Ponte San Lorenzo chiuso, dopo tre anni l’attesa continua!

salvalarte_ponte_san_lorenzo_padovaA Padova, in via San Francesco, nelle vicinanze dell’incrocio con la Riviera Ponti Romani, a pochi metri dal monumento chiamato “Tomba di Antenore” si apre un sottopassaggio che lascia intravedere un cancello inesorabilmente sprangato da alcuni anni, ormai.

Eppure proprio lì, sotto il manto stradale, si trova ancora un antico, affascinante manufatto di età romana, il ponte di San Lorenzo.

È uno dei pochissimi ponti romani che abbia conservato la sua struttura originaria a Padova. Costruito negli anni compresi tra il 40 e il 30 a.C., sorgeva vicino a un punto nevralgico della Patavium romana, poco distante dal mercato e dal porto fluviale. Le sue peculiari caratteristiche costruttive (le dimensioni imponenti, le pile snelle e slanciate, le arcate ribassate) ne fanno un vero e proprio unicum nella storia dell’architettura civile romana.

Il ponte di San Lorenzo è rimasto a lungo nascosto e pressoché dimenticato, soprattutto in seguito all’interramento del naviglio interno di Padova, avvenuto negli anni Cinquanta del secolo scorso. Tra il 2006 e il 2010 prima e tra il 2012 e il 2013 i volontari di Salvalarte lo hanno riaperto, consentendo a ben 1.500 persone all’anno di visitarlo gratuitamente. Purtroppo dal luglio 2013 il ponte è stato nuovamente chiuso al pubblico, a causa di un parziale crollo di frammenti da un’arcata dovuto a infiltrazioni di acqua (ne abbiamo parlato dettagliatamente qui http://www.padovaoggi.it/cronaca/ponte-san-lorenzo-padova-crollo-legambiente.html). Il Comune ha adottato questa misura per garantire l’incolumità pubblica e per effettuare indispensabili indagini sulle condizioni del manufatto.

A tre anni di distanza dall’episodio, nonostante ripetute sollecitazioni, in sostanza non sono pervenuti riscontri sull’esito delle verifiche. Non risulta siano stati effettuati interventi di restauro, benché siano stati stanziati appositi fondi per questo. Non è dato sapere se e quando il Ponte di San Lorenzo ritornerà ad essere fruibile e visitabile per cittadini e turisti.

Poiché si avvicinano le elezioni, chiediamo ai futuri amministratori di Padova di dedicare attenzione al Ponte di San Lorenzo e ai vari siti di interesse archeologico, storico e artistico, troppo a lungo trascurati, sbloccando intoppi burocratici o di altro tipo. Chiediamo loro di considerare la cultura non solo come una voce di spesa, ma come una risorsa sulla quale investire per rendere più bella e attrattiva la nostra città sotto vari aspetti (le ricadute positive su turismo ed economia, sull’immagine di Padova, nonché sulla qualità di vita per i suoi abitanti).

Così come segnaliamo la necessità di valorizzare la “Cittadella francescana” ossia l’area che si estende tra centro storico e Basilica del Santo, compresa tra Via San Francesco, Via del Santo e Via Cesarotti, una zona ricchissima di eccellenze architettoniche, artistiche e culturali stratificatesi nel tempo (il ponte di San Lorenzo ne è un significativo esempio), eppure ancora poco note ai padovani stessi e ai vari frequentatori della città.

Uno strumento agile e prezioso per conoscere ed esplorare la Cittadella Francescana è costituito dalla piccola guida omonima, dedicata a questo angolo di Padova e realizzata dal Comune, in collaborazione del Comitato di Via del Santo. Il piccolo opuscolo offre una panoramica completa su monumenti, chiese, musei e palazzi dell’area, corredata da immagini e da utili informazioni (tradotte anche in inglese). La guida, nella sua terza edizione, è disponibile presso esercizi pubblici e negozi di Via del Santo e di via San Francesco.

L’opuscolo “la Cittadella Francescana” è esempio concreto di come cittadini, singoli o riuniti in comitati o associazioni, scommettano sulla valorizzazione del patrimonio culturale della propria città. Servono amministratori in grado di interpretarne le istanze diffuse per costruire su basi solide e condivise il futuro di Padova.

Silvia Rampazzo, volontaria Salvalarte

n.b.: ricordiamo con affetto Adriano, il volontario nella foto a sinistra, che è mancato negli anni scorsi

5 thoughts on “Ponte San Lorenzo chiuso, dopo tre anni l’attesa continua!

  1. A mio ricordo gli anni di chiusura e DEGRADO sono ben di più. Un ponte romano, in pieno centro , attiguo all’Università, che collegava le due rive del Naviglio interno -fino alla fine degli anni ’60 del novecento – in condizioni, a dir poco, indecenti. Uno dei numerosi esempi che ci dice quanta poca visione d’insieme delle memorie, bellezze, rivalutazioni della nostra città.

  2. sono stata una dei volontari che lo tenevano aperto… era molto gratificante vedere la meraviglia delle persone che scendevano a visitarlo … non abbiamo quasi nulla di visibile della grandezza di Padova romana, un vero peccato non poter vedere questo gran monumento. Mi dispiace doverlo dire ma il degrado maggiore è venuto dall’installazione delle strutture delle rotaie del tram per le quali la superficie soprastante il ponte aveva uno spessore insufficiente… ma gli affari sono affari… vero, cari amministratori patavini di ogni tempo e di ogni parte?!

  3. Ringrazio Grazia Trota. Aggiungo che i distacchi di materiale provenienti dall’intradosso del Ponte e lamentati da Legambiente, i quali hanno portato alla chiusura del manufatto, pare siano dovuti (pare, ma la mia fonte è attendibilissima e più che autorevole) al tipo, non alla violenza, delle vibrazioni inferte dal tram, trattandosi di ferro su ferro e non di gomma su asfalto. Stesso discorso per Ponte di Corso del Popolo: da quando vi passa il tram al Ponte sono state applicate delle scatole (sensori?) a quanto pare per monitorarlo per gli stessi motivi del SAn Lorenzo. Analoga, ma meno visibile, la situazione del Cavalcavia Borgomagno. E sarebbe interessante sapere anche come sta ciò che resta del Ponte della Stua.

  4. Sono stata per alcuni anni coordinatrice dei volontari Salvalarte che aprivano il Ponte di S. Lorenzo ai visitatori. I problemi sono molteplici e in Comune è depositata una relazione in merito, fatta eseguire dopo un crollo di materiale nell’arcata confinante con il Bo. Il risultato è stata la chiusura immediata, a cui non è seguito, a quanto mi risulta, un progetto per la riapertura, sottraendo così alla città uno dei ponti romani più interessanti conservati in Italia.

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