L’Amministrazione uscente ha adottato il nuovo Piano degli Interventi di Padova. Novità e prospettive: l’analisi di Legambiente.
Il 12 aprile scorso il Consiglio Comunale ha discusso ed adottato il nuovo Piano degli Interventi (PRG) di Padova. Un piano che modifica radicalmente alcuni indirizzi di fondo del precedente piano. Si è così conclusa la prima fase di un lavoro di studio iniziato nel luglio 2019 con la definizione delle “Linee Guida” predisposte per il bando di gara e l’affidamento dell’incarico di progettazione agli studi di Stefano Boeri e Daniele Rallo e proseguita con l’approvazione nel dicembre 2020 del “Documento del Sindaco: Padova 2030”, che ne ha precisato finalità ed obiettivi programmatici.
Quali le novità di maggior rilievo? In primo luogo il passaggio dalla logica di sempre nuove espansioni urbane e di conseguente crescente consumo di suolo, che aveva caratterizzato tutti i Piani Regolatori precedenti, ad una strategia di interventi quasi esclusivamente finalizzati al recupero edilizio ed alla rigenerazione urbana. Una scelta che si coniuga strettamente con la tutela del territorio agricolo e con un disegno urbano che per la prima volta pone soprattutto l’accento sul sistema del verde, sulle reti ecologiche e quindi anche sulla resilienza urbana nei confronti dei cambiamenti climatici in atto.
Nel nuovo Piano degli Interventi vengono destinati a fini agricoli circa 3,8 milioni di metri quadri (388 ettari) di aree in precedenza destinate a nuove urbanizzazioni e lottizzazioni edilizie private. Se a queste aree si sommano quelle relative alla cancellazione di interventi infrastrutturali e viabilistici ritenuti non più attuali, complessivamente vengono restituiti a fini agricoli o comunque a vincolo di verde privato circa 7,6 milioni di metri quadri di territorio comunale. La tutela degli spazi aperti consente di integrare nelle previsioni di piano gli indirizzi strategici definiti dal “Piano del verde”, in precedenza approvato dal Consiglio, finalizzato a potenziare le reti ecologiche interne ed esterne al tessuto insediativo, ad offrire una migliore accessibilità e fruibilità degli spazi di verde pubblico attrezzato, a promuovere la valorizzazione delle attività agricole nel territorio periurbano e la loro riconversione secondo i principi dell’agroecologia. Un indirizzo di fondo già anticipato da alcuni importanti provvedimenti degli ultimi anni, quali la sospensione, avvenuta nell’aprile 2018, di ogni nuova perimetrazione d’ambito finalizzata alla presentazione di nuovi piani di lottizzazione d’iniziativa privata, l’acquisizione delle aree che consentiranno l’ampliamento del Parco Iris e dell’area verde antistante la chiesa di San Carlo, il recente accordo sottoscritto con la società Aspiag per mantenere la destinazione agricola nelle aree del Basso Isonzo dov’era programmata una nuova lottizzazione privata.
Un secondo essenziale aspetto del nuovo piano va ricercato nell’aver posto in primo piano nei programmi di rigenerazione urbana le esigenze dei cittadini. Una nuova visione dei tempi e dei ritmi della vita urbana che trova espressione nella cosiddetta “Città dei rioni” e nei principi della “Città dei 15 minuti”: una città policentrica, caratterizzata da una maggiore equità territoriale conseguibile con il potenziamento dei servizi amministrativi, culturali, commerciali e socio-assistenziali nei diversi quartieri, favorendo la mixité funzionale e l’inclusione sociale, avvicinando residenza e luoghi di lavoro, promuovendo la formazione di comunità solidali e aperte all’incontro con nuove realtà e all’innovazione nelle forme dell’abitare e del produrre. Una strategia che comporterà interventi pubblici mirati per la creazione – attraverso processi partecipativi – di nuove centralità peri-urbane, di nuove piazze, di nuove forme di gestione dei servizi, ma anche un più incisivo ruolo di indirizzo – attraverso i meccanismi degli accordi programmatici, dei crediti edilizi e della perequazione ad arcipelago – per gli interventi dei privati nelle ottanta aree di recupero previste dal piano.
Dopo l’adozione, si apre ora la fase delle osservazioni di associazioni e cittadini e quella delle controdeduzioni, preliminari all’approvazione definitiva del piano, che avverrà presumibilmente in autunno ad opera della nuova Amministrazione Comunale, dopo le elezioni di metà giugno. Si spera che con la nuova Giunta non vengano modificati i ricordati indirizzi di fondo del piano e che anzi il piano venga tradotto in azioni finalizzate a a conseguire gli obiettivi indicati ed implementato con alcuni Masterplan e programmi coordinati di intervento relativi ai contesti urbani più problematici e nei quali già oggi si sono avviati processi di radicale trasformazione: dall’Arcella (programma PinQua) alla zona industriale, dal quadrante nord-est dove sorgerà il nuovo polo ospedaliero all’area della Ricerca e dell’Innovazione a nord del Piovego…
Va infine ricordato che, per consolidare e rendere definitiva la scelta di porre uno stop al consumo di suolo, tra gli impegni della nuova Amministrazione vi dovrà essere anche quello di rivedere il Piano di Assetto del Territorio (PAT), piano gerarchicamente sovraordinato rispetto al Piano degli Interventi, eliminando le irrealistiche previsioni di crescita demografica ivi contenute e cancellando di conseguenza le aree di espansione urbana ancora presenti nei relativi elaborati cartografici.
Sergio Lironi, presidente onorario Legambiente Padova