le vite delle persone che con quel lavoro ci vivono e fanno vivere l’insieme della società … viva il nuovo ‘movimento luddista ciclabile’ padovano …
Condivido l’appello di Elia De Marchi rivolto all’amministrazione di iniziare BiciPolitana con la sistemazione di assi ciclabili importanti, già oggi percorsi da migliaia di ciclisti spesso in condizioni di gravi rischi.
Oltre a c.so Milano/via Vicenza-Chiesanuova meriterebbe priorità ed attenzione il Bassanello, vero tappo irrisolto sia per ciclisti che per cicloturisti, percorso nonostante tutto da centinaia di bici/ora.
Anch’io spero che l’annuncio da parte Micalizzi, assessore ai Lavori Pubblici (che dovrebbe eseguirle le opere, lasciando l’ideazione al settore Mobilità) di una pista bidirezionale non corrisponda al vero: in un corso così ricco di negozi ed abitazioni i manuali tecnici suggeriscono le piste monodirezionali da entrambi i lati, perchè favoriscono le soste (e tutti gli studi europei concordano che il commercio ci guadagna grazie alle spese dei ciclisti) e le immissioni/fermate da parte di chi risiede, lavora o frequenta servizi posti lungo questo asse. Sbagliato sarebbe pensare corso Milano solo come un luogo da attraversare il più velocente possibile verso le piazze; è già un pezzo di centro. Le bidirezionali è bene farle in periferia.
Però a me preoccupa non poco che nel Piano delle Opere Pubbliche 2019-21 del Comune, approvato a dicembre già in pieno “dibattito Prandina”, alla pista di corso Milano siano dedicati 500.000 euro da FONDI PRIVATI. Unico caso dell’intero bilancio comunale per il quale non si pesca dal proprio, ma si aspettano bandi altrui.
Per me le ‘priorità’ sono tali se si “rispecchiano” nei soldi messi a disposizione.
Altrimenti sono ‘possibilità’: infatti i 2,2 milioni per opere viabilistiche varie e i 2 M per la nuova bretella di Albignasego sono già conteggiati nelle uscite disponibili.
saluti
ps: dimenticavo, anche i 300.000 euro per le prime opere di BiciPolitana dipendono da fondi privati. Sarà la bici a fare questo effetto?
Certo che se in questi 5 mesi dall’approovazione del Piano delle Opere li avete trovati ‘sti soldi, smentitemi che è bene che la città lo sappia. Saremmo tutti più contenti, polmoni compresi. Infondo nel 2018 i 4,2 milioni per la nuova bretella in costruzione fra San Lazzaro e via Maroncelli sono stati trovati.