Padova, come molte altre città italiane e non, ha assistito negli ultimi decenni a profondi cambiamenti sia nella sua struttura socio-demografica sia nelle abitudini dei suoi cittadini.
In particolare la zona della stazione è stata oggetto di un progressivo abbandono, diventando sinonimo di conflitto, marginalità e pericolo agli occhi della cittadinanza e semplice luogo di passaggio per i tanti pendolari. I gruppi sociali che vi risiedono, in prevalenza cittadini over 65 che abitano nel quartiere da decenni e migranti di recente insediamento, difficilmente interagiscono fra loro.
Sebbene non si possa negare l’esistenza di situazioni di marginalità e antagonismo, il quartiere stazione è anche ricco di potenzialità, di luoghi che possono essere recuperati grazie a iniziative dal basso per tornare a essere centri di ritrovo e socializzazione, centri “vissuti”.
Diverse associazioni che operano da anni nel quartiere (EOS, MetaArte, Mimosa, Xena – centro scambi e dinamiche interculturali, la cooperativa E.S.T. Educazione, Società, Territori, il collettivo OAT – Officine Arte Teatro) hanno deciso di utilizzare lo strumento culturale per promuovere un percorso di rigenerazione urbana nella zona stazione. È nato così, ad aprile 2015, il progetto The Next Stop, sostenuto dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando Culturamente 2014.
In questi mesi piazzetta Gasparotto, il piazzale della stazione e il Boulevard che collega questi due luoghi sono stati sede di spettacoli teatrali, eventi musicali e momenti di animazione che hanno coinvolto la cittadinanza. Inoltre sono stati realizzati laboratori di teatro, orticoltura, cosmesi naturale, fotografia, fumetti ed incontri tematici sulla rigenerazione urbana, per riunire chi a Padova si sta muovendo o vorrebbe muoversi in questo ambito e riflettere su alcuni argomenti.
Come strumento di comunità è stato creato in piazzetta Gasparotto un orto urbano fuori suolo, coltivato da un gruppo di cittadini di diversa età ed estrazione sociale. L’orto è stato progettato e viene gestito tramite un processo partecipato: sono gli ortisti a occuparsi di tutti gli aspetti legati alla gestione dell’orto, dalla scelta delle piante, alla manutenzione nelle varie stagioni. I prodotti ivi coltivati si suddividono in due tipi: mentre gli ortaggi sono del gruppo di ortisti, le erbe aromatiche sono a disposizione della cittadinanza.
Il progetto The Next Stop è ormai giunto alla fine, tuttavia, visti i risultati ottenuti, ci piacerebbe esso fosse solo l’inizio di un lungo percorso di rigenerazione urbana che, partendo dal quartiere stazione, interessi poi altre zone di Padova.
Per crescere e migliorare riteniamo che il confronto sia fondamentale, per questo abbiamo deciso di organizzare il convegno “Rigenerare spazi pubblici: esperienze dai territori”. Vorremo dialogare con altre esperienze di rilievo cittadino e nazionale, per condividere spunti, riflessioni, buone pratiche – ma anche criticità. Siamo infatti convinti che dall’unione di più esperienze possano nascere nuove idee, soluzioni e progetti.
Diversi gli ospiti provenienti da varie realtà impegnate in iniziative di rigenerazione urbana, fra cui: Sofia Borri di Piano C (coworking milanese attivo nel favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro), Roberto Arnaudo, che dirige la casa di quartiere di San Salvario, quartiere multietnico di Torino, Giorgio de Finis, curatore del MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz) e Martina Leo del progetto Ex-Fadda, due esempi di successo di un riuso di spazi in chiave culturale. Gino Mazzoli di Spazio Comune per discutere di welfare e territorio. Tra le esperienza padovane, ZaLab, Bios Lab e Innesti Urbani.
A partire dalle esperienze realizzate a Padova e in Italia, verranno presentate le metodologie, gli strumenti di intervento e le condizioni politiche-istituzionali che hanno favorito od ostacolato il lavoro nei territori.
Elena Colombo, referente progetto The Next Stop