L’immagine è quella dei cerchi concentrici. Qualcosa dà vita al primo e poi, via via, si generano gli altri. A Vigodarzere, in parrocchia, è andata così con il progetto di riqualificazione, a cui si sta lavorando da più di un anno.
Qualcosa – anzi, qualcuno – ha “acceso” il primo cerchio e poi… il progetto non si è fermato più. Fino ad arrivare alla presentazione all’intera comunità parrocchiale.
«L’accensione – ha sottolineato don Giovanni Marchiorello, il parroco, – può essere di una singola persona, ma poi c’è bisogno del lavoro di molti per la combustione. C’è bisogno della comunità cristiana».Il progetto si è “acceso” nell’autunno del 2016, poco dopo l’arrivo di don Giovanni.«Alcuni parrocchiani mi hanno avvicinato dicendomi: “Sai, don, si dovrebbe intervenire in questo ambiente, sistemare un certo spazio, fare certi lavori. E allora ho chiesto al vice presidente del consiglio pastorale di accompagnarmi a visitare gli spazi parrocchiali. In quel momento ho capito quanto, nel tempo, la comunità cristiana di Vigodarzere abbia investito nei propri ambienti: chiesa, centro parrocchiale, scuola materna, canonica, spazi esterni. Allo stesso tempo, mi sono reso conto che […] c’era bisogno, in generale, di mettere ordine per viverli bene e per favorire le relazioni».
Il primo sasso era stato lanciato. […] È stato individuato l’architetto Stefano Bianchi, che ha esperienza di progettazione partecipata. «Perché – spiega Massimiliano Manca, il vice presidente del consiglio pastorale – quello che ci premeva più di tutto era ascoltare quante più voci possibile, condividere con tutti ciò che emergeva e tradurlo in un progetto corale. Partecipato, appunto! E così, dopo alcune riflessioni in un gruppo ristretto, si è lavorato molto nel consiglio pastorale e per la gestione economica».
Poi il cerchio si allargato ancora di più, coinvolgendo i rappresentanti dei 35 gruppi presenti in parrocchia. Sono stati fatti due incontri, ma soprattutto è stato fatto un questionario per raccogliere le loro proposte per la parrocchia. […] Cerchio dopo cerchio, incontro dopo incontro (uno anche con l’amministrazione), è nato un progetto di massima.
Un progetto […] per il quale c’è voluto un lungo tempo di ascolto della comunità cristiana […] per giungere a un’idea generale che guiderà gli interventi futuri […] e che si propone di rimettere in collegamento i diversi spazi della parrocchia, connettendoli anche con il territorio circostante. Si propone, ancora di più, di rendere gli spazi realmente “occasioni” di relazione. […] Una spinta a vivere in pieno la comunità. A vivere, e non occupare, i suoi spazi.
Ecco che il progetto di riqualificazione propone di riconnettere tra loro gli spazie rivalutare tutto ciò che oggi viene considerato “retro” della chiesa. Qui, ad esempio, è stata progettata una piazzetta con alberi, panchine, fontanella e possibilità di arrivare all’argine del Brenta. […] Per la scuola materna e la canonica, si parla di restauro conservativo della facciata, ma anche della sistemazione degli spazi esterni; si prevedono interventi per la chiesa e per il centro parrocchiale, oltre che per gli spazi e attrezzature per la sagra.
Alla presentazione del progetto alla comunità, sono state raccolte sollecitazioni e anche perplessità. Più di una voce ha richiamato l’importanza che ci siano ambienti per i giovani, ma anche per gli anziani; alcuni hanno sottolineato l’esigenza di spazi per le attività sportive e attenzione alla disabilità […]. Tutti hanno manifestato il gran bene che vogliono alla comunità.
È importante che tutti si mettano in gioco per la comunità. Non si può più dire: “Fate voi”.
Riassunto di un articolo della Difesa del Popolo del 06/02/2018
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