Depotenziare le direttive Ecodesign e Etichetta Energetica: è quanto ha promesso il Presidente Junker, sulla spinta degli euroscettici. Sarebbe un colpo di grazia per il risparmio energetico dei consumatori e per quelle aziende – moltissime in Veneto – che nel settore degli elettrodomestici stanno investendo in innovazione e sostenibilità. Unica barriera all’invasione di prodotti cinesi a basso costo.
Cosa sta succedendo? una polemica crescente sta prendendo di mira l’Unione Europea rea, secondo chi la porta avanti, di occuparsi troppo dei fatti privati dei cittadini e di minuzie tralasciando di occuparsi di cose importanti.
Non mancano campioni nostrani di banalità: è il caso di Matteo Salvini che, prendendo fischi per fiaschi, nei mesi scorsi ha paventato il rischio che l’UE mettesse al bando i tostapane con due fessure. La cosa ovviamente non è vera, ma Salvini si è ben guardato da smentire o da approfondire le critiche: l’importante era l’effetto, creare un generale rumore di fondo anti europeista.
Non si può che condividere che, così com’è ora, l’UE non ha grande futuro.
Ma il fuoco di fila degli euroscettici si è concentrato sulle direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica; quelle nuove norme che si occupano rispettivamente di definire gli standard di efficienza energetica degli elettrodomestici e di creare l’etichetta energetica -che tutti abbiamo imparato a conoscere- per aiutare i consumatori a valutare correttamente le caratteristiche tecniche di questi prodotti. E tale è la pressione che, nel generale arretramento ambientale che il nuovo governo europeo sta portando avanti, il buon Junker ha ventilato un suo impegno per depotenziare queste direttive. Sarebbe una vera disgrazia per l’ambiente ed anche per l’economia nazionale e del Veneto. Vediamo perché.
Le due direttive da sole, al 2020 faranno risparmiare ai cittadini europei 79 miliardi di euro in bollette elettriche. Non solo. Già oggi, in dieci anni di applicazione, le nostre bollette sono più magre di quanto non fossero in passato e stiamo risparmiando diverse centinaia di euro l’anno, se abbiamo comperato un frigo, una lavatrice, un televisore, un condizionatore, rispetto a quanto avremmo speso senza queste norme. Ad es. una famiglia europea mediamente risparmia 20€ l’anno grazie alle lampadine più efficienti introdotte nel mercato e agli stand by meno energivori.
Ma non c’è solo questo. Questo risparmio corrisponde all’energia di 200 centrali termoelettriche di medie dimensioni che potremo spegnere e corrisponde -da solo- a circa il 40% del risparmio energetico del pacchetto 20-20-20 che l’Europa si era impegnata a raggiungere al 2020. A quanto corrisponderà rispetto ai nuovi impegni del 2030 dipende da quanto ambiziosa sarà la revisione di queste normative, che avverrà quest’anno.
In sostanza l’Europa da anni ci fornisce un mezzo stipendio in risparmio annuo, una tredicesima esentasse, tanto più importante quanto più alto è il costo dell’energia. Tutto senza costi per lo Stato e senza spese suppletive per il cittadino, che ha visto abbassarsi continuamente in questi anni i costi di acquisto degli elettrodomestici a fronte di un miglioramento di prestazioni e consumi.
Immaginate cosa vuol dire la definizione di queste normative per aziende come De Longhi, Riello, Climaveneta, Aermec, Zoppas e le centinaia di aziende dell’indotto (stampi plastici, quadri elettrici, viterie, motori ecc.) che impiegano migliaia di lavoratori nella nostra regione: il fatto che puntino alla qualità ambientale stimolando l’innovazione è l’unico antidoto all’invasione del mercato da parte dei concorrenti cinesi che possono contare sul costo basso ed inarrivabile della manodopera.
Il Veneto, che è regione leader per questo comparto in Europa, o punta sulla qualità o soccombe.
Certo, serve migliorare la normativa: puntare sull’introduzione di obblighi di riciclabilità e riparabilità dei prodotti, chiedere che impieghino un’alta percentuale di materie prime riciclate (metalli, plastiche…) e mettere fine alla pratica dell’obsolescenza programmata.
Serve che l’Italia si attivi e a Bruxelles combatta per queste cose. Rispondendo agli euroscettici, è assolutamente prioritario che l’Europa investa tempo e risorse in questi temi. Che possono stimolare la creazione di 300.000 posti di lavoro in Europa secondo la Commissione Europea, molti dei quali in Veneto. Con buona pace di Salvini.
Davide Sabbadin, responsabile energia Legambiente Veneto
Ps: a proposito del tostapane di Salvini: la notizia vera era che l’Ue ha commissionato uno studio per capire se normare, in futuro, i tostapane (ce ne sono milioni nelle case europee). Lo studio ha scoperto che esistono modelli che hanno un bottone che consente di scaldare, se si vuole, solo una fetta di pane. E suggeriva di adottarla come buona pratica nella normativa, per non obbligare chi ha poca fame a scaldare entrambe le resistenze. Un bottone, quindi. Una possibilità in più. On/off.
Magari avercelo anche per il cervello di certi politici.
Come cittadino europeo, legambientino, ambientalista convinto, e soprattutto consumatore di toast non posso che sottoscrivere al 100% le parole di Davide e sperare che trovino eco nella testa dei nostri politici, anche se non nutro molte speranze