Se difendi un albero difendi te stesso

abrazar_arbolCon l’Ordinanza del Corpo di Polizia Locale della Città di Abano Terme N.9367 del 18 giugno 2014 si dispone l’istituzione di una serie di limitazioni al traffico e parcheggio per l’esecuzione del 2° stralcio di rinnovo alberature. Sarebbe però meglio dire: l’abbattimento sistematico delle alberature esistenti in mezza Abano Terme (Via Flacco, Via Petrarca, Via Mazzini, Via Volta, Via Appia Monterosso). Praticamente l’avvio di  una “armageddon arborea”.

Viene alla mente, per chi lo avesse letto, uno dei passi migliori del Signore degli Anelli dove creature arboree possenti, gli Ent, decisero di allearsi con gli uomini della Terra di Mezzo per combattere le forze del male di Sauron. Questo parallelo fantasy serve per dire quanto sarebbe molto più affascinante e giusto poter considerare queste piante (tutte le piante) esseri vivi, vicini e necessari a tutti noi, per la migliore sopravvivenza sul nostro pianeta. Perdonatemi l’enfasi ma è questo che devono aver certamente pensato alcuni cittadini della città termale, radunati sabato mattina in un simbolico abbraccio alle piante di fronte all’Hotel Tritone.

E’ in corso, in queste ore, una mobilitazione frenetica attraverso social network, e-mail e petizioni via web (change.org) di cittadini e associazioni varie tra le quali si evidenziano l’associazione “Salviamo  gli alberi” di Abano e la lista civica “Terme e Futuro”.  Il circolo di Legambiente Selvazzano “I Ponti e la Selva” ha immediatamente aderito con una pronta e-mail di viva protesta e la richiesta di sospensione lavori, con immediato incontro, all’Amministrazione cittadina.

Una reazione ad una disposizione comunale che viene avvertita come incomprensibile ed arrogante e che rischia di cambiare sicuramente in peggio il volto tranquillo di una cittadina, posta al centro dei colli euganei, che ha fatto del piacere della sua collocazione geografica e della sua eleganza urbana il suo miglior biglietto da visita per il turismo termale.

Da evidenziare anche che è in atto in questi stessi giorni, quasi in contemporanea, l’abbattimento del viale di carpini bianchi a Montecchia (Selvazzano). Due Sindaci diversi ma un unico pensiero devastante.

Quanto accade conferma la visione di un’urbanizzazione che costantemente considera il verde cittadino, in questo caso rappresentato dalle piante d’alto fusto, “abbellimento” da rimuovere al minimo problema piuttosto che un organico insieme di “creature” alleate per la nostra reale salute, nonché principali fornitrici naturali di ristoro durante le afose giornate estive e gioia per lo sguardo.

Continuiamo a considerare le nostre città incompatibili con un’idea di equilibrata convivenza urbana tra aree verdi e cemento, limitando la progettazione urbanistica ad una distesa ininterrotta di rondò e aiuole da presepe. Un paesaggio urbano inesorabilmente sconvolto, a colpi d’ascia e seghe elettriche, che muore assieme ai ricordi intimi e le storie personali di coloro che da generazioni vi abitano.

Flavio Boscatto, Legambiente Selvazzano